Non si abbandona il proprio partito quando
non accetta di promuovere la tua candidatura. Hanno buon gioco a replicare così
gli avversari interni di Sergio Cofferati che sono lesti ad accusarlo di lealtà
retrattile.
I furbacchioni evitano così di affrontare le
spinose questioni etiche e politiche oggi davanti a tutti: la corruzione nel Pd
e l'alleanza strategica e non provvisoria con il nuovo centrodestra. Questa
prospettiva è coerentemente in incubazione a livello locale con le primarie
liguri. Sta facendo le prove generali a livello nazionale con il governo Renzi.
Cercherà la sua conferma nell'elezione del Presidente della Repubblica. Ha trovato una sua eccellente traduzione legislativa nei
provvedimenti sul lavoro ispirati e applauditi dal senatore Ichino che ha
lasciato il Pd per dirigerlo meglio dalla sua postazione esterna di “Scelta
civica”.
La strategia preparata da queste scelte
motiva grandi rotture o merita grandi sacrifici unitari.
Proprio per questo, la
battaglia politica e il tormento che ne derivano devono essere rigorosamente
separati dai propri destini personali e dalle proprie pur legittime aspirazioni
di carriera. La scelta dei tempi dovrebbe essere al di sopra di ogni sospetto.
Invece no. Cofferati mi sembra Cenerentola
che ha visto uscire da una zucca la carrozza dorata che voleva portarla al
ballo. Cenerentola non si è meravigliata ed è salita tranquillamente nella
speranza di essere condotta alla fortuna. Cofferati è salito, non si è
meravigliato e, adesso che la carrozza è tornata zucca, si straccia le vesti
scandalizzato. Un po' incredibile.
Vorrei collaborare alla rinascita della
sinistra e auspico al più presto lo sviluppo di un movimento politico per
l'unità delle sinistre, ma non mi aspetto nulla di positivo, di buono e di
decisivo dagli esponenti del ceto politico che ci ha ridotto in queste
condizioni con il suo diuturno protagonismo e la sua immarcescibile litigiosità.
Mario
Dellacqua
Nessun commento:
Posta un commento