Eppure
c'è
da
qualche
parte
a
Brindisi
e
nel
resto
d'Italia,
se vogliamo essere
onesti,
un
vigile
urbano
che
rifiuta
di
annullare
una
contravvenzione
meritata
dal
notabile.
O
un
medico
che
non firma
un
falso
certificato
di
invalidità.
O
un
artigiano
che
rifiuta
di
pagare
il
pizzo.
O
un
funzionario
pubblico
che
non accetta
una
mazzetta.
O un commerciante che rifiuta di
pagarla
per
aprire
domani.
O
un
politico
che
non
fa
raccomandazioni
per
sistemare
parenti
e
amici
in
cambio
di
voti.
O un raccoglitore di pomodori e arance che si ribella al suo
caporale. O
un
amministratore
comunale
che
non trucca
una
gara
d'appalto.
O
un
muratore
che
denuncia
il
mancato
rispetto
delle
norme
di
sicurezza
nel
suo
cantiere.
O
un
metalmeccanico
che
non
rinuncia
alle
sue
idee
e
alla
sua
tessera
sindacale
di
fronte
ai
ricatti
dell'impresa.
Non
è vero che “tutti
sono uguali” perchè
“tutti ormai sono
corrotti”. Non c'è
solo corruzione, c'è anche molta resistenza, dignità e lotta. C'è
e
non
abbiamo
bisogno
di martiri
per
sapere
che
c'è.
C'è,
perchè
se
non
ci
fosse,
le
bombole
di
Brindisi
non
sarebbero
scoppiate.
Perchè
quell'ordigno è esploso per
intimidire
quel
vigile,
quel
funzionario,
quel
medico,
quell'artigiano,
quel
raccoglitore
di
pomodori
e
quel
muratore.
E'
scoppiato
per
convincere
tutti
gli
altri
a
tirare
dritto
e
a
farsi
gli
affari
propri.
Una buona volta.
Il
Circolo nonese di Rifondazione comunista “Teresa Noce”
LIBERO CHI
LEGGE
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