Su “Informanone”, Bori ci spiega perché: il Comune risparmia bei soldini e tanto le centrali se non le fanno qui le fanno da altre parti. Solo uno statista del Chisola può ragionare così. Sarebbe come se dicessi: se il pizzo non lo paghi tu, lo paga qualcun altro e che cosa cambia? Se la bustarella non la prendi tu, la prende qualcun altro, che cosa cambia?
venerdì 25 dicembre 2009
Deformanone
Su “Informanone”, Bori ci spiega perché: il Comune risparmia bei soldini e tanto le centrali se non le fanno qui le fanno da altre parti. Solo uno statista del Chisola può ragionare così. Sarebbe come se dicessi: se il pizzo non lo paghi tu, lo paga qualcun altro e che cosa cambia? Se la bustarella non la prendi tu, la prende qualcun altro, che cosa cambia?
None, il cioccolato ma anche la centrale?
martedì 22 dicembre 2009
DALLE PARTI DELL’ANGOLO NON OTTUSO DI VIA ROMA 11…
Mentre ci scambiamo i tradizionali auguri per le feste natalizie, viene spontaneo tentare un bilancio, rischiare una prospettiva, rinnovare la felicità di un impegno libero senza dogmi, papi e frontiere.
La Fondazione “Orso”
Progetto Celic (Bosnia) £.360.000
Lavoratori Cascami-Seta di Pomaretto £.1.000.000
Auser di None £. 2.000.000 e 6.100 euro
Medici Senza Frontiere 2050 euro
Famiglie di alluvionati nonesi 300 euro
Mehlab (Eritrea) 8.600 euro
CAT “Rinascita” di None 100 euro
Museo Cervi di Gattatico 100 euro
CSI None 600 euro
Associazione Italia-Cuba 100 euro
Associazione africana AMREF 550 euro
Totale in euro 23.150
Annibale Mazzoni, Peppino Impastato, Enrico Berlinguer e Bruno Trentin sono stati al centro di serate che, dopo il video, hanno favorito qualche osservazione retrospettiva e qualche suggestione per orientare il futuro. La prossima personalità sarà Guido Rossa, l’operaio comunista ucciso dalle Brigate Rosse nel 1979. In preparazione anche un convegno sulla figura di don Primo Mazzolari.
Si sono incontrate le fiabe di Paola Lenarduzzi e Alberto Tridente, la pensione di Giovanna, gli esercizi di grammatica dell’economia e dell’ecologia con letture sui secoli contati del capitalismo, comitive a teatro con Paolo Rossi o di ritorno (in collaborazione con l’Auser e “Il Mondo di None”) dal trenino rosso del Bernina, da Vienna o dal Museo dei fratelli Cervi a Gattatico di Reggio Emilia. In tutto 80 incontri con circa 700 passaggi. Si possono leggere “Il manifesto”, “Liberazione”, “Avvenire”, “Famiglia cristiana”, “Internazionale” e l’inglese “Time”.
Per il 2010 ci auguriamo altre idee, altre costruzioni, altri incroci.
venerdì 18 dicembre 2009
29 gennaio: verso il Comitato
mercoledì 16 dicembre 2009
LA PORCATA E’ SERVITA!!!
Non sentite puzza di bruciato?
LE 10 DOMANDE PER MARIA LUIGIA
- Ha capito il Sig.Sindaco che anche la Biomassa è inquinante come qualsiasi altro combustibile?
- Ha capito il Sig.Sindaco che il combustibile che arriverà a None non può essere controllato perché è impossibile un controllo sulla filiera del legno?
- Ha capito il Sig.Sindaco che il trasporto del combustibile via nave e terra per migliaia di chilometri non ha nulla di ecologico?
- Ha capito il Sig.Sindaco che portare legna a bruciare qui da noi produce un grave danno ambientale in quanto si provoca un disboscamento incontrollato in paesi poveri?
- Ha capito il Sig.Sindaco che questa centrale non risponde ai criteri del risparmio energetico, secondo i quali tutto il calore residuo prodotta tramite una nuova centrale (ben l’80%) dovrebbe essere utilizzato e non disperso in atmosfera?
- Ha capito in Sig.Sindaco che il combustore della centrale è adatto a bruciare potenzialmente non solo legna ma anche altri materiali?
- Sig.Sindaco, a lei non è venuto nessun sospetto per l’utilizzo futuro che potrebbe avere questa centrale?
- Ha capito il Sig. Sindaco che tutta l’area di None, gli orti, i campi, le case, subiranno un deprezzamento?
- Ha capito il Sig.Sindaco che l’unica entità che avrà un guadagno da tutto ciò sarà il gestore della centrale?
- Alla luce di tutto questo, il Sig.Sindaco ritiene realmente di interpretare i bisogni e i diritti dei cittadini di None?
mercoledì 2 dicembre 2009
CONSIGLIO COMUNALE APERTO SUL DEPURATORE
Mi viene in mente la battuta del mio amico, anch’egli consigliere di minoranza, che dice: “... ma io il voto l’avevo chiesto per governare, mica per finire in minoranza”. C’è da ridere, ma nella pratica quale corresponsabilità ho per l’impegno politico assunto?
Premetto personali lodi al merito per chi prima d’ora si è interessato al problema “fognature e depuratore”, dando così inizio all’iter di programmazione e quindi di realizzazione di opere pubbliche di simile importanza per None, ma ritengo doveroso partecipare al seguito dei lavori, con impegno.
L’ha chiesto il gruppo di minoranza il consiglio aperto, me compreso (…ed è come se dicessi io davanti a tutti) e mi ha colto di sorpresa il fatto che alla vigilia non fosse disponibile alcun progetto né relazione ufficiale presso il Comune riguardante l’opera, quando viceversa durante il Consiglio è stato illustrato un discreto quadro economico di spesa, un disegno con l’esatta individuazione del sito e della conformazione dell’impianto, ma soprattutto è stata manifestata tanta difficoltà nell’instaurare un dibattito critico ed un’analisi sulle scelte fino a quel punto effettuate.
