Sabato
24 novembre, dietro mandato del Comitato Centrale di sezione, pervenutomi
esplicitamente dal presidente e da tutti gli altri membri, secondo la nota
formula ribattezzata per l’occasione silenzio-assenza, mi recavo in solitaria
alla volta di Alba per incontrare Lorenza Balbo, onde prendere umani e diretti
contatti con la stessa.
L’incontro
è avvenuto in occasione di una conferenza tenuta all’interno del programma
delle celebrazioni per i 23 giorni della Repubblica di Alba. Relatori, oltre
alla Balbo, Mario Renosio, direttore scientifico dell’Istituto per la storia
della Resistenza della provincia di Asti (http://www.israt.it).
Prima
di parlarvi del mio colloquio con la
Balbo , vorrei condividere alcune suggestioni della mattinata,
per chi voglia leggerli. La conferenza si è rivelata molto interessante, ancor
più per me che sono a digiuno degli eventi che hanno caratterizzato la Resistenza
in Piemonte. Erano presenti in sala alcuni partigiani, come potete immaginare
molto in là negli anni, sia uomini che donne, di cui purtroppo non ho colto e
segnato i nomi. Fra l’altro, nell’uditorio c’era il noto (mi auguro per voi)
cantautore cuneese Gianmaria Testa.
Il
tema di fondo era duplice, ma con obiettivo comune. Duplice in quanto Renosio
si è occupato delle operazioni militari analizzate dal punto di vista dei
nazisti, la Balbo
da quello degli alleati, Britannici in particolare. Obiettivo comune il tentare
di rispondere a quelle due o tre domande che assillano gli studiosi e
appassionati di Resistenza: fu questo un fenomeno fondamentale per il corso
degli eventi bellici? senza i partigiani saremmo arrivati comunque alla
liberazione da parte degli alleati? e via di questo passo. Alcune risposte sono
quasi ovvie. La liberazione sarebbe arrivata certamente. Altre, pare, lo sono
di meno e costituiscono peraltro il grimaldello con cui certo revisionismo
cerca di scardinare i fondamenti della nostra Costituzione Repubblicana.
Analizzare
le opinioni degli altri attori della guerra (nazifascisti, alleati) porta ad
attribuire alla Resistenza, in questo caso nella zona tra la provincia di
Parma, il basso Piemonte e l’Appennino Ligure, un contributo fondamentale per
lo svolgimento e l’esito della seconda guerra mondiale. Questo dunque
l’obiettivo della conferenza.
Renosio
ha fatto riferimento ad alcuni documenti (rapporti militari al comando tedesco
o della RSI, comunicazioni non ufficiali tra militari) in cui il nemico
riconosce il valore militare e strategico della Resistenza e la difficoltà di
controllare quella zona fondamentale in caso di sbarco alleato in Liguria o nel
sud della Francia.
D’altro
canto le missioni militari britanniche avevano l’obiettivo di sostenere i
partigiani nella loro opera di ostacolo alle operazioni di movimentazione e
gestione delle truppe tedesche, a dimostrazione del fatto che anche gli alleati
ritenevano fondamentale il contributo italiano per la liberazione dell’Europa e
per la vittoria sulla Germania nazista. La Balbo si è dilungata poi in dettagli sulle
missioni. La missione "Donum" in cui era coinvolto Pat O’Regan è
stata solo brevemente menzionata tra le missioni afferenti alla più importante
missione "Flap/Fin", organizzata per supportare la resistenza
francese e italiana e creare un legame tra i gruppi partigiani. Comunque, nulla
di più che una citazione.
Interessante
la chiusura della conferenza: sono stati mostrati alcuni filmati inediti girati
dagli inglesi nel giugno del '45
a scopo propagandistico per testimoniare il tipo di
supporto fornito ai partigiani (trasferimento di vettovaglie e armi dalla base
del SOE di Monopoli al campo volo di Vesime) ed altro materiale video
riguardante la Resistenza
nelle Langhe.
