NON VOLERNE SAPERE
In questo bisogno di quiete è il tentativo di allontanarsi
il più possibile da ogni manifestazione politica. È il tremendo, il più
terribile, credetemi, risultato di un’opera di diseducazione ventennale, di
diseducazione o di educazione negativa, che martellando per vent’anni da ogni
lato è riuscita ad inchiodare in molti di noi dei pregiudizi. Fondamentale
quello della "sporcizia" della politica, che mi sembra sia stato
ispirato per due vie. Tutti i giorni ci hanno detto che la politica è un lavoro
di "specialisti".
(..) Comodo, eh? Lasciate fare a chi può e deve; voi
lavorate e credete, que-
sto dicevano: e quello che facevano lo vediamo ora, che
nella vita politica – se vita politica vuol dire soprattutto diretta
partecipazione ai casi nostri - ci siamo stati scaraventati dagli eventi. Qui
sta la nostra colpa, io credo (..) Ci siamo lasciati strappare di mano tutto,
da una minoranza inadeguata, moralmente e intellettualmente.
(..) Come vorremmo
vivere, domani? No, non dite di essere scoraggiati,
di non volerne più sapere. Pensate che tutto è successo
perché non ne avete più voluto sapere!
Giacomo Ulivi, fucilato a 19 anni a Modena nel novembre 1944
RIBELLARSI E' GIUSTO
RispondiEliminaIl metodo fascista, in vent'anni di dittatura, aveva trasformato il carattere delle persone, le loro stesse capacità di iniziativa. Tutti erano più inclini a subire che a ribellarsi, e questo la gerarchia fascista lo sapeva e ne approfittava per mantenersi in sella.
Maggiorino Marcellin – Bluter Comandante della divisione autonoma “Val Chisone”