Mi è sembrato che quello che poteva essere poco più che un’idea, all’improvviso si sia trasformato in un progetto pressoché definitivo. Mi risulta che la normativa sui lavori pubblici auspichi che l’uniformazione alla pianificazione urbanistica mediante una variante al PRGC scaturisca non già da un progetto preliminare ma da un progetto definitivo dell’opera pubblica; questo, credo, allo scopo di consentire e favorire le migliori scelte progettuali (nella fattispecie una migliore allocazione sul territorio).
In Consiglio ho chiesto per quale motivo un simile impianto, ovvero un depuratore intercomunale a servizio del bacino pinerolese-pedemontano che dovrebbe riguardare 9 comuni e complessivi 40.000 abitanti equivalenti, non fosse da assoggettare ad una analisi relativamente l’impatto ambientale preliminare. Mi è stato risposto che l’Arpa ha ritenuto di poterne fare a meno. Tralascio, per obiettiva complessità della materia, ulteriori considerazioni sul grado di verifica piuttosto che di studio da fare sul progetto, per spiegare che queste valutazioni credo debbano in ogni caso precedere e condizionare le scelte che viceversa mi risulta essere state fatte su altri e diversi fattori. Ciò premesso, il giudizio, attraverso il voto che mi è stato chiesto in Consiglio, non può prescindere da una valutazione di carattere ambientale qualificata ed esplicita che viceversa, ripeto, ritengo assolutamente pregnante sull’argomento; mi riferisco al progetto globale, comprensivo quindi dell’impianto ma anche, o forse principalmente, riferito alle caratteristiche delle condotte di immissione a monte piuttosto che di quelle a valle, affrontando e descrivendo gli effetti diretti ed indiretti sull’uomo, la fauna, la flora, il suolo ed il sottosuolo, l’acqua, l’aria, il paesaggio e l’ambiente edificato circostante, compresa la descrizione dei prevedibili effetti positivi e negativi, diretti ed indiretti, a breve, medio e lungo termine, permanenti e temporanei; questo soprattutto in un ottica di pianificazione e programmazione, con obiettivo la tutela ambientale ed il benessere e la salute dell’uomo.
Tutto questo non c’è stato alla base della personale mia valutazione, mio malgrado. Conseguentemente si è degenerato in considerazioni e prese di posizione faziose e sterili, passando anche attraverso manifestazioni animate e mi riferisco alla singolare contrattazione sui metri necessari affinché ci fosse la complicità del gruppo di minoranza piuttosto che di presunti interessi personali di alcuni concittadini. Paradossalmente bastava dimostrare la conformità delle opere ai requisisti minimi di salvaguardia ambientale e di tutela della salute e del benessere, così come proposte, affinché non ci potesse essere contrasto e disaccordo o quanto meno sterile contrapposizione.
Altro spunto di riflessione mi è stato proposto dal diverso e contrapposto comportamento avuto da alcuni concittadini che maggiormente saranno coinvolti dall’opera; sicuramente colpito ed impressionato favorevolmente da parte di coloro i quali hanno lamentato di sopportare da ormai 35 anni l’attuale depuratore (per quanto residenti nelle vicinanze) e hanno chiesto, con composta determinazione, di allontanare il più possibile il nuovo depuratore, considerate, a mio avviso ben ponderate, influenze ed effetti non certo positivi.
In ultimo, ma non ultimo, si è riproposto il problema della non preliminare condivisione di scelte così importanti, problema di questi tempi su altri fronti assolutamente d’attualità, con riferimento alle considerazione espresse da alcuni autorevoli rappresentanti del mondo agricolo, che mi rendono molto cauto su prese di posizioni e scelte che non possono prescindere da competenze professionali e conoscenze del territorio tipiche.
Diversamente, si rischia di ricondurre il tutto a giochi e prese di posizione faziose.
Salute e serenità. Mario Scaglia.
venerdì 27 novembre 2009
Permissivismo o autorità? - L’OBIEZIONE DI JACOPO
“Hai un bel dire che l’educazione non si raggiunge attraverso la repressione, ma rispettando i tempi di crescita dell’umanità di ciascuno. Ma sei proprio sicuro che la tua generazione era tutta nel giusto quando lottava contro l’autorità, se il risultato di oggi è - come tu mi dici spesso - una gioventù di strafottenti fragili, di prepotenti pigri e di maleducati? Non era meglio più autorità e meno permissivismo?”
Penso che questa obiezione meriti una riflessione a più voci e la mia è quella di uno qualsiasi.
Scagliandosi contro l’autorità, la mia generazione (quella che era giovane a cavallo fra gli anni Sessanta e Settanta) rivendicava la libertà attraverso la trasgressione e la rottura delle gerarchie. Secondo me, aveva ragione (e continua ad aver ragione tuttora) chi si batte contro ogni autorità rivendicando l’uguaglianza sociale. Attraverso la pratica della libertà, noi criticavamo (e critichiamo) tutti i poteri politici ed economici convinti che una certa dose di ingiustizia sociale in fondo fosse una malattia naturale da sopportare per raggiungere l’efficienza aziendale, il progresso tecnologico, la stabilità economica e la produzione della ricchezza.
Avevamo torto (e hanno torto oggi) quelli che per libertà intendono il rifiuto delle regole, il guadagno senza fatica, la carriera senza professionalità, il diploma senza istruzione. Questo lo insegnano tutte le trasmissioni che presentano a portata di mano il successo indovinando il pacco o il provino giusto, non i superstiti della stagione sessantottina.
Siamo arrivati al paradosso: si considera normale ogni trasgressione delle regole in nome della libertà e, sempre in nome della libertà, si accettano pacificamente come normali e addirittura salutari le più odiose disuguaglianze sociali. Il risultato è che la libertà viene svuotata e l’uguaglianza viene calpestata, quando non derisa.
Secondo me, invece, è veramente nostro non ciò che ci viene regalato o che indoviniamo per caso o che agguantiamo con il raggiro, ma solo ciò che conquistiamo con l’impegno che può cambiare e migliorare la vita quotidiana di tutti i giorni.
Piccolo problema: non possiamo farcela da soli. A ben vedere, questo non è un altro paio di maniche: vale anche per le innovazioni che ci ostiniamo a non introdurre nella vita politica e sindacale. Naturalmente parlo di noi altri socialisti o comunisti e di tutta quella fauna variamente sinistrata. Agli altri, cioè a questo regime di destra appoggiato da metà degli italiani, va benissimo così.
