Flavio Rabbia |
La
Lega si
trova nell'occhio
del ciclone.
Chi ce
l'aveva
duro, in
realtà ce
l'ha
d'oro.
La difficoltà
è comprensibile
e anche
rispettabile per
quel pugno
di militanti
del Carroccio
che il
22 aprile hanno
montato in
piazza Cavour
un gazebo
a difesa
di una
posizione largamente
compromessa. Per
questo, a
mio parere,
(e solo
per questo)
i militanti
leghisti nonesi
meritano di
essere rispettati,
molto più
di tanti
loro elettori
che sono
sostanzialmente vili
perchè vorrebbero
che qualcuno
o qualcosa
facesse saltare
per aria
la baracca
della burocrazia,
riducesse le
tasse e
allontanasse gli
stranieri. A
condizione, beninteso,
che questa
rivoluzione non
comporti il
disturbo del
loro quieto
vivere quotidiano.
Quanto a
metterci la
faccia, questo
è un
altro paio
di maniche.
Le
stesse cose
si possono
dire di
gran parte
degli elettori
di sinistra.
Non vorrai
dirmi che
il caso
Lusi (e
collusi) sia
meno grave
del caso
Belsito? Il
Pd non
ha sentito
il bisogno
nemmeno di
una riga,
altro che
gazebo. Che
differenza c'è
fra l'indignazione
a scoppio
ritardato di
Maroni e
le querele
indignate di
Rutelli, anche
lui vittima
come Scaiola
delle macchinazioni
del signor
Insaputa? Molto
nostalgici della
Resistenza, del
'68-69 e di
Berlinguer, molto
duri con
i sindacati,
molto esigenti
con i
loro parlamentari,
molti elettori
della sinistra
sono fermi.
Se gli
chiedi di
impegnarsi mezz'ora
alla luce
del sole
hanno tutti
qualcosa di
più importante
da fare.
Il
deperimento della
democrazia non
è solo
in alto.
E' tutto
qui, in
basso, nella
passività dei
cittadini, dei
lavoratori, delle
famiglie, dei
giovani.
E
vabbè. Come
dice Mazzolari
che Carla
Benotti ci
ha ricordato
il 25 aprile,
noi ci
impegniamo senza
accusare o
condannare chi
non si
impegna. Però.
Mario
Dellacqua
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