Orso con Renato Lattes (CGIL) |
Il libro di Piero è smilzo, però anche i suoi
sassi di gommapiuma pesano.
Su di me pesano le parole di Piero.
In realtà non ho mai capito questo compagno. L'ho
accettato, stimato, rispettato, anche incazzandomi.
Forse non ho mai capito nessuno. Nè tanto nè poco.
Piero crede in quello che fa. In questo momento
combatte la sua battaglia di retroguardia con il pessimismo della
ragione. Gli auguro di tutto cuore di riuscire a lasciare un segno su
quelli a cui si rivolge. Ai compagni di belle speranze (nostre, non
loro) che sono “rifluiti” nell'“arte”. Ai compagni che, presi
a legnate dalla vita e dalle loro contraddizioni, si rifugiano
nell'arte, (o in qualsiasi altra attività) raccontandosi la
favoletta del realizzarsi; forse è il loro modo di sopravvivere, la
loro morfina, il loro brigatismo.
Io non li sopporto più. Ma forse non sopporto più
nemmeno me stesso. Piero, non solo li sopporta, ma li accetta. Con
molti dubbi, con molte perplessità, conduce la sua battaglia
quotidiana. Piero cerca di comunicare a questi ragazzi, (a quelli che
si avvicinano alle attività di animazione, in particolare) il suo
modo d'essere e vivere l'arte, come l'unico modo possibile e
praticabile.
L'arte, o qualsiasi altra attività, non può essere
fine a se stessa.
Deve servire agli altri per stimolare la voglia di
accrescere la conoscenza.
Riuscirà? Sono idealmente al suo fianco.
Ma a me sono rimasti solo i dubbi e le incertezze.
Non do battaglie. Al massimo le mie sono scaramucce. Per un senso
(malinteso) del dovere, combatto, ma non ci credo più.
Continuo a stare al mio posto, mi illudo di
consentire ad altri di rientrare.
A chi riesce a pensare, ti metto nel mazzo, assieme
a Piero, non ti offendere, a voi giovani, insomma, delego la
strategia. A me, se ne avrò ancora il fiato, irrimediabilmente
“vecchio” indicatemi la tattica. Saprò eseguire.
Non ho più l'ottimismo della volontà, non sono
riuscito a vederlo nelle parole di Piero.
Eppure c'era.
Datevi da fare ragazzi, prima che io decida di
fermare il mondo e scenda.
Siamo in molti, in troppi. La scorciatoia è lo
scendere.
Orso
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