Mario Dellacqua
giovedì 26 novembre 2009
GRAZIE, NON FUMO
Abbiamo revisionato e definitivamente licenziato il testo della petizione. Abbiamo concordato di fare un volantino che inviti a firmare e riproduca il testo della petizione con lo slogan “GRAZIE, NON FUMO” e un logo con il senso vietato sopra una ciminiera.
In calce si potranno riportare i nominativi delle prime adesioni. (E’ arrivata l’adesione di Anna Massa). La raccolta delle firme dovrà escludere la presenza di simboli di partito o di gruppo. Appena sarà pronto, a cura di Giovanni Garabello, il testo della petizione e del volantino, potrà partire la raccolta. Ci impegniamo ad essere presenti con un tavolo al mercato del prossimo giovedì. Mercoledì prossimo ci incontreremo nuovamente per distribuire il carico della distribuzione del volantino e per concordare le zone e gli ambienti che ciascuno potrà raggiungere, evitando doppi giri e sciocche sovrapposizioni.
Colgo l’occasione per rinnovare la mia richiesta di scuse a Nadia Biscola e a tutti i suoi amici che sono stati esclusi dalla circolazione elettronica della bozza della petizione. Non l’ho fatto apposta e ciò conferma, a maggior ragione, che il ragazzo non è del tutto affidabile.
lunedì 23 novembre 2009
Centrale a biomasse - Posizione della Lega
Intanto una PREMESSA: noi non siamo toucourt contro la possibile installazione di una centrale a cogenerazione (cioè in grado sia di produrre energia elettrica che calore) a biomassa legnosa
La Lega Nord, per dirla in termini più generali, non ha l'atteggiamento definito N.I.M.B.Y ( acronimo inglese per Not In My Back Yard, lett. "Non nel mio cortile") con il quale si indica una presa di posizione prevenuta riscontrabile nelle proteste contro opere di interesse pubblico: atteggiamento di coloro che, pur riconoscendo come necessari, o comunque possibili, gli oggetti del contendere, non li vogliono nel proprio territorio a causa delle eventuali controindicazioni sull'ambiente locale (ma le medesime opere che non vanno bene “nel loro cortile” vanno bene a casa degli altri...)
Tuttavia ci pare che sulla questione specifica siano ancora troppe le domande che attendono una risposta:
La quantità di cippato (legno ridotto in scaglie) occorrente per alimentare la centrale e la provenienza del combustibile, nonché come sarà certificata quest'ultima;
L'esatta potenza da erogare per eventualmente soddisfare il bisogno di tutta la cittadina e la “taratura” in tal senso di quella in esame;
A chi sono in capo sia le competenze legate alla costruzione delle infrastrutture di distribuzione del teleriscaldamento, sia i costi inerenti;
L'impatto ambientale, vale a dire il risultato della “somma” della qualità dell'aria rilevata a None e delle polveri immesse dal processo di combustione della centrale;
Il costo all'utente finale dell'energia rispetto alle cifre che paga oggi sulla bolletta.
Infine, elemento basilare di cui tener conto, considerate la proliferazione di richieste nella provincia di Torino e, più in generale in altre zone della Regione Piemonte: "A fronte di questi numeri, benché la legge spiani la strada a questa modalità di singola trattativa, Provincia e Regione devono disegnare e dettare una pianificazione territoriale: diversamente verrebbe (e sta venendo) a mancare clamorosamente il ruolo che istituzionalmente ricoprono. Non solo: è necessario interrogarsi ulteriormente, alla luce di questo quadro, su quale sia la funzione delle deleghe attribuite ad istituti e manager non eletti dai cittadini, ma che gravano sulle finanze pubbliche, se poi i risultati sono amaramente questi".
Per tutti questi motivi
plaudendo alla disponibilità al dialogo di tutte le forze politiche e non,
non potendo fare a meno di prendere atto di un notevole cambiamento d'approccio alle problematiche (“modus operandi”, a nostro avviso, mai registrato prima, come ad esempio nel caso “ARGINE”)
Il gruppo “Lega Nord” di None dice NO alla Centrale a Biomasse sul nostro territorio
IL CAPITALISMO HA I SECOLI CONTATI
IL CAPITALISMO HA I SECOLI CONTATI
Errori ed esercizi di grammatica dell’economia e dell’ecologia
con la partecipazione di
Paolo Cacciari, Jean-Paul Fitoussi, Luciano Gallino, Serge Latouche, Riccardo Petrella, Carla Ravaioli, Giorgio Ruffolo, Amartya Sen, Prem Shankar Jha, Joseph Stiglitz e altri premi Nobel
di passaggio all’angolo non ottuso di via Roma 11
da sabato 28 novembre alle ore 17
(…salvo imprevisti)
venerdì 20 novembre 2009
IN ARRIVO UNA PETIZIONE
Come si vede, erano rappresentati l’associazione ecologista, la Lega Nord, il gruppo consiliare di Alternativa per None, il gruppo Nonunomanoi. Si è molto discusso senza rete e a più voci su biomasse, olio di colza ad Airasca, sorgo al Politecnico di Ancona, di provenienza del legname, di amministrazioni comunali troppo remissive nell’accettare che la programmazione del territorio sia diretta dai gruppi imprenditoriali, di barili da scaricare, palleggiamenti, palle e rinvii, di analisi delle ceneri, di teleriscaldamento che se rappresenta un vantaggio per il Comune dovrebbe presupporre l’assegnazione dell’incarico attraverso un bando pubblico, di moratoria di tutte le autorizzazioni su scala regionale in attesa di norme meno aleatorie in tema di programmazione .
Si è concordata una prima bozza, convergendo su un testo che risulterà tanto più efficace e convincente quanto meno conterrà il suggerimento di giudizi politici. Il testo, pertanto, si dovrà esaurire nella richiesta al Sindaco e all’amministrazione comunale di sospendere la concessione di tutte le autorizzazioni all’insediamento.
Si è anche concordato che l’obiettivo dovrà essere la costituzione pubblica, libera e democratica di un comitato che dovrà rivendicare il diritto di essere sentito nel corso del processo decisionale.
Il testo verrà inviato a tutti i partecipanti che potranno intervenire via mail per proporre aggiunte, correzioni, arricchimenti. Il prossimo mercoledì licenzieremo il testo definitivo perché ciascuno possa avviare la raccolta di firme.
