Gli ultimi furti avvenuti tengono alta la tensione sulle
problematiche della sicurