mercoledì 13 giugno 2012

TIRATEMI SU IL MORALE


Il biogas approda sulle rive dell'Essa 

Con l'assemblea pubblica dello scorso 8 giugno si chiude la prima fase della vita del Comitato Energia, Ambiente e Territorioche si era impegnato prima con grande decisione contro l'insediamento della centrale Benarco, poi con molta incertezza sull'impianto a biogas proposto dagli imprenditori nonesi diAgriEnergia.
Contro le biomasse di Benarco il consenso fu quasi unanime e l'impegno del Comitato è stato decisivo a trascinare la riluttante amministrazione comunale verso una posizione di rigetto dell'iniziativa. Due Consigli comunali sono stati convocati il 22 febbraio e il 23 novembre 2010 per votare ordini del giorno contrari alla centrale o per deliberare il ricorso al TAR esclusivamente su sollecitazione del Comitato, raccolta dalla minoranza di Alternativa. Il Sindaco sarebbe ancora lì a traccheggiare tra il favorevole e il non contrario. E senza l'attivismo del Comitato non avrebbe avuto luogo la manifestazione del 10 giugno dello scorso anno: l'assessore Garrone avrebbe preferito farla a Torino, ma la cittadinanza ha saputo esprimere ugualmente forte e chiara la sua volontà a None.

Speriamo che la Provincia dichiari presto decaduta l'autorizzazione, a novembre 2011 prorogata per sei mesi, scaduti il 30 maggio. Sarebbe una vittoria popolare che dimostra l'utilità dell'impegno civico unitario, quando capace di scavalcare gli steccati e di raccogliere la collaborazione leale tra i diversi.
Sulla vicenda dell'impianto a biogas invece il Comitato ha ottenuto poco o niente. Il Comune idem, perchè lo sconto del 35% medio sulle bollette da pagare in 18 anni per il riscaldamento trasforma in una fonte di reddito (circa 1milione e 170mila euro per AgriEnergia) il calore che l'impianto disperderà nell'atmosfera. Vendendo uno scarto della sua attività principale che non avrebbe alcun valore commerciale, AgriEnergia incassa il doppio di ciò che spende per realizzare il teleriscaldamento. Investimenti intensivi in risparmio energetico (coibentazioni, adeguamento degli infissi) permetterebbero lo stesso risparmio e la spesa potrebbe essere ammortizzata nell'arco di 5-6 anni. La Convenzione sarebbe accettabile se il Comune ammortizzasse i 500mila euro circa del teleriscaldamento versando per 20 anni 25mila euro all'anno in cambio della fornitura gratis dell'energia per scuole, palestra e Municipio. Senza escludere le spese che il Comune dovrà sostenere per la manutenzione e l'ammortamento degli attuali impianti di riscaldamento: essi vanno tenuti in efficienza in caso di fermata della centrale fino a 10 giorni (vedi bozza della Convenzione art.2 comma 5).
Se avessero voluto un accordo più favorevole alla collettività locale, Sindaco e Giunta avrebbero dovuto negoziare i termini della Convenzione prima dell'autorizzazione della Provincia. Cosa che si sono ben guardati di fare. Anzi, alla Conferenza dei Servizi hanno evitato la partecipazione di voci in fastidiosa controtendenza e hanno spalancato le porte al progetto della Cooperativa.
Un risultato più favorevole sarebbe stato forse possibile qualora il Comitato avesse rappresentato con decisione alla Conferenza dei Servizi le obiezioni sue e di parte della cittadinanza. Un ricorso al TAR (tipo Carmagnola) poteva mettere in pericolo la conclusione dei lavori in tempo utile per concorrere alla riscossione delle incentivazioni pubbliche. Ma - siamo onesti - il Comitato non ha avuto la determinazione di farlo.
L'assessore Garrone ha detto che la Convenzione è ancora una bozza. Vedremo presto se la Giunta sarà capace di strappare qualche beneficio più sostanzioso per i nonesi. La sua partecipazione all'assemblea del 9 giugno non ha dato grandi speranze in questa direzione e aveva tutta l'aria, come al solito, di un giro ispettivo effettuato su commissione degli organi superiori. Non era importante discutere di come chiudere la stalla. D'altra parte, si era operato diligentemente per far uscire in tempo i buoi. Non era importante rispondere a Nino Contu: l'inquinamento è più accettabile se provocato da imprenditori locali? Tanto, Contu non lo sposti dal Pd e il Pd è innocuo. O a Giuliano Carletti: l'assenza di programmazione territoriale espone il Comune ad accettare tutte le richieste delle imprese. Tanto, Carletti ha il torto di essere leghista. Vuoi abbassarti? Era molto più importante rilevare la pericolosità politica del numero delle presenze, dirci che l'assemblea era poco significante e, contemporaneamente, stroncare sul nascere ogni accusa di arroganza in agguato. Calcoletti prelettorali sulle rive del Chisola.
AgriEnergia di Claudio Giordana non è da meno. Scrive sempre disponibili quando si capisce lontano un miglio che vuol dire “manco vi caghiamo”. Alla lettera di Roberto Cerchio i “sempre disponibili” non si sono degnati di dare uno straccio di risposta. Il loro comportamento paga finchè i cittadini sonnecchiano. Sonnecchia chi spiega ogni volta di non poter fare nulla o di non avere poteri per contrattare con le imprese. E sonnecchia chi si candida per mettersi al posto degli amministratori sonnecchianti. Gli opposti sonnecchiamenti indosseranno nelle competizioni elettorali la maschera grottesca di una finta gara tra diversi che sanno di essere pericolosamente uguali. Noiosamente uguali.
Non vedo bene la delega, sia quando la ricevo, sia quando la do. Ecco perchè, restando socialista e comunista, sono diventato anche anarchico. The long and winding road. Un cammino lungo e tortuoso.