Cordiali saluti a tutti.
Mario
giovedì 12 novembre 2009
Centrale a biomasse - IN ARRIVO UNA PETIZIONE
L’11 novembre alle 21 si sono incontrati all’angolo non ottuso di via Roma 11 Giuseppe Astore, Domenico Bastino, Roberto Cerchio, Cortese di Giovanni, Mario Dellacqua, Giovanni Garabello, Roberto, Mario Ruggieri, Gianluigi Saccione, Mario Vruna.
Prendo le scale e tento di fare una cosa che sembri un verbale.
Abbiamo concordato di distribuire il comunicato sottoforma di volantino, sia domenica prossima, sia il prossimo giovedì al mercato, sia individualmente nei caseggiati. Il passo successivo è la ricerca di un incontro con tutti i gruppi e tutti i singoli fin qui schieratisi contro la centrale per redigere un testo in calce al quale raccogliere una petizione che chieda a Sindaco e Amministrazione di non approvare l’insediamento dell’impianto. L’invito va rivolto a tutti in forma aperta senza creare discriminanti politiche, quindi alla Lega, al Pd, alle associazioni ambientaliste, alla minoranza, agli agricoltori. Tutti devono sentirsi coinvolti nell’elaborazione del testo da proporre alla sottoscrizione dei cittadini.
Specie per merito di Roberto, abbiamo discusso molto vivacemente di affari e politica, di mafia, di Peppino Impastato e del valore che hanno i gesti di ribellione compiuti in aperta rottura con gli ambienti famigliari e sociali nei quali siamo cresciuti. La discussione è stata accanita e a tratti nervosa.
Non saprei bene ricostruirla nelle sue punte più alte e più interessanti di aspra tensione. Abbiamo ascoltato “la vera voce del popolo che non ha tempo di leggere nemmeno i volantini”, ma conosce le coltellate dell’esperienza e le “cicatrici” del lavoro umiliato e non sopporta le “ipocrisie” delle cose pensate ma non dette per furbizia.
L’irruenza di quell’intervento mi dà da pensare. E’ anche l’espressione di una volontà di partecipazione rivolta a noi. Io penso che ciascuno ha le cicatrici proprie da curare, come le altrui da rispettare. Ciascuno di noi è il risultato di tanti incontri casuali e voluti e di tante circostanze che ci hanno spinto di qua o di là, se a torto o a ragione lo scopriamo sempre dopo andando avanti. Dobbiamo cercare sempre l’unità, anche se siamo diversi e non dobbiamo pretendere di conquistare o di guidare gli altri. Non dobbiamo imporre agli altri di adeguarsi alla coerenza del nostro pensiero e del nostro comportamento, perché siamo tutti un divenire e un continuo ascoltare e imparare. Non dobbiamo lasciarci intruppare in una continua dolente rivendicazione del nostro punto di vista che non è mai seguito e perciò il mondo va male. Il mondo non va male perché gli altri non fanno come dico io, ma perché i diversi non sanno mettersi insieme per diventare noi.
Ciao lo zio mario
La scomparsa di Don Luigi. Luci e ombre di mezzo secolo
45 anni sono il meglio della vita. Perciò dobbiamo essere grati a chi, investendola interamente nella sua missione religiosa, ha incrociato la nostra educazione e accompagnato gli appuntamenti decisivi della nostra formazione umana e morale, del nostro percorso famigliare, scolastico o lavorativo.
Don Luigi era un’originale interpretazione di quel mistero di generosità e solitudine che segna le giornate di ogni prete. Finto burbero, sotto la scorza di un’apparente ritrosia, don Luigi nascondeva una vitalità sempre pronta ad esplodere in variopinti comportamenti di allegria contagiosa e imprevedibile.
Avevo 18 anni e gli dissi che stavo maturando una scelta decisiva. Sapevo che non l’avrebbe approvata. Mi rispose che era giusto. Dovevo sentirmi libero di andare dove volevo. Così feci e oggi parlo di lui con incerta prudenza, perché so che il mio punto di vista è molto parziale.
L’ambiente parrocchiale in quel mezzo secolo era fervido di laboriose opere: l’educazione dei giovani, l’accoglienza degli immigrati, l’assistenza ai poveri, agli anziani e ai malati, la cura per la liturgia. Per il resto, rimase sempre discretamente provinciale, cioè impermeabile ai fermenti innovativi che scuotevano il mondo cattolico e tutta l’Italia di quei decenni operosi.
Fuori gioco comunisti e socialisti a causa delle raccomandazioni all’incontrario che li tenevano lontani dai posti di lavoro sicuri (in Fiat o altrove), cattolici e liberali dominavano la scena. Pur in perenne competizione, erano però d’accordissimo nel trasmetterci l’educazione fascista che avevano ricevuto e ben assimilato. Qui la consegna era ferrea: “poche parole e molti fatti”. Dietro a questo motto (non a caso candidamente affiorato nella commemorazione elogiativa di taluno), emergeva un imperativo del regime che ebbe molto successo anche nelle generazioni successive: “qui non si fa politica, qui si lavora”.
La dittatura di questo principio fu (è?) incontrastata e accettata come arrivata dal buon senso e bevuta come l’acqua che sgorga da una sorgente naturale. Per carità, il successo di quel detto ha molte buone ragioni (anche “largo ai giovani” era uno slogan fascista: come dargli torto?). Ma, spinta alle sue estreme conseguenze, quella massima produrrebbe il rogo dei libri, la chiusura delle scuole, il licenziamento dei giornalisti. Anche se non furono così devastanti, gli effetti furono i seguenti: Mazzolari e “Adesso” sconosciuti, don Milani ignorato e bocciato, il Concilio interpretato come traduzione della messa dal latino all’italiano, Giulio Pastore neanche bazzicato, Padre Pellegrino e la sua “Camminare insieme” guardati con sospetto. Movimento sindacale, peggio che andar di notte.
Chi voleva partecipare ai sommovimenti culturali e sociali che stavano trasformando l’Italia, doveva andare a cantare in un altro cortile. Poteva salire sul treno per Torino o per Pinerolo dove, al Vandalino, alla Cisl o a San Lazzaro, si correva il rischio di sentir nominare Emmanuel Mounier e Jacques Maritain o addirittura di sentir parlare Josè Maria Gonzalez Ruiz, Carlo Borra, Tonino Chiriotti.
