Mauro, Maria, Battista, Giovanna, Mario, Piero |
Sabato
1 dicembre si è svolta a Pinerolo l'assemblea annuale di Alp-Cub, il sindacato
pinerolese extraconfederale che cerca di organizzare i lavoratori per unire la
loro resistenza nelle fabbriche, negli uffici e nelle campagne alla ricerca più
generale di una via d'uscita (di lotta, solidarietà e uguaglianza) dal modello
di sviluppo all'origine della crisi economica che attraversa tutti i paesi
dell'Occidente capitalistico. Pubblichiamo un commento di Piero Baral.
Dagli interventi emerge un diffuso senso di impotenza oppure un invito a reagire quando si è alle strette ma in modo individuale.
Siamo stati degli anticipatori - si dice - ma allora perché sprecare l’occasione che anche una grande organizzazione come la Fiom sia oggi messa ai margini come il sindacato di base? Si dovrebbe ad ogni costo costruire percorsi di resistenza comuni, tattici, se per il momento sperimentano quelle regole che i confederali avevano costruito per i ‘contestatori’.
Il padronato e i gruppi di potere politici hanno adottato da tempo la faccia e la pratica della nonviolenza fascista – perché la nonviolenza è un metodo e si presta a molti usi: scuola Diaz e val di Susa a parte, la polizia interviene se provocata innanzitutto. E sappiamo che quando sarà ora le masse se unite potranno fare a meno della violenza, riservandola a casi di legittima difesa. Importante per noi è dunque uscire dal minoritarismo, non scaricare la rabbia per l’incessante attacco politico e padronale ai lavoratori nell’immediato.
(..)
Il governo Monti e quelli
che lo seguiranno piloteranno il paese fuori della crisi?
L’OCSE prevede crescita all’1,2 % medio in Europa fino al 2060. Quindi aumento dei disoccupati: chi ci deve pensare in attesa di un vero cambiamento? E’ necessaria una riconversione solidaristica degli stili di vita, consumi, scelte: impariamo dai nonni che sono sopravvissuti alla guerra mondiale e dai giovani dei centri sociali…
L’OCSE prevede crescita all’1,2 % medio in Europa fino al 2060. Quindi aumento dei disoccupati: chi ci deve pensare in attesa di un vero cambiamento? E’ necessaria una riconversione solidaristica degli stili di vita, consumi, scelte: impariamo dai nonni che sono sopravvissuti alla guerra mondiale e dai giovani dei centri sociali…
Entro 25 anni la temperatura del pianeta aumenterà di 3,5 gradi: già oggi esiste una ampia convergenza fra la maggior parte degli scienziati e il
buonsenso popolare che guida le manifestazioni ecologiste di giovani e non
più giovani. Il proletariato industriale è sovente
indietro su questo livello di coscienza perché preso nell’ingranaggio produzione-salario e addormentato
da decenni di logiche produttiviste prodotte anche da quel che si chiama sinistra.
Il sindacato di base deve costruire alleanze con scienziati e settori
della popolazione più sensibili a questo
tema e impegnarsi
nella diffusione della critica alle merci prodotte e ai
modi di produzione capitalisti nei luoghi di lavoro.
Certo sono più di trent’anni che si subiscono sconfitte, ma
la prima sconfitta è stata
quella culturale, di avere pensato che la delega ci risparmiasse la fatica di studiare: adesso abbiamo i tecnici
che governano e ci
fanno ballare la loro musica!
Un’ultima nota: si è detto
di nominare una donna presidente di AlpCub.
Mi sembra utile alla luce delle cose dette sopra, in vista di una ricomposizione sociale
dell’insieme della resistenza attuale e futura
allo sfruttamento tout court.
Piero Baral (Alp-Cub Pinerolo)
P.S.
Gli obbiettivi immediati di resistenza sono salario ai disoccupati e riduzione
dell’orario di lavoro a parita’
di salario.
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