La prima delibera a favore
della Caritas risale al 22 aprile 2009. Da allora il Comune ha ogni anno deciso
sempre di intervenire, e con cifre crescenti, “in favore non solo delle
famiglie già assistite ma anche di numerose altre persone in grave stato di
indigenza e di nuclei familiari bisognosi a seguito dell'incessante crisi
occupazionale che sta interessando il territorio comunale”.
Dall’inizio dell’anno a
tutt’oggi, permanendo sempre di più il grave stato di crisi, la Caritas è
dovuta intervenire in favore di numerose persone, in grave stato di indigenza,
mediante la consegna di generi alimentari di prima necessità, provvedendo al
pagamento di parte dei canoni di locazione, delle bollette di gas e corrente
elettrica. L’onere sostenuto ammonta ad oltre € 28.000,00 che si è rivelato di
gran lunga superiore agli impegni ordinari e al di là delle possibilità
economiche dell'organismo parrocchiale. Il 26 settembre 2014 il Cassiere della
Caritas scriveva al Sindaco per “ottenere una compartecipazione del Comune”
alle spese in aumento.
L'Amministrazione comunale
approvava il versamento, per il corrente anno 2014, di un contributo pari a
10mila euro e si impegnava ad erogare un primo acconto pari ad euro 7.500,00.
Recentemente la Caritas è poi
intervenuta “in via d’urgenza a favore della famiglia S.E., in condizioni
economiche disperate, compartecipando alla ingente spesa che la medesima ha
dovuto sostenere per il trasporto della salma del capofamiglia (venticinquenne)
deceduto il 30 agosto scorso, padre di due bambini di 6 e 4 anni”.
L'amministrazione comunale
guidata da Enzo Garrone è intervenuta con un “contributo in via
straordinaria di 500 euro a favore della Caritas, per il sostegno rivolto alla
famiglia” colpita dalla perdita del giovane padre.
Siamo solidali con questo
impegno straordinario sia della Caritas, sia del Comune. Essi danno prova di
volere e sapere superare le barriere religiose e le appartenenze etniche
diffondendo un concreto messaggio di fratellanza che è autentico perchè non
conosce confini nel momento del bisogno e della più grave tra le sofferenze.
http://www.internazionale.it/articolo/2014/10/27/reparti-confino-in-italia-9
RispondiEliminaBenché se ne parli poco, in Italia esistono ancora i reparti confino, proprio come nella Fiat degli anni cinquanta, quella di Vittorio Valletta. Sono i reparti in cui vengono relegati, spesso dopo essere stati demansionati, i dipendenti ritenuti “facinorosi”, “ingovernabili”, “ingestibili”. Hanno la forma di palazzine non ristrutturate, o di spogli magazzini, o di uffici fino ad allora disadorni e che tali rimangono.
Questo comunicato di Loredana Brussino e Mario Dellacqua è il comunicato n.9.
RispondiEliminaE invece è il comunicato n. 10. Il comunicato n.9 è quello dedicato all'area mercatale e alla situazione del commercio a None.
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