Sarebbe stato più fecondo un collateralismo pacifico e aperto con la Democrazia Cristiana. Ma il principio costituzionale che riconosce ai cittadini il diritto di “associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la vita nazionale” dalle nostre parti trovava e trova ancora vita dura. Allora, i rapporti con l’intero mondo politico erano (sono?) demonizzati, come merita lo scansafatiche che vuole una carriera di vantaggi gratuiti. Oppure erano (sono?) derisi, come merita chi, presumendosi troppo in gamba, insegue la propria cooptazione in un’élite. Così i rapporti furono (sono?) clandestini, sommersi e limitati alla scelta dei candidati per le elezioni amministrative. Il partito era (è?) tenuto in vita vegetalmente in attesa di essere usato come macchinetta elettorale al momento opportuno: quello dei fatti (la raccolta dei voti), e non delle parole (il pensiero).
Non so quanto i miei amici di allora condividano questa ricostruzione. Oggi, mutatis mutandis, sono tentato di concludere che niente di essenziale è cambiato su questo versante. Non so quanto don Luigi vedesse, accettasse o contrastasse questa deriva. Forse è vero, come ha detto il vicario del Vescovo, che un pastore plasma la sua comunità, ma ne è anche plasmato. E’ meno accettabile, secondo me, che la comunità cattolica non veda.
Mario Dellacqua
domenica 8 novembre 2009
Centrale a biomasse a None: MA CHI CI GUADAGNA?
- Un impianto che utilizza come combustibile grosse quantità di materiale legnoso (cippato) può aver senso in zone altamente boscose mentre è sicuro che nel raggio dei prescritti 70 km. non c’è legname sufficiente per alimentare una centrale che brucerebbe 70mila tonnellate di cippato ogni anno (e si propone di essiccarne più o meno altrettante): perciò sarebbe probabile l’approvvigionamento di legname proveniente dall'estero, con il rischio di imbattersi in forniture contaminate anche da sostanze tossiche.
- Oltre allo spreco energetico legato al trasporto della legna su gomma per centinaia/migliaia di chilometri (e alle ripercussioni sul traffico di mezzi pesanti a None) vi sarebbe quello ben maggiore legato al bassissimo rendimento elettrico della centrale (del 20% circa): le decine di migliaia di tonnellate di legno (anche se di scarto) necessarie all'alimentazione di tale impianto potrebbero essere sfruttate in modo ben più redditizio ed ecocompatibile.
- Vista l'enorme quantità di legname da impiegare, non ci può essere alcuna garanzia di controlli efficaci in merito alla qualità dello stesso, con rischi di possibili ripercussioni sulla qualità dell’aria che respiriamo e faremo respirare alle nuove generazioni.
- Dietro alle numerose richieste di insediamento degli impianti a biomasse, tutte estranee ad ogni programmazione, è evidente l’interesse dei gruppi imprenditoriali di puntare all’accaparramento selvaggio a scopo speculativo dei “certificati verdi” che finanziano la produzione di energie cosiddette alternative con ingenti contributi pubblici.
- Visti gli altissimi costi (700-800mila euro al km) vi sono notevoli dubbi sulla effettiva disponibilità dell'imprenditore alla realizzazione di una rete di teleriscaldamento per None.
E se anche fosse, quale sarebbe il vantaggio per le famiglie, già allacciate ad un’efficiente rete di gas e che crediamo poco inclini a sobbarcarsi le spese di riconversione degli impianti attuali? Anche senza tener conto della necessità di sventrare il paese per le opere di allacciamento, quale sarebbe la convenienza economica di tale operazione?
- L’iter di questo progetto presentato da Benarco è già stato avviato in Provincia e nessuno lo sta contrastando con la necessaria determinazione.
- Il progetto in questione non fa parte di alcun programma elettorale. Al di là della nostra opposizione o di quella dei gruppi ambientalisti, l'intera minoranza, i sindaci dei paesi limitrofi, il PD nonese, non sono favorevoli all’opera: chi e purché sostiene la centrale a biomasse a None?
Chiediamo al Sindaco e all’Amministrazione comunale di opporsi ufficialmente a questo progetto e di difendere il territorio da impianti che implicano spreco di risorse naturali, non recano beneficio alla collettività, assicurano alle imprese profitti di tipo puramente speculativo e potrebbero minacciare la salute nostra e delle future generazioni.
Non è vero che il Comune è obbligato a subire queste operazioni speculative: può e deve usare tutti gli strumenti che la legge gli attribuisce per negare ogni richiesta di autorizzazione.
Lettera del sindaco alla Regione e alla Provincia
Spett.le REGIONE PIEMONTE DIREZIONE REGIONALE Ambiente Via Prìncipe Amedeo, 17 -10123-Torino
OGGETTO: pianificazione in materia energetica-ambientale.
Essendo in corso l'istruttoria relativa alla realizzazione di una centrale di cogenerazione alimentata a biomassa legnosa ai sensi del D.Lgs. 387/2003 da localizzarsi nel Comune di None, si richiede agli enti in indirizzo se sono operativi o se stanno per divenirlo o risultino in corso di redazione, degli strumenti di pianificazione energetica ed ambientale di scala vasta che possano orientare la localizzazione sul territorio provinciale e regionale delle centrali a biomassa.
Ciò al fine di disporre di tutti gli elementi di valutazione necessari ad assumere le scelte politiche più appropriate in merito all'istanza di localizzazione della centrale. Distinti saluti
IL SINDACO Maria Luigia SIMEONE
Verbale riunione Direttivo PD del 27/10/09
Circolo del Partito Democratico di None
Verbale riunione Direttivo del 27/10/09
Sala conferenze del Comune di None
Presenti: Drago Ignazio, Codispoti Gregorio, Contu Nino, Simeone Maria Luisa, Ferrua Luca, Guagliardo Sergio, Aurelio Franco, Mazzei Mario, Astore Giuseppe, Ferrari Laura,
La riunione si apre alle ore 21,15
Il Segretario Drago introduce la serata con il tema all’ordine del giorno che verte sul progetto della centrale a biomasse presentato a None dal gruppo imprenditoriale Benarco.
