domenica 15 maggio 2016

TARI 2016


Analisi sulla TARI presentata da Progetto Comune nel Consiglio Comunale del 1/4/2016

Il piano finanziario ACEA, che corrisponde al costo totale dei servizi, interamente coperti dal tributo pagato dai cittadini, per NONE ha visto un aumento del 1% totale rispetto all'anno scorso.

Su questo piano finanziario pesano 65 mila euro di crediti inesigibili (bollette non pagate per intenderci, di cui 33 mila davvero non più recuperabili).
 
Questa è la fonte principale dell’aumento delle bollette.

Circa 130 mila euro di accantonamento come fondo crediti inesigibili (una stima di bollette che non verranno pagate per intenderci) sono stati portati nel bilancio comunale, anziché nella TARI. A questi si aggiungono i costi di conguaglio per i servizi del 2015, circa 25 mila euro.

Sono comunque soldi del bilancio comunale e dei cittadini!

Dal documento unico di programmazione economica del Comune di None, approvato poco tempo fa, si evince che tra le missioni dell’ente c’è il recupero dell’evasione! Sarebbe interessante conoscere cosa si è fatto e si sta facendo su questo, invece che caricare semplicemente i costi sull'utenza. Fino all’anno scorso era possibile inserire questi costi nel gioco dei residui a bilancio, si tratta infatti ora di insoluti che risalgono anche a parecchi anni fa.

Le utenze domestiche avranno un maggior carico nell'aumento della tariffa, perché maggiori sono i rifiuti da queste prodotti: 60% circa per le utenze domestiche e 40% circa a carico delle utenze non domestiche. A ciò si aggiunga che è cambiato quest’anno il metodo per attribuire il consumo tra utenze domestiche e non domestiche.
I costi legati all'insoluto vengono attribuiti in base ai consumi, quindi pesano maggiormente sulle utenze domestiche. Essi sono però costi non proporzionali ai consumi (e questa è una contraddizione), per cui vanno a incidere in particolare sulla quota fissa della tariffa.

Detto ciò, le utenze domestiche hanno un aumento di circa il 5-6 %.

Le utenze non domestiche invece vedranno attribuirsi una quota inferiore dell’insoluto e quindi beneficeranno di una diminuzione di circa il 7% per tutte le categorie.

A nostro avviso, chi vede aumenti in bolletta maggiori del 6% rispetto all’anno scorso, dovrebbe rivolgersi presso gli uffici comunali per verifiche e chiarimenti.

I dati molto preoccupanti sono quelli del calo della raccolta differenziata.
Ovvero, 2010 (64,9%), 2011 (57,1%), 2012 (61,1%), 2013 (57%), 2014 (53,8), 2015 (non ancora ufficiale, ma le previsioni ACEA la vedono in calo).

Ricordiamo che ci sono degli obiettivi di legge fissati da diversi enti:

REGIONE PIEMONTE: I principali obiettivi della programmazione al 2020 sono: riduzione della produzione dei rifiuti a 455 kg per abitante (a fronte di una previsione, ad oggi, di produzione al 2020 pari a 486 kg/ab); raccolta differenziata di almeno il 65% a livello di ciascun Ambito territoriale ottimale.

Legge italiana e normativa europea: 65% di RD (Raccolta Differenziata) entro il 31/12/2012 (sic!) e riciclo del 50% dei rifiuti; studi al riguardo affermano che questo secondo obiettivo è raggiungibile con percentuali di RD non al di sotto del 60%.

Come facciamo a rispettare questi parametri?

La differenziata fa aumentare o diminuire le bollette? Questa semplificazione non è possibile, i fattori in gioco sono tanti.
Oltre agli obblighi di legge, c’è l’obbligo morale e civile di preservare l’ambiente, non è più sostenibile conferire in modo indiscriminato, pensando di poter continuare con termovalorizzatori e discariche.
Il nostro bacino con ACEA ha il vantaggio degli eco punti (poter conferire ogni giorno e all’ora desiderata), ma richiede interventi mirati di educazione e sensibilizzazione, nonché una grande responsabilità e senso civico dei cittadini (molte foto pubblicate su Facebook purtroppo dimostrano il contrario, oltre a non differenziare si lasciano rifiuti ingombranti vicino ai cassonetti… tanto paga la collettività!).

Due indicazioni semplici ma immediate:

1.   Conferire meglio la plastica e alluminio. Le nuove bocchette sono sì scomode e ciò ha comportato come effetto collaterale una minore quantità di rifiuto differenziato, ma per contro hanno il pregio di aumentare la qualità della plastica, con il vantaggio di vedersi riconosciuto un contributo CONAI più alto (ciò abbassa la bolletta!).

2.   Aumentare il conferimento dell’umido, quindi separare meglio umido e indifferenziato.

Questo “potrebbe” far diminuire i costi.

Per chi desidera approfondire


Gruppo consiliare nonese Progetto Comune

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