Le
ACLI di Torino ribadiscono con determinazione la propria autonomia da partiti e
formazioni politiche e chiedono alla politica scelte di equità, solidarietà e
giustizia redistributiva.
Le ACLI
(Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani) raccogliendo le istanze dei propri
gruppi dirigenti e di moltissimi aderenti al movimento, ribadiscono con
determinazione la propria autonomia e non collateralismo rispetto a partiti e
formazioni politiche, il proprio pluralismo, in coerenza con la propria mission
di associazione di promozione sociale quale luogo plurale, aperto ai diversi
punti di vista, laboratorio di democrazia e di cittadinanza attiva, in cui
costruire pensiero sociale libero, collettivo e solidale.
Nel
corso delle ultime settimane le Acli sono state ripetutamente e con insistenza
accostate al percorso del movimento ‘Verso la terza repubblica’ che il 17
novembre si è di fatto costituito in qualità di soggetto politico, collocato al
centro dello schieramento, e con la esplicita prospettiva di partecipare alle
prossime elezioni politiche, anche se in forme non ancora definite e, come
tale, segnalato dai media.
L’adesione
di Andrea Olivero, Presidente nazionale Acli, a questa aggregazione e i suoi
ripetuti interventi hanno determinato la rappresentazione secondo cui il
movimento aclista sia posizionato in quell’area politica e impegnato
direttamente alla costruzione del nuovo soggetto, sebbene lo stesso Presidente
all’interno dell’Associazione (negli organi e in una lettera recente ai
territori) abbia ribadito che il percorso intrapreso non coinvolga
l’Associazione, ma sia condotto a titolo personale.
Le Acli
riaffermano la propria autonomia e il pluralismo nelle scelte politiche dei
propri aderenti. Gli orientamenti congressuali di autonomia e pluralismo delle
scelte politiche, di laicità di credenti adulti, di fedeltà al lavoro e agli
ultimi, che costituiscono il patrimonio storico dell’Associazione, esigono che
qualsiasi scelta dei propri dirigenti di aderire ad una forza politica sia a
titolo personale e richieda un preventivo atto che permetta nella chiarezza di
mantenere integra l’autonomia ideale e politica del movimento, il valore delle
esperienze vitali dell’associazione nella società civile e nel mondo del
lavoro. Per questo motivo le Acli torinesi chiedono al proprio Presidente
nazionale di impegnarsi personalmente per ristabilire e garantire alle ACLI
quella autonomia che oggi è compromessa.
Le
Acli torinesi, nel quadro di questa libertà di scelta e pluralismo del
movimento, evidenziano la distanza culturale e sociale espressa dai propri
associati e dirigenti rispetto alle scelte del nuovo soggetto politico guidato
da Luca di Montezemolo. La storia delle
Acli si muove nel solco del cattolicesimo democratico e sociale e si
concretizza da oltre sessant’anni nell’adesione alle ragioni del lavoro e della
sua dignità, alle battaglie per la promozione delle persone più fragili ed
indifese, all'impegno per l'affermazione degli ideali di solidarietà,
uguaglianza, legalità e sussidiarietà. Sul piano politico queste istanze
trovano un riscontro coerente in posizioni che cercano una via per superare,
attraverso scelte di equità, solidarietà, giustizia redistributiva e contrasto
dell’illegalità e della corruzione, le diseguaglianze e le ingiustizie sociali.
Le
politiche di rigore, forse inevitabili in una fase in cui si è dovuto
rapidamente ricostruire dopo i danni creati dai lunghi anni di governi di
centro destra, non possono rappresentare la via d’uscita permanente e devono,
in ogni caso, essere sostenute maggiormente da chi ha più risorse, affinché non
danneggino ulteriormente chi paga già ora i costi più alti del nuovo assetto
economico-finanziario globale. L’accento su politiche liberiste che chiedono
allo Stato di arretrare maggiormente nella gestione dei beni comuni non ci
sembrano coerenti con l’urgenza di avviare invece politiche di sviluppo e di
crescita dell'occupazione per ricostruire il patto sociale tra le generazioni,
tra i territori diversi del nostro paese, tra i vecchi e i nuovi cittadini.
Le Acli
considerano fondamentale in questa fase una profonda riforma della politica e
degli stessi partiti, necessaria per riavvicinare le persone ai propri
rappresentanti e per contrastare fenomeni di populismo sempre più consistenti.
Ritengono però che questo processo debba essere condotto a partire dai
cittadini e dai territori, favorendo la partecipazione politica dal basso,
valorizzando i mondi vitali che operano nelle nostre comunità locali e che sono
stati fondamentali in questi anni nel costruire un argine contro la
devastazione della crisi economica e sociale.
Appropriarsi
delle sigle di movimenti e associazioni racchiudendole in spazi politici troppo
stretti presenta inevitabilmente l’effetto collaterale di demotivare e
allontanare chi svolge la propria azione avendo in mente unicamente la
salvaguardia del bene comune e la tutela dei diritti delle persone più deboli.
Per le Acli di Torino La Presidenza Provinciale
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