In premessa, Drago evidenzia che, completato tutto il lungo iter congressuale culminato con le primarie di domenica 25/10/09 e l’elezione del nuovo segretario nazionale, quanto prima (entro novembre) sarà indetta un’assemblea degli iscritti locali per eleggere il nuovo Direttivo e la nuova Segreteria del Circolo. Comunica che è intenzione del Circolo promuovere un dialogo costante con l’Amministrazione attraverso incontri periodici (a cadenza mensile) per essere informati sullo stato delle diverse iniziative. Nel contempo, evidenzia che su questioni di una certa rilevanza, come quella che sarà testè discussa, è opportuno che il partito formuli una propria posizione sul tema e ne dia comunicazione e pubblicità.
Astore ritiene che tutti gli incontri del circolo, e a tutti i livelli di rappresentanza (Segreteria, Direttivo, Assemblea) siano verbalizzati e resi pubblici. Sottolinea che la posizione che sarà elaborata dal partito sulle varie questioni, al di là del rapporto di collaborazione e vicinanza con l’Amministrazione, dovrà essere autonoma e indipendente.
Si entra nel merito della discussione sul tema della centrale a biomasse, di cui si riportano in sintesi le posizioni espresse dai partecipanti alla riunione.
Codispoti:
Evidenzia che le sole informazioni pubbliche oggi disponibili sul tema, al di là della ricerca condotta a livello personale (internet, testi, etc…) sono quelle ricavate nell’incontro del 1/10/09 organizzato dall’associazione ecologista di Giarrusso. Sulla base delle informazioni così reperite, la sua posizione personale è di contrarietà al progetto. Infatti non ravvede, nel rapporto costi/benefici, alcun elemento favorevole all’installazione di un impianto a biomasse nel nostro paese. Ritiene che la presenza e le giustificazione apportate dal rappresentate della Provincia nell’incontro del 1/10/09 sia stata molto carente. Visto tutto il tempo fino ad oggi trascorso, il partito deve al più presto elaborare una posizione chiara sul tema, anche nei confronti dell’amministrazione.
Simeone:
Ritiene che molte delle informazioni passate nella riunione del 1/10/09 non siano state presentate in modo corretto.
L’incentivazione riguardo alle centrali biomasse proviene dalle leggi volute dall’allora ministro Pecoraro Scanio e oggi tutti gli enti devono adoperarsi per la loro installazione nel territorio.
La Regione Piemonte e la Provincia di Torino spingono in modo inequivocabile su questi progetti, rispetto ai quali i comuni possono ben poco. Al massimo possono cercare di spuntare le migliori condizioni in convenzione per mitigare l’impatto dell’opera e trarne qualche vantaggio economico (riduzione bollette energia, opere di compensazione, etc..).
Chi ha ritenuto di mettersi di traverso, come la Provincia di Asti, ha dovuto poi subire ricorsi al TAR nei quali è uscita sconfitta. Oggi, qualunque cittadino privato può presentare istanza in Provincia per l’installazione di un impianto a biomasse di piccole dimensioni, anche su suolo agricolo, e l’iter per l’approvazione e l’autorizzazione di un tale impianto è praticamente senza ostacoli (non è prevista, per esempio nessuna procedura di VIA): entro 180 giorni dalla presentazione del progetto, la Provincia è obbligata a dare il suo parere. Attualmente i termini dei 180 giorni, partiti dopo la CdS del 11/06/09, sono rimasti sospesi perché la Provincia aveva richiesto della documentazione integrativa ai proponenti, che risulta essere stata consegnata lo scorso 11/10/09: pertanto, ora i tempi sono ripartiti.
In ogni caso la centrale prevista a None è legittima su tutti i punti di vista e conforme a tutti i requisiti di sicurezza. Per quanto concerne la mancata pianificazione che porta ad un proliferare indistinto di queste iniziative, questa è il frutto di un vuoto legislativo contro il quale il comune è impotente, così come gli altri entri quali la Provincia.
La costruzione della centrale dovrà essere contestuale alla realizzazione della rete del teleriscaldamento, a carico dei proponenti: le due cose non possono essere distinte. In merito ha avuto precise rassicurazioni sia dalla Provincia che dall’assessore regionale Conti.
La sua opinione, a prescindere da ciò, è comunque favorevole al progetto, o per lo meno di non contrarietà. Ritiene che il ricorso a tecnologie come le biomasse sia l’unico modo concreto per evitare il ritorno al nucleare, del quale è molto più preoccupata.
Astore:
E’ contrario al progetto: a motivazione delle sue opinioni, ha preparato un documento che mette in discussione con gli altri partecipanti (vedi in seguito).
Contesta il fatto che il comune sia impotente rispetto a tale iniziativa. Il Sindaco e il Consiglio Comunale sono organi sovrani sul territorio comunale e possono, se vogliono, non concedere l’autorizzazione urbanistica e edilizia per la realizzazione dell’impianto. In ogni caso, sono in grado di ostacolare e ritardare l’iter approvativo, e se ritengono che l’impianto sia inutile o peggio dannoso per la comunità, non devono fermarsi o farsi intimorire da possibili rischi di battaglie legali (vedi ricorsi al TAR) da parte dei proponenti. Ritiene che iniziative come quelle della Benarco abbiano soprattutto fini speculativi che attecchiscono là dove e solo se c’è un terreno fertile pronto ad accoglierle.
Constata che, a tutt’oggi, non è assolutamente chiara la posizione dell’Amministrazione in merito, dal momento che, a parte le interviste del Sindaco sull’Eco del Chisone e sul Mondo, nessun amministratore ha palesato un opinione o una posizione. Prende atto della posizione espressa testè dal Sindaco di non contrarietà all’iniziativa.
Simeone:
Precisa che, al di là della sua opinione personale, l’Amministrazione sta discutendo al suo interno la questione e non è ancora addivenuta ad una decisione. Questa sarà presa quando tutti gli elementi di conoscenza saranno disponibili: tra questi, le condizioni che saranno espresse nello schema di convenzione con il proponente.