Il
momento più toccante è stato però quello dell’ingresso di uno dei partigiani
(se non ho capito male presidente onorario dell’Anpi della provincia di Cuneo),
avvenuto a conferenza già iniziata. Un altro partigiano, incurante dello
svolgimento della conferenza e della moglie (credo) che imbarazzata cercava di
fermarlo, si è alzato dal suo posto e gli è andato incontro. Immaginate la
lentezza dei movimenti di due vecchi affaticati e sofferenti. L’oratore ha
smesso di parlare e tutta la sala è stata come rapita da quel gesto. Il saluto
tra i due partigiani è stato così intenso che nello sguardo di molti ho visto
comparire lacrime di commozione. C’è stato un applauso molto sentito. Credo che
questi dieci minuti mi abbiano ripagato abbondantemente della sveglia mattutina
e del viaggio!
E
vengo ora al colloquio con Lorenza Balbo. Innanzitutto mi ha colpito la sua
figura. Condizionato forse da ciò che mi aspettavo, una grigia e polverosa
nonnina, complice il pensiero che vive a Londra tra gli archivi a cercar
notizie sui partigiani (il padre e il nonno rispettivamente medaglia d’argento
e d’oro al valore militare). E invece si tratta di donna vitale e giovanile con
spiccata capacità di intrattenere l’uditorio.
Al
mio arrivo sono andato a presentarmi, a porgere i saluti del comandante
Roberto, con cui ha scambiato qualche mail, e di voi tutti. Le ho raccontato in
breve quello che abbiamo in mente di organizzare, del coinvolgimento del
professor Berrettini, insomma quanto già credo le fosse stato preannunciato dal
nostro presidente. Ho cercato di comunicarle il nostro interesse ad averla da
noi e l’entusiasmo con cui attendiamo di conoscere quanto da lei trovato negli
archivi militari a Londra. E devo dire che anche le sue risposte e il suo
atteggiamento mi hanno positivamente colpito. Mi ha ringraziato calorosamente
per la partecipazione. Mi è sembrata molto contenta del nostro invito e
desiderosa di portarci il suo contributo. Secondo lei, anche a Torino e nel
Pinerolese sono disponibili, ma non ancora valorizzate, numerose notizie
relative ai gruppi partigiani della zona e ai loro rapporti con gli alleati.
Questo potrebbe essere un punto da discutere per eventuali nostre iniziative di
ricerca. Mi ha raccontato della presenza di alcune lettere di carattere
strettamente personale tra Ghio e il capitano O’Regan, comunicandomi la sua
ritrosia nel renderle pubbliche.
Dopo
la conferenza sono passato ancora a salutarla, facendomi largo con un pizzico
di faccia tosta tra i vari personaggi che chiedevano in quell’occasione udienza
(gente che chiedeva informazioni, che consegnava bozze di libri per una
revisione, che invitava a ulteriori incontri…insomma sembrava di essere in fila
per una benedizione…). Era mancata nel colloquio precedente la parte un po’ più
organizzativa. Per lei una data possibile è da ricercare per la prossima
primavera. Le ho detto che riceverà una comunicazione da parte nostra (invito
da tutte le sezioni Anpi della zona, come da elenco inviatoci da Roberto nei
giorni scorsi) in cui le chiederemo la gentilezza di concordare data e modalità
con l’altro relatore.
Durante
questo colloquio si è avvicinato a noi il presidente dell’Anpi di Alba,
organizzatore dell'evento, anche lui entusiasta per la mia presenza. Mi ha
addirittura rimproverato di non essermi presentato prima, avrebbe voluto
citarmi nei saluti iniziali e nei ringraziamenti. Mi ha chiesto i dati della
nostra sezione (email e indirizzo della sede) per prendere con noi contatti e
condividere le iniziative. Mi ha chiesto di tenerlo informato su questa
conferenza che stiamo organizzando per parteciparvi e darne pubblicità. Mi ha
detto che ci avrebbe inviato per posta (chissà se poi se lo ricorda…) una
pubblicazione curata da loro sulle vicende della Resistenza nelle Langhe.
Abbiamo parlato poi di alcuni progetti che loro portano avanti da qualche anno,
in particolare con le scuole. Anche per questo penso che non sarebbe male
tenere i contatti con loro. Magari riusciamo a cogliere qualche buona idea da
trasferire a None.
Nel
salutarvi tutti caramente, mi scuso per la lunghezza del resoconto. Che dire,
la prossima volta scegliete un delegato più sbrigativo.
A
presto
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