Il biogas approda sulle rive dell'Essa |
Con
l'assemblea
pubblica
dello
scorso
8 giugno
si
chiude
la
prima
fase
della
vita
del
Comitato
“Energia,
Ambiente
e
Territorio”
che
si
era
impegnato
prima
con
grande
decisione
contro
l'insediamento
della
centrale
Benarco,
poi
con
molta
incertezza
sull'impianto
a
biogas
proposto
dagli
imprenditori
nonesi
di
“AgriEnergia”.
Contro
le
biomasse
di
Benarco
il
consenso
fu
quasi
unanime
e
l'impegno
del
Comitato
è
stato
decisivo
a
trascinare
la
riluttante
amministrazione
comunale
verso
una
posizione
di
rigetto
dell'iniziativa.
Due
Consigli
comunali
sono
stati
convocati
il 22 febbraio e il 23 novembre 2010 per
votare
ordini
del
giorno
contrari
alla
centrale
o
per
deliberare
il
ricorso
al
TAR
esclusivamente
su sollecitazione
del
Comitato,
raccolta
dalla
minoranza
di
Alternativa.
Il
Sindaco
sarebbe
ancora
lì
a
traccheggiare
tra
il
favorevole
e
il
non
contrario.
E
senza
l'attivismo
del
Comitato
non
avrebbe
avuto
luogo
la
manifestazione
del
10 giugno
dello
scorso
anno:
l'assessore
Garrone
avrebbe
preferito
farla
a
Torino,
ma
la
cittadinanza
ha
saputo
esprimere
ugualmente
forte
e
chiara
la
sua
volontà
a
None.
Speriamo
che
la
Provincia
dichiari
presto decaduta
l'autorizzazione,
a
novembre
2011 prorogata
per
sei
mesi,
scaduti
il
30 maggio.
Sarebbe
una
vittoria
popolare
che
dimostra
l'utilità
dell'impegno
civico
unitario,
quando
capace
di
scavalcare
gli
steccati
e
di
raccogliere
la
collaborazione
leale
tra
i
diversi.
Sulla
vicenda
dell'impianto
a
biogas
invece
il
Comitato
ha
ottenuto
poco
o
niente. Il
Comune
idem,
perchè
lo
sconto
del
35% medio
sulle
bollette
da
pagare
in
18 anni
per
il
riscaldamento
trasforma
in
una
fonte
di
reddito
(circa 1milione e 170mila euro per
AgriEnergia)
il
calore
che
l'impianto
disperderà nell'atmosfera.
Vendendo uno scarto della sua attività principale che non avrebbe
alcun valore commerciale, AgriEnergia
incassa il doppio di ciò che spende per realizzare il
teleriscaldamento. Investimenti intensivi in risparmio energetico
(coibentazioni, adeguamento degli infissi) permetterebbero lo stesso
risparmio e la spesa potrebbe essere ammortizzata nell'arco di 5-6
anni. La Convenzione sarebbe accettabile se il Comune ammortizzasse i
500mila euro circa del teleriscaldamento versando per 20 anni 25mila
euro all'anno in cambio della fornitura gratis dell'energia per
scuole, palestra e Municipio. Senza escludere le spese che il Comune
dovrà sostenere per la manutenzione e l'ammortamento degli attuali
impianti di riscaldamento: essi vanno tenuti in efficienza in caso di
fermata della centrale fino a 10 giorni (vedi bozza della Convenzione
art.2 comma 5).
Se
avessero
voluto
un
accordo
più
favorevole
alla
collettività
locale,
Sindaco
e
Giunta
avrebbero
dovuto
negoziare
i
termini
della
Convenzione
prima
dell'autorizzazione
della
Provincia.
Cosa
che
si
sono
ben
guardati di
fare.
Anzi, alla
Conferenza
dei
Servizi
hanno
evitato
la
partecipazione
di
voci
in
fastidiosa
controtendenza
e
hanno
spalancato
le
porte
al
progetto
della
Cooperativa.
Un
risultato
più
favorevole
sarebbe
stato
forse
possibile
qualora
il
Comitato
avesse
rappresentato
con
decisione
alla
Conferenza
dei
Servizi
le
obiezioni
sue
e
di
parte
della
cittadinanza.
Un
ricorso
al
TAR
(tipo
Carmagnola)
poteva
mettere
in
pericolo
la
conclusione
dei
lavori
in
tempo
utile
per
concorrere
alla
riscossione
delle
incentivazioni
pubbliche.
Ma
- siamo
onesti
- il
Comitato
non
ha
avuto
la
determinazione
di
farlo.
L'assessore
Garrone
ha
detto
che
la
Convenzione
è
ancora
una
bozza.
Vedremo
presto
se
la
Giunta
sarà
capace
di
strappare
qualche
beneficio
più
sostanzioso
per
i
nonesi.
La
sua
partecipazione
all'assemblea
del
9 giugno
non
ha
dato
grandi
speranze
in
questa
direzione
e
aveva
tutta
l'aria,
come
al
solito,
di
un
giro
ispettivo
effettuato
su
commissione
degli
organi
superiori.
Non era importante discutere
di
come
chiudere
la
stalla.
D'altra
parte,
si era operato diligentemente per far uscire in tempo i buoi.