Ferrua:
Allo stato attuale delle cose, è personalmente contrario al progetto perché non ravvede alcun beneficio per i cittadini, né un particolare interesse pubblico nell’opera. Ritiene che l’intento dell’iniziativa sia solamente di tipo speculativo. In particolare è oltremodo scettico sulla realizzazione della rete di teleriscaldamento. Prima di avallare un progetto di questo tipo, sarebbe stato più opportuno un indagine conoscitiva per capire quale interesse e opportunità ci fosse nel paese rispetto al teleriscaldamento. Inoltre evidenzia che l’eventuale riconversione delle colture agricole (mais) per la produzione di legna o cippato non è di interesse nel mondo agricolo locale perché considerato da questi antieconomico.
Guagliardo:
Non ha pregiudiziali particolari nei confronti delle biomasse, tuttavia ravvisa un difetto di comunicazione e di informazione: a tutt’oggi nessuno conosce bene il progetto perché nessuno lo ha illustrato con chiarezza. Per questa ragione, allo stato della situazione attuale, la sua opinione è di contrarietà al progetto. In merito gradirebbe che si approfondisse al meglio il tema con degli specialisti. Evidenzia che a tutt’oggi, non è stata palesata la posizione dell’amministrazione; gradirebbe un confronto più ampio con la stessa a riguardo di tutta la politica ambientale ed energetica.
Aurelio:
Esprime perplessità sulle biomasse, in termini di redditività energetica di tali impianti. Altre forme di impanti, come il fotovoltaico, il solare, etc.. garantiscono redditività ben maggiori. In ogni caso, per quanto concerne le biomasse, la tendenza sempre più perseguita e corretta è quella di realizzare piccoli impianti, quasi a scala familiare, piuttosto che centrali come quelle di None, in modo da limitare gli impatti e favorire la possibilità di una catena corta, tra la produzione del legname e l’utilizzatore finale dell’energia.
Drago:
Esprime serie preoccupazioni e dubbi riguardo l’impianto a biomasse: in particolare il problema dell’approvigionamento pone seri interrogativi sulla qualità del materiale che saà bruciato. Chi si preoccuperà e garantirà i controlli? In ogni caso, allo stato delle conoscenze attuali, non è ancora in grado di definire qual è la sua posizione definitiva. Ritiene che il circolo debba farsi carico di organizzare altri incontri di approfondimento, coinvolgendo esperti imparziali sul tema.
Simeone:
In risposta a Drago evidenzia che, nel caso l’iniziativa vada avanti, l’Amministrazione si farà garante nei confronti della cittadinanza dei controlli sui materiali di combustione, attraverso un’apposita commissione maggioranza-opposizione a questo dedicata. Anche l’Amministrazione ha in animo di organizzare almeno un’altra riunione pubblica, coinvolgendo nuovamente l’ing.Poggio, per approfondire ulteriormente le varie tematiche tecniche.
Contu:
E’ dell’opinione che la centrale biomasse sia del tutto inutile a None: non c’è alcuna convenienza a portare avanti un progetto di questo genere. Ritiene che sia per certi versi una “boutade”.
Ferrari:
E’ fermamente contraria al progetto: tutte le informazioni e le posizioni raccolte nell’assemblea del 1/10/09 sono tutte di segno contrario all’iniziativa. Ritiene indispensabile che il partito si esprima in modo chiaro sul tema, così come era stato concordato nella precedente riunione degli iscritti.
Astore:
Chiede che venga messo in discussione il documento da lui preparato, in modo che, allo stato della discussione condotta e delle informazioni disponibili, il partito renda pubblica la sua posizione.
Tutti i presenti concordano: il documento viene messo in discussione, emendato in alcuni passaggi e infine approvato.
La riunione si chiude alla 1,00. Il documento finale sarà inviato agli organi di stampa e affisso negli spazi pubblici.
Comunicato PD sulla Centrale a biomassa
Infatti è stato constato che:
- vi è nel nostro territorio un proliferare repentino e non pianificato di impianti a biomasse, i quali tentano di agevolarsi gli ingenti finanziamenti governativi disponibili per le “quote verdi” per finalità imprenditoriali di tipo speculativo;
- non è garantito l’approvvigionamento del legname entro il raggio prescritto dei 70 km, in quanto quasi tutte le risorse oggi disponibili sono impegnate per gli impianti in funzione o in avanzata fase di realizzazione;
- peraltro, non vi è alcuna convenienza economica alla trasformazione della cultura del mais alle biomasse per alimentare gli impianti;
- in conseguenza di ciò, l’impianto di None (dimensionato per bruciare oltre 70.000 t di legna ogni anno) potrebbe essere alimentato da legname proveniente anche dall’estero (Francia, Est e Nord Europa…), con un incremento dei costi ambientali indotti dal vai e vieni dei camion sul territorio per il trasporto giornaliero della legna;
- allo stato delle attuali tecnonologie, non è possibile assicurare sufficienti garanzie in merito all’efficacia dei controlli e dei monitoraggi sulla provenienza e qualità dei materiali da bruciare;
- non sono evidenti i possibili benefici assicurati ad altri impianti di energia (quali per esempio la fornitura di teleriscaldamento alle abitazioni e alle aziende locali) per la non convenienza economica legata all’alto costo delle infrastrutture di rete e degli allacciamenti;
- Il rendimento energetico di dette centrali è molto basso in termini di elettricità (intorno al 20%): per alzare detto rendimento occorrerebbero ben altri dimensionamenti di struttura e il ricorso ad altre più moderne tipologie di impianto, attualmente non previste dai proponenti;
- di conseguenza, autorizzando un impianto come quello in questione si legittima lo spreco di una quantità enorme di combustibile.
Alla luce di tutto ciò, il circolo locale del Partito Democratico esprime forti perplessità sul progetto presentato dal gruppo imprenditoriale privato Benarco ed invita l’Amministrazione Comunale ad attivarsi per fornire gli adeguati chiarimenti alla cittadinanza, anche al fine di fugare qualunque rischio ambientale di peggioramento sulla qualità dell’aria indotto dalla possibile realizzazione dell’impianto.
