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Il sindaco Enzo Garrone (foto di C.Bonifazio) |
Gli
scandali del cerchio magico della famiglia Bossi si possono
archiviare, come si possono dimenticare le mutande di lusso e le
firme false di Cota.
Se
Matteo Salvini, l’aspirante Le Pen italiano, conquisterà la guida
del governo, il nostro paese sarà protetto a Nord non solo dalle
Alpi, ma da un’efficiente rete di controllo delle frontiere.
Alfette, pantere, camionette, posti di blocco, vecchi cavalli di
frisia e moderne apparecchiature di monitoraggio degli spostamenti
presidieranno i confini e ogni angolo del territorio sarà finalmente
sorvegliato. Le coste saranno pattugliate da imbarcazioni della
Marina pagate non più per salvare i disperati dal naufragio, ma per
tenere lontana dalle acque territoriali italiane la minaccia
rappresentata da chi lascia il suo paese per non morire di guerra, di
fame o di dittature. Non passa lo straniero e basta con i buonismi.
D’altra
parte, dalle “invasioni “ ci si difende con le armi. Ma la
guerra dura non si combatterà sulle acque del Mediterraneo e
neppure sulle nevi delle Alpi o alle dogane, semplicemente perché
le grandi migrazioni in atto tra i continenti sono un terremoto che
può essere previsto, ma non annullato. Pertanto, questa guerra ci
entrerà in casa e si combatterà sul fronte interno.
Per
la Lega di Salvini, ogni angolo della società potrà diventare (e
già sta diventando) terreno di caccia ai “privilegi” dei
migranti, spietatamente indicati come quelli che, a dispetto della
crisi, mandano in rovina l’Italia rubando lavoro, casa,
assistenza. Asili, mense scolastiche, scuole, ferrovie e stazioni,
giardini pubblici, ospedali diventeranno campi di battaglia nei
quali la Lega potrà dare sfogo al suo odio e fabbricare il capro
espiatorio da offrire in pasto ai terzultimi perché divorino gli
ultimi. Quante Cleveland o Ferguson ci attendono con le loro notti
di fuoco e di guerriglia urbana?
Quando ci avvicineremo al record statunitense, dove nel 2012 una
persona afroamericana è stata uccisa ogni 28 ore da un agente, da
un poliziotto privato o da un vigilante?
Questa
guerra triste e ottusa durerà molto, ma sarà tempo perso perché
finirà come tutte le guerre di religione che hanno lastricato
l’incedere inesorabile della modernità. Dopo essersi ammazzati
per decenni o anche per secoli, i popoli si sono mescolati, hanno
accettato la fatica di convivere, hanno capito che la civiltà è
tolleranza; è rispetto dell’altro; è contaminazione fra le
culture e le etnie; è cooperazione delle economie; è scioglimento
diplomatico delle controversie; è laicità multireligiosa.
Ci
costerà molta fatica e molta violenza elevata a spettacolo
pubblico, ma arriveremo lì. Dovremo solo contare i decenni, i
crocifissi convocati a combattere dalla parte dei “nostri”,
le vittime e la fortuna elettorale che il giovane Salvini potrà
ricavare da questa lotta dura con tanta paura. (Su altri campi
Salvini non fa che ripetere la miracolosa promessa mai mantenuta da
Berlusconi: ridurre le tasse con un’aliquota del 20% uguale per
tutti e, per questa via, aumentare le entrate fiscali. Gli asini
volano ancora).
A
None la Lega non ha alcun rappresentante in Consiglio Comunale, ma
alcune sue pretese fondamentali sono diventate cavallo di battaglia
del Centrosinistra a trazione PD. Confermando l’ impegno (con
chi?) a dare precedenza ai nonesi in caso di nuove assunzioni, il PD
nonese ha rottamato un principio fondamentale e antico di
solidarietà che ha sempre visto il movimento operaio proteggere chi
sta peggio, non chi ti può dare il voto.
Questa
è stata per me la frattura e l’illuminazione più dolorosa subita
negli ultimi anni, specie perché praticata con spregiudicatezza e
sorprendente disinvoltura. Specie perché accompagnata dall’assenza
di ogni perplessità, se si esclude quella solitaria e prontamente
riassorbita di Gregorio Codispoti. Il suo partito non gli ha dato
peso e non se l'è presa. D’altra parte, non è una novità questa
deriva del PD nonese che ha visto Monti, Letta e Renzi succedersi a
Palazzo Chigi e non ha tradito il bisogno di sbottonare un
interrogativo, una nota, un comunicato. (Salvo i vaneggiamenti della
renziana Maria Ausiliatrice e del renziano Dice di None che
giuravano di strappare la tessera in caso di governo con
Berlusconi).
E’
l’approdo obbligato di un lungo processo che porta avanti non chi
sostiene una piattaforma programmatica e un’alternativa politica,
ma chi non ha mai espresso pubblicamente le sue idee, o perchè teme
di contrarre un debito troppo elevato e rischioso con qualche forma
di coerenza, o perché queste idee non le possiede affatto.
Rinunciare
alla fatica quotidiana di pensare, di ricercare e di agire
collettivamente concorre allo svuotamento molecolare della
democrazia: il suo tessuto è fragile, come ha osservato di recente
Massimo Bonifazio. Ma se scegli “oltre
gli antagonismi” la
zona grigia della “neutralità“,
della “imparzialità“,
di sicuro ti trovi qualche vantaggio. Non ti esponi al rischio di
perdere, sei sollevato dall’obbligo di schierarti e hai di regalo
un’opportunità che il cittadino consapevole e il militante attivo
non sempre riescono a tutelare nel vivere quotidiano: puoi
intrattenere buoni rapporti con tutti.
Così,
a seconda delle probabilità di successo o di altre occasionali
convergenze di interessi e di simpatie, puoi andare di qua o di là
senza dare troppo nell’occhio. Riassuntiva e emblematica di questo
profilo a-democratico è la biografia dell’attuale Sindaco:
semplicemente non pervenuta. E’ una rilevazione asettica. Niente
di personale, davvero. Niente di interessato a tracciare una
moralistica divisione tra buoni di qua e cattivi di là. Come
direbbe il Presidente Obama, “questa
è una melma interessante, se non altro perché ci sono dentro fino
al collo“.
Mario
Dellacqua
http://www.sindacalmente.org/content/nove-balle-sullimmigrazione-acolasuonno-smentite-dai-dati
RispondiEliminaSpesso la retorica che accompagna la protesta per quanto produce l’immigrazione irregolare, lo stazionamento o i campi rom, è pura demagogia a buon mercato che però offre una possibilità di protesta a chi è giustamente indignato più per l’assenza del ruolo delle istituzioni ( per garantire un’accoglienza dignitosa con diritti basilari e rispetto di elementari doveri) che della presenza di immigrati ancorcé irregolari. Ecco i nove punti pubblicati su www.esseblog.it che vi invitiamo a diffondere.