sabato 28 marzo 2015

INVECE DELLE RONDE



Gli ultimi furti avvenuti tengono alta la tensione sulle problematiche della sicurezza. Il titolare della tabaccheria svaligiata chiede più turni di notte e, se ciò non fosse possibile, suggerisce una riduzione delle tasse per pagare una vigilanza privata notturna con le risorse risparmiate. Proposte non condivise dal Sindaco. Non realizzabile neanche l’ipotesi di lasciare un agente di servizio fisso davanti ai monitor che raccoglie immagini di videosorveglianza: “I costi sulla collettività peserebbero di più rispetto al reale beneficio conseguito“.
Eppure, a maggio 2014 nel Programma di Solidarietà e Progresso si leggeva: “Siamo il Comune con il sistema di videosorveglianza più completo ed articolato del Pinerolese: 35 telecamere, dalle panoramiche ai rilevatori di targhe. Questo sistema di controllo, insieme all’opera indispensabile degli operatori della Polizia Municipale, ha fatto sì che in questi anni il fenomeno della prostituzione nella zona di San Dalmazzo sia stato notevolmente ridimensionato.
Continueremo ad investire nella videosorveglianza degli spazi pubblici e delle vie di accesso alla città, perché questa ha garantito, dati alla mano, una diminuzione considerevole della microcriminalità ed ha permesso di consegnare i colpevoli dei reati alla giustizia”.
Ora scopriamo (cosa già nota) che senza l’operatore presente 24 ore su 24 il sistema non è così efficiente. L’Amministrazione Comunale lancia l’idea di un progetto di Sorveglianza di Vicinato.  “Si tratta di mettere in piedi, partendo dai cittadini una rete di comunicazione attiva avvalendosi anche delle nuove tecnologie”
Speriamo che queste nuove tecnologie non comportino troppe spese per l’Ente.
Cosa è la sorveglianza di vicinato? Con il nome di Neighbourhood watch si fa riferimento ad una serie di programmi volti a promuovere il coinvolgimento dei cittadini nelle attività di controllo e prevenzione di fenomeni criminali o devianti all’interno di un’area urbana ben definita.
Originariamente nati negli Stati Uniti tra la fine degli anni ’60 e l’inizio dei ’70 come strumento di contrasto al diffondersi dei furti in abitazione, questi programmi si sono poi diffusi ed evoluti divenendo una costante in molti paesi anglosassoni e del Nord Europa.
In Italia il progetto inizia ad avere una diffusione a partire dal 2008 in Lombardia ed è conosciuto come Controllo di Vicinato. Il principio che sta alla base del progetto è semplice: una comunità solidale e attenta è anche una comunità più sicura, grazie al supporto e alla diretta collaborazione con le Forze dell’Ordine.
Centrale è pertanto il coinvolgimento dei cittadini: a loro viene insegnato come eliminare le proprie vulnerabilità ambientali e comportamentali, nonché a prestare attenzione a ciò che avviene nel loro quartiere e a segnalare alla Forze dell’Ordine, attraverso dei coordinatori dei gruppi di Controllo del Vicinato, eventuali “situazioni anomale”: per esempio strani movimenti di automobili, presenze sospette ecc. Il progetto non ha niente a che fare con le ronde di qualsiasi tipo e i cittadini che partecipano non pensano di sostituirsi alla Forze dell’ordine. Devono solo stare più attenti a ciò che accade attorno a loro.
Le aree in cui si sono formati i gruppi di Controllo del Vicinato vengono segnalate da appositi cartelli, che sono già un primo deterrente per i malintenzionati, e l’atmosfera di collaborazione e solidarietà che si diffonde tra gli abitanti contribuisce a ricreare quel senso di comunità che ad aggi sembra perso.
Sinora il Controllo di Vicinato si è sviluppato in Lombardia, in Veneto, in Emilia. Sta avendo una buona diffusione in Provincia di Lucca. Nella nostra regione, dopo l’interesse manifestato – ma il processo non venne portato a termine – da Casale Monferrato, la prima adesione di un ente locale è stata quella di Casorzo in Provincia di Asti ed è notizia di pochi giorni quella del Comune di San Mauro Torinese.
In sostanza, si tratta di far diventare sistema quello che, probabilmente, molti fanno già spontaneamente (ad esempio togliere la posta al vicino quando è assente da casa per troppo tempo, naturalmente d’intesa con lui, oppure affacciarsi alla finestra quando si sente suonare un allarme, oppure ancora se si vede una persona sospetta o un’auto girare prenderne nota e avvertire le forze dell’ordine).
Si tratta di un'esperienza dalla quale è troppo attendersi miracoli, ma è un'esperienza concreta da studiare seriamente in vista di una sua possibile applicazione anche a None.

COMUNICATO N. 38, 24 Marzo 2015
Dall'angolo di via Roma 11 Loredana Brussino

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