Centra le a Biomassa. Richiesta documentazione
" è risultato che è stato depositato agli atti dell'Ufficio Tecnico Edilizia Privata un progetto riguardante la realizzazione di centrale di cogenerazione alimentata a biomassa legnosa, ma l'istruttoria del medesimo non ha, a tutt'oggi, determinato il rilascio di alcun atto amministrativo. "
http://www.scribd.com/doc/22275824/COMUNE-Di-NONE-Risposta-Alla-Richiesta
Abbiamo quindi chiesto un parere al difensore civico che ci ha risposto:
http://www.scribd.com/doc/22276065/Risposta-Del-Difensore-Civico
Alla fine confidando di poter accedere alla documentazione riproponiamo una seconda richiesta al comune:
None 11 Novembre 2009
Oggetto: Centrale di cogenerazione alimentata a biomassa legnosa
Il sottoscritto Giovanni Garabello, residente in None, chiede a nome del gruppo “NONUNOMANOI” con sede in None, Via Roma 11, di poter visionare il progetto in oggetto e se ritenuto necessario di avere una copia cartacea dello stesso.
In ottemperanza a quanto affermato dal Difensore Civico (di cui si allega copia) in merito alla vostra comunicazione del 28 Novembre 2009 Prot. N.13685 e alla luce dei comunicati apparsi su organi di stampa e di partito locali, si dimostra la titolarità di un interesse diretto, concreto ed attuale, nella necessità di salvaguardare la salute e gli interessi dei cittadini nonesi.
Con l’occasione si porgono distinti saluti.
Giovanni Garabello
Speriamo bene...
mercoledì 4 novembre 2009
BERLINGUER, CARISMA CONTROVERSO
Martedì 3 novembre, all’angolo non ottuso di via Roma 11, serata dedicata a Berlinguer con Désirée Baffa, Gennaro Baffa, Giovanna Baffa, Jacopo Baffa, Bianco di Andrea, Donato Blonda, Mario Dellacqua, Federica Fidale, Mario Mazzei, Fernanda Mazzoni, Tullio Paganin, Fabrizio Piscitello, Andrea Testa, Tommaso Teti, Torta di mele di Giovanna, Mario Vruna. E’ stata una serata piacevole, leggera, istruttiva.
Una figura, quella di Berlinguer, amata dai suoi compagni e stimata dagli avversari. Un leader carismatico la cui eredità appare controversa. Grande fu il suo contributo per affermare il valore universale e non strumentale della democrazia. Coraggiosa, ma incompiuta la sua autonomia dai sovietici. Molto discussa la teoria della “diversità comunista”. Dopo il filmato abbiamo letto la critica di Giorgio Napolitano all’intervista che Berlinguer rilasciò a “Repubblica” il 28 luglio 1981 per condannare il dilagare della corruzione politica e per contrastare i pericoli di svuotamento della democrazia. Nel suo “Dal Pci al socialismo europeo”, Napolitano racconta lo sconcerto suo e di Gerardo Chiaromonte. Se gli altri partiti sono ridotti a “macchina del potere e delle clientele”, come e dove trovare e alleanze per rivendicare un ruolo di guida e di alternativa per il governo, per cambiare il mondo e il modello di sviluppo? Un discorso che non funzionava perché tagliava i ponti con i socialisti. Napolitano aveva ragione. “Sì, però Berlinguer non aveva tutti i torti - dice Tullio - nel suo giudizio negativo sui socialisti di Craxi e sul loro partito occupato da affaristi”. OK, ma secondo me Berlinguer aveva torto quando sosteneva la “diversità etica dei comunisti” perché da lì alcuni hanno derivato la convinzione che i comunisti avessero il monopolio dell’onestà. Quando si è scoperto poi che la degenerazione clientelare e la politica come opportunità di carriera avevano fatto vittime anche a sinistra, siamo rimasti orfani e adesso molti sono lì che aspettano un leader in arrivo, anche da Lourdes.
Mario Vruna è rimasto colpito dalla ricostruzione dell’incontro-scontro fra Craxi e Berlinguer alle Frattocchie fatta da Alfredo Reichlin nel filmato di Minoli. Reichlin capì che Craxi non era solo uno spregiudicato sfruttatore delle sue rendite di posizione sullo scacchiere politico nella contesa tra Dc e Pci. Egli possedeva una visione politica estranea al pensiero di Berlinguer. Craxi aveva intuito le grandi trasformazioni che avrebbero portato il capitalismo a demolire le sicurezze del posto di lavoro e ad affermare il protagonismo di nuovi ceti produttivi e professionali non organizzabili dai modelli e dai linguaggi delle tradizioni socialiste e comuniste dell’Otto-Novecento. La diversità tra i due, dice Reichlin, è la seguente: Craxi proponeva una strategia di adattamento e di negoziati, mentre Berlinguer, in questo uomo del passato, proponeva di resistere. A furia di adattarsi, gli eredi di Craxi si sono trovati alla corte di Berlusconi, mentre la resistenza ha perso troppi pezzi e subito molte sconfitte. Ci spiegano che l’economia va meglio, che la crisi è alle nostre spalle, che la disoccupazione aumenterà e noi guardiamo in Tv qualcuno salire sui tetti invece di invadere le piazze.
“Adesso è tutto a rotoli” dice Tullio. Va bene, dico io. Oggi non ci sono più nei sindacati e nella sinistra scuole formative di militanti che sperimentano nell’impegno sociale e politico la loro tenuta, la loro capacità organizzativa, la loro passione, la loro competenza e creatività o onestà. Oggi ti puoi trovare consigliere comunale senza aver mai messo piede in una manifestazione, senza aver mai letto o studiato storia, romanzi, economia o poesia, senza aver mai pensato, scritto o distribuito un volantino. Non dobbiamo con ciò lasciarci consumare dalla nostalgia accompagnandola con i toni astiosi delle vanteria e del litigio. Ci sono molti modi di maturare, imparare, sapere, partecipare.
Certo, a noi tocca la ricerca di una nuova prospettiva. Non per forza e per vocazione o tradizione, neppure con la pretesa ansiosa e frustrante di cambiare il mondo con un pugno sul tavolo, ma liberamente possiamo dare il nostro contributo alla dignità della nostra generazione Non vale più la pena di svenarsi e dilapidare risorse umane e materiali nella rincorsa alle tessere, ai voti, alla visibilità di tizio contro caio. Vale invece la pena (o la gioia) di impegnarsi nel mutuo soccorso, o nell’istruzione, o nel movimento sindacale, o nell’amministrazione comunale, o nel volontariato. La politica dell’alternativa per l’uguaglianza, per l’umanità, per la salvezza della natura, è nel fare società.
Lo zio mario