Sono andato a rileggermi il progetto targato Agrienergia e mi sono accorto di aver decisamente sbagliato a fare i conti.
Nel senso che quel 70% di SAU (superficie agricola utile) a cui facevo riferimento nella lettera aperta corrisponde in realtà alla quota di terreni destinati a "colture energetiche per alimentare l’impianto ed il loro bestiame" (225 ettari/315 ettari = 0.71) mentre nel progetto viene specificato che "per produrre la biomassa necessaria per soddisfare il piano di alimentazione previsto sarà necessario coltivare circa, 143 ha di silomais", corrispondente quindi al 45% della SAU (143 ettari/315 ettari = 0.45).
Continuo a pensare che la quota di silomais sia a dir poco eccessiva (sull'intera massa di combustibile il silomais pesa per il 43.6% del totale e comunque distrarre da altre coltivazioni il 45% dei propri terreni mi pare un'enormità) ma ammetto che la quantità di terreni necessari alla sua produzione risulta sensibilmente inferiore a quanto da me precedentemente affermato.
Chiedo scusa, in primo luogo ai soci di Agrienergia, per il grossolano errore anche se confermo, in ultima analisi, la mia posizione critica nei riguardi non di un qualsiasi progetto di impianto a biogas a None, sia ben chiaro, ma precisamente nei confronti di quello "in discussione".
Nel senso che quel 70% di SAU (superficie agricola utile) a cui facevo riferimento nella lettera aperta corrisponde in realtà alla quota di terreni destinati a "colture energetiche per alimentare l’impianto ed il loro bestiame" (225 ettari/315 ettari = 0.71) mentre nel progetto viene specificato che "per produrre la biomassa necessaria per soddisfare il piano di alimentazione previsto sarà necessario coltivare circa, 143 ha di silomais", corrispondente quindi al 45% della SAU (143 ettari/315 ettari = 0.45).
Continuo a pensare che la quota di silomais sia a dir poco eccessiva (sull'intera massa di combustibile il silomais pesa per il 43.6% del totale e comunque distrarre da altre coltivazioni il 45% dei propri terreni mi pare un'enormità) ma ammetto che la quantità di terreni necessari alla sua produzione risulta sensibilmente inferiore a quanto da me precedentemente affermato.
Chiedo scusa, in primo luogo ai soci di Agrienergia, per il grossolano errore anche se confermo, in ultima analisi, la mia posizione critica nei riguardi non di un qualsiasi progetto di impianto a biogas a None, sia ben chiaro, ma precisamente nei confronti di quello "in discussione".
Mi piacerebbe che un confronto schietto con gli estensori del progetto biogas potesse comunque avere luogo, anche se in extremis, e che la lettera aperta, nonostante l'imperdonabile errore, non restasse lettera morta.
Roberto Cerchio
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