Mario Dellacqua

1 commento:

  1. Stavo proprio sonnecchiando quando mi sento un poco tirato per la giacca e quindi sobbalzo, mi stropiccio gli occhi e decido di dire la mia; nulla di nuovo, ma spero possa apparire finalmente chiara.
    Convengo che la serata dell’otto giugno sia stata mediocre, non tanto perché disertata dalle parti maggiormente coinvolte, quanto perché oltremodo fuori tempo, maledettamente. Dici bene: cosa serve correre a chiudere la porta quando la stalla è pressoché vuota ?; null’altro che aiutare a costruire un alibi ed ad alleviare il senso di colpa per non essere stati attenti o essere stati viceversa fatalisti nel valutare un progetto così complesso. Voglio farti notare che la mia assenza all’angolo risale praticamente a quella volta che, parlando del progetto da poco presentato del biogas ho sostenuto che la cosa più importante da fare, in quel momento l’unica, era quella di accertarsi che le problematiche ambientali (inquinamento della falda, esalazioni sgradevoli, emissioni di rumori molesti, impatto visivo piuttosto che congestionamento del traffico, nonché l’aspetto del ciclo biologico-naturale agricolo e connesse problematiche idrogeologiche), rientrassero nella tollerabilità; a quel punto aggiungevo che, stante la specificità e complessità del progetto, una simile istruttoria non poteva che essere svolta da un professionista esperto e competente.
    Senza eccellere in fantasia e originalità, ho ripetuto la solfa in occasione di uno dei pochi incontri a cui sono stato chiamato a partecipare alla presenza del Sindaco e di buona parte della amministrazione in sala consiglio e di tutta risposta, mi sento dire, e quindi leggo sull’Eco del Chisone, che il comune non può affidare incarichi di consulenza (…nonostante avessi da poco chiesto chiarimenti in merito ad un affidamento di un esoso incarico per la ristrutturazione del sito web del comune, concretizzatosi di li a poco).
    Fatti salvi i requisiti ed il rispetto della normativa ambientale, mi pare che il progetto in parola rientri in un quadro non solo regionale e/o nazionale, ma internazionale, rifacendosi alle migliori aspettative e prerogative che il c.d. trattato di Kyoto da circa 15 anni propone ed auspica.
    Ciò detto, subordinare il rilascio del permesso di un progetto che in linea teorica è apparso regolare e conforme alla normativa a concessioni contrattualistiche troppo astringenti, ritengo essere un atteggiamento vessatorio, fuori peraltro da regole che ne assicurano la trasparenza o che rischiano di ridursi in personalismi, talvolta anche inutili ed inefficaci. Clausole machiavelliche e condizioni cavillose rischiano di ritardare artatamente l’esecuzione dei lavori e quindi vanificare un’opportunità imprenditoriale nell’ambito di un settore da tempo trascurato e dimenticato.
    Troppe volte la sera dell’otto giugno si è parlato di speculazione incontrollata, quasi come se questa dovesse essere per forza contrastata, dimenticando nella maniera più assoluta il rischio di impresa a cui il proponente si espone, autonomamente.
    Infine, ho voluto-dovuto respingere, forse mancando di eleganza e garbo, quelle insinuazioni che tentavano di descrivere l’opposizione incapace, svogliata, assente, talvolta complice. Ho aggiunto e lo confermo, che non sono e non voglio essere un esemplare da ring, disposto a trovarmi puntualmente in disaccordo con la maggioranza piuttosto che a negare categoricamente ogni proposta.
    Col vostro permesso torno a sonnecchiare, ma non temete di disturbarmi, abbiate solo il buon gusto di chiamarmi per nome e a voce alta nel caso steste davvero cercando me. Buona notte. Scaglia Mario.

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