La richiesta di autorizzazione
per la costruzione e l’esercizio di“impianto di produzione di biogas
utilizzando biomasse di origine vegetale” nel Comune di Trino, e quella per
“Impianto di produzione di biogas da biomasse di origine vegetale” a Cigliano
hanno fatto parlare molto i media locali, suscitando diverse reazioni. A questo
proposito, l’Assessore provinciale all’Ambiente Davide Giardino ha espresso alcune precisazioni. «Per quanto riguarda la centrale
di Trino, la Conferenza dei Servizi, svoltasi il 20 dicembre 2011, ha stabilito, sulla base di quanto emerso
nella riunione e tenuto conto delle osservazioni e note avanzate dagli Enti e
Soggetti invitati e dell’istruttoria tecnica effettuata dagli Uffici
Provinciali di richiedere al proponente le integrazioni e gli adeguamenti
progettuali che sono emersi necessari dall’esame condotto e dai pareri e dalle
note pervenute.
Le integrazioni e gli adeguamenti dovranno essere forniti entro 30 giorni dalla data del 20 dicembre, salvo motivate proroghe. Solo dopo che saranno consegnate le integrazioni richieste sarà possibile convocare nuova Conferenza dei Servizi per l’esame delle stesse».
Le integrazioni e gli adeguamenti dovranno essere forniti entro 30 giorni dalla data del 20 dicembre, salvo motivate proroghe. Solo dopo che saranno consegnate le integrazioni richieste sarà possibile convocare nuova Conferenza dei Servizi per l’esame delle stesse».
Sull’impianto ciglianese «La
Conferenza dei Servizi, svoltasi il 22 novembre 2011, ha ritenuto di accettare
la richiesta del Proponente di sospendere i termini del procedimento per
presentare le integrazioni e gli adeguamenti progettuali che sono emersi
necessari dall’esame condotto e dai pareri e dalle note pervenute. Le
integrazioni e gli adeguamenti dovranno essere forniti entro 30 giorni dalla
data di ricevimento del verbale, salvo
motivate proroghe. Il verbale è stato spedito con nota n. 5014 del 17 gennaio
u.s. Solo dopo che saranno consegnate le integrazioni richieste sarà possibile
convocare nuova Conferenza dei Servizi per l’esame delle stesse».
Un chiarimento dal punto di
vista tecnico/procedurale, quindi, a sostegno dell’operato degli Uffici
Provinciali che hanno condotto e condurranno una puntuale procedura nella
valutazione dei progetti presentati. «Credo –afferma Giardino- sia opportuno
esprimere alcune considerazioni dal punto di vista più squisitamente politico
circa l’opportunità di realizzare impianti quali quelli proposti. Nei prossimi
giorni presenterò gli opportuni atti amministrativi, alla Giunta e al
Consiglio, che prevedano criteri di forte limitazione e condizioni molto
stringenti circa la possibilità di realizzare impianti di quel tipo».
In pratica, tenuto conto della
forte vocazione agricola del nostro territorio, volta in particolare alla
coltivazione di prodotti dedicati all’alimentazione, l’Assessore proporrà che
l’Amministrazione provinciale «esprima con forza alla Regione Piemonte la
propria contrarietà alla realizzazione di impianti di produzione di energia
elettrica da biogas derivato dalla digestione anaerobica di prodotti vegetali che
sono utili all’alimentazione. Oltre a questa valutazione occorre tener conto
che per alimentare gli impianti a biogas, terreni molto produttivi per
coltivazioni pregiate che sono caratterizzanti del nostro territorio a livello
mondiale, potrebbero venire “volturati”
a coltivazioni di minor pregio, solamente utili alla produzione di energia
elettrica per ottenere così gli incentivi dei famosi certificati verdi. La
finalità degli incentivi per produrre energia elettrica da fonte rinnovabile
tramite questi impianti dovrebbe, a mio modesto parere, reperire il prodotto
dagli scarti, e specie vegetali non commestibili e non da cereali che devono
continuare a servire all’alimentazione».
In qualità di Assessore
all’Energia, con delega anche all’Ambiente e all’Agricoltura, Gilardino tiene
conto di ulteriori valutazioni. «Da un punto di vista più prettamente
ambientale appare necessario limitare la possibilità di realizzazione di
impianti a biogas alle sole aree industriali e solo in presenza di
cogenerazione ad alta efficienza che cioè sfrutti il calore residuo di ciascun
impianto a favore di altri impianti precedentemente alimentati a fonti
convenzionali, in modo da ottenere un bilancio ambientale positivo dal punto di
vista emissivo. Impianti a biogas in area agricola potrebbero essere consentiti
ai soli imprenditori agricoli in regime di scambio sul posto e cioè a
condizione che l’impianto alimenti esclusivamente le necessità energetiche
dell’Azienda. In ogni caso prevedendo una cogenerazione ad elevata efficienza.
Fonte: PiemonteOggi.it 19/01/2012
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