Non era importante rispondere a Nino Contu: l'inquinamento è più
accettabile se provocato da imprenditori locali? Tanto,
Contu non lo sposti dal Pd e il Pd è innocuo. O a Giuliano Carletti:
l'assenza di programmazione territoriale espone il Comune ad
accettare tutte le richieste delle imprese. Tanto,
Carletti ha il torto di essere leghista. Vuoi abbassarti? Era
molto
più
importante
rilevare
la
pericolosità
politica
del
numero
delle
presenze,
dirci
che
l'assemblea
era
“poco
significante”
e,
contemporaneamente,
stroncare
sul
nascere
ogni
accusa
di
arroganza
in
agguato.
Calcoletti
prelettorali
sulle
rive
del
Chisola.
AgriEnergia
di
Claudio
Giordana
non
è
da
meno.
Scrive
“sempre
disponibili”
quando
si
capisce
lontano
un
miglio
che
vuol
dire
“manco
vi
caghiamo”.
Alla lettera di Roberto Cerchio i “sempre
disponibili” non si
sono degnati di dare uno straccio di risposta. Il loro comportamento
paga finchè i cittadini sonnecchiano. Sonnecchia chi spiega ogni
volta di non poter fare nulla o di non avere poteri per contrattare
con le imprese. E sonnecchia chi si candida per mettersi al posto
degli amministratori sonnecchianti. Gli opposti sonnecchiamenti
indosseranno nelle competizioni elettorali la maschera grottesca di
una finta gara tra diversi che sanno di essere pericolosamente
uguali. Noiosamente uguali.
Non
vedo bene la delega, sia quando la ricevo, sia quando la do. Ecco
perchè, restando socialista e comunista, sono diventato anche
anarchico. The long
and winding road. Un
cammino lungo e tortuoso.
Mario
Dellacqua
Stavo proprio sonnecchiando quando mi sento un poco tirato per la giacca e quindi sobbalzo, mi stropiccio gli occhi e decido di dire la mia; nulla di nuovo, ma spero possa apparire finalmente chiara.
RispondiEliminaConvengo che la serata dell’otto giugno sia stata mediocre, non tanto perché disertata dalle parti maggiormente coinvolte, quanto perché oltremodo fuori tempo, maledettamente. Dici bene: cosa serve correre a chiudere la porta quando la stalla è pressoché vuota ?; null’altro che aiutare a costruire un alibi ed ad alleviare il senso di colpa per non essere stati attenti o essere stati viceversa fatalisti nel valutare un progetto così complesso. Voglio farti notare che la mia assenza all’angolo risale praticamente a quella volta che, parlando del progetto da poco presentato del biogas ho sostenuto che la cosa più importante da fare, in quel momento l’unica, era quella di accertarsi che le problematiche ambientali (inquinamento della falda, esalazioni sgradevoli, emissioni di rumori molesti, impatto visivo piuttosto che congestionamento del traffico, nonché l’aspetto del ciclo biologico-naturale agricolo e connesse problematiche idrogeologiche), rientrassero nella tollerabilità; a quel punto aggiungevo che, stante la specificità e complessità del progetto, una simile istruttoria non poteva che essere svolta da un professionista esperto e competente.
Senza eccellere in fantasia e originalità, ho ripetuto la solfa in occasione di uno dei pochi incontri a cui sono stato chiamato a partecipare alla presenza del Sindaco e di buona parte della amministrazione in sala consiglio e di tutta risposta, mi sento dire, e quindi leggo sull’Eco del Chisone, che il comune non può affidare incarichi di consulenza (…nonostante avessi da poco chiesto chiarimenti in merito ad un affidamento di un esoso incarico per la ristrutturazione del sito web del comune, concretizzatosi di li a poco).
Fatti salvi i requisiti ed il rispetto della normativa ambientale, mi pare che il progetto in parola rientri in un quadro non solo regionale e/o nazionale, ma internazionale, rifacendosi alle migliori aspettative e prerogative che il c.d. trattato di Kyoto da circa 15 anni propone ed auspica.
Ciò detto, subordinare il rilascio del permesso di un progetto che in linea teorica è apparso regolare e conforme alla normativa a concessioni contrattualistiche troppo astringenti, ritengo essere un atteggiamento vessatorio, fuori peraltro da regole che ne assicurano la trasparenza o che rischiano di ridursi in personalismi, talvolta anche inutili ed inefficaci. Clausole machiavelliche e condizioni cavillose rischiano di ritardare artatamente l’esecuzione dei lavori e quindi vanificare un’opportunità imprenditoriale nell’ambito di un settore da tempo trascurato e dimenticato.
Troppe volte la sera dell’otto giugno si è parlato di speculazione incontrollata, quasi come se questa dovesse essere per forza contrastata, dimenticando nella maniera più assoluta il rischio di impresa a cui il proponente si espone, autonomamente.
Infine, ho voluto-dovuto respingere, forse mancando di eleganza e garbo, quelle insinuazioni che tentavano di descrivere l’opposizione incapace, svogliata, assente, talvolta complice. Ho aggiunto e lo confermo, che non sono e non voglio essere un esemplare da ring, disposto a trovarmi puntualmente in disaccordo con la maggioranza piuttosto che a negare categoricamente ogni proposta.
Col vostro permesso torno a sonnecchiare, ma non temete di disturbarmi, abbiate solo il buon gusto di chiamarmi per nome e a voce alta nel caso steste davvero cercando me. Buona notte. Scaglia Mario.