domenica 23 novembre 2014

L'ALTRO MATTEO A NONE? PRESENTE.



Il sindaco Enzo Garrone (foto di C.Bonifazio)
Gli scandali del cerchio magico della famiglia Bossi si possono archiviare, come si possono dimenticare le mutande di lusso e le firme false di Cota.
Se Matteo Salvini, l’aspirante Le Pen italiano, conquisterà la guida del governo, il nostro paese sarà protetto a Nord non solo dalle Alpi, ma da un’efficiente rete di controllo delle frontiere. Alfette, pantere, camionette, posti di blocco, vecchi cavalli di frisia e moderne apparecchiature di monitoraggio degli spostamenti presidieranno i confini e ogni angolo del territorio sarà finalmente sorvegliato. Le coste saranno pattugliate da imbarcazioni della Marina pagate non più per salvare i disperati dal naufragio, ma per tenere lontana dalle acque territoriali italiane la minaccia rappresentata da chi lascia il suo paese per non morire di guerra, di fame o di dittature. Non passa lo straniero e basta con i buonismi.
D’altra parte, dalle “invasioni “ ci si difende con le armi. Ma la guerra dura non si combatterà sulle acque del Mediterraneo e neppure sulle nevi delle Alpi o alle dogane, semplicemente perché le grandi migrazioni in atto tra i continenti sono un terremoto che può essere previsto, ma non annullato. Pertanto, questa guerra ci entrerà in casa e si combatterà sul fronte interno.
Per la Lega di Salvini, ogni angolo della società potrà diventare (e già sta diventando) terreno di caccia ai “privilegi” dei migranti, spietatamente indicati come quelli che, a dispetto della crisi, mandano in rovina l’Italia rubando lavoro, casa, assistenza. Asili, mense scolastiche, scuole, ferrovie e stazioni, giardini pubblici, ospedali diventeranno campi di battaglia nei quali la Lega potrà dare sfogo al suo odio e fabbricare il capro espiatorio da offrire in pasto ai terzultimi perché divorino gli ultimi. Quante Cleveland o Ferguson ci attendono con le loro notti di fuoco e di guerriglia urbana? Quando ci avvicineremo al record statunitense, dove nel 2012 una persona afroamericana è stata uccisa ogni 28 ore da un agente, da un poliziotto privato o da un vigilante?
Questa guerra triste e ottusa durerà molto, ma sarà tempo perso perché finirà come tutte le guerre di religione che hanno lastricato l’incedere inesorabile della modernità. Dopo essersi ammazzati per decenni o anche per secoli, i popoli si sono mescolati, hanno accettato la fatica di convivere, hanno capito che la civiltà è tolleranza; è rispetto dell’altro; è contaminazione fra le culture e le etnie; è cooperazione delle economie; è scioglimento diplomatico delle controversie; è laicità multireligiosa.
Ci costerà molta fatica e molta violenza elevata a spettacolo pubblico, ma arriveremo lì. Dovremo solo contare i decenni, i crocifissi convocati a combattere dalla parte dei “nostri”, le vittime e la fortuna elettorale che il giovane Salvini potrà ricavare da questa lotta dura con tanta paura. (Su altri campi Salvini non fa che ripetere la miracolosa promessa mai mantenuta da Berlusconi: ridurre le tasse con un’aliquota del 20% uguale per tutti e, per questa via, aumentare le entrate fiscali. Gli asini volano ancora).
A None la Lega non ha alcun rappresentante in Consiglio Comunale, ma alcune sue pretese fondamentali sono diventate cavallo di battaglia del Centrosinistra a trazione PD. Confermando l’ impegno (con chi?) a dare precedenza ai nonesi in caso di nuove assunzioni, il PD nonese ha rottamato un principio fondamentale e antico di solidarietà che ha sempre visto il movimento operaio proteggere chi sta peggio, non chi ti può dare il voto.
Questa è stata per me la frattura e l’illuminazione più dolorosa subita negli ultimi anni, specie perché praticata con spregiudicatezza e sorprendente disinvoltura. Specie perché accompagnata dall’assenza di ogni perplessità, se si esclude quella solitaria e prontamente riassorbita di Gregorio Codispoti. Il suo partito non gli ha dato peso e non se l'è presa. D’altra parte, non è una novità questa deriva del PD nonese che ha visto Monti, Letta e Renzi succedersi a Palazzo Chigi e non ha tradito il bisogno di sbottonare un interrogativo, una nota, un comunicato. (Salvo i vaneggiamenti della renziana Maria Ausiliatrice e del renziano Dice di None che giuravano di strappare la tessera in caso di governo con Berlusconi).
E’ l’approdo obbligato di un lungo processo che porta avanti non chi sostiene una piattaforma programmatica e un’alternativa politica, ma chi non ha mai espresso pubblicamente le sue idee, o perchè teme di contrarre un debito troppo elevato e rischioso con qualche forma di coerenza, o perché queste idee non le possiede affatto.
Rinunciare alla fatica quotidiana di pensare, di ricercare e di agire collettivamente concorre allo svuotamento molecolare della democrazia: il suo tessuto è fragile, come ha osservato di recente Massimo Bonifazio. Ma se scegli “oltre gli antagonismi” la zona grigia della “neutralità“, della “imparzialità“, di sicuro ti trovi qualche vantaggio. Non ti esponi al rischio di perdere, sei sollevato dall’obbligo di schierarti e hai di regalo un’opportunità che il cittadino consapevole e il militante attivo non sempre riescono a tutelare nel vivere quotidiano: puoi intrattenere buoni rapporti con tutti.
Così, a seconda delle probabilità di successo o di altre occasionali convergenze di interessi e di simpatie, puoi andare di qua o di là senza dare troppo nell’occhio. Riassuntiva e emblematica di questo profilo a-democratico è la biografia dell’attuale Sindaco: semplicemente non pervenuta. E’ una rilevazione asettica. Niente di personale, davvero. Niente di interessato a tracciare una moralistica divisione tra buoni di qua e cattivi di là. Come direbbe il Presidente Obama, “questa è una melma interessante, se non altro perché ci sono dentro fino al collo“.

Mario Dellacqua

1 commento:

  1. http://www.sindacalmente.org/content/nove-balle-sullimmigrazione-acolasuonno-smentite-dai-dati
    Spesso la retorica che accompagna la protesta per quanto produce l’immigrazione irregolare, lo stazionamento o i campi rom, è pura demagogia a buon mercato che però offre una possibilità di protesta a chi è giustamente indignato più per l’assenza del ruolo delle istituzioni ( per garantire un’accoglienza dignitosa con diritti basilari e rispetto di elementari doveri) che della presenza di immigrati ancorcé irregolari. Ecco i nove punti pubblicati su www.esseblog.it che vi invitiamo a diffondere.

    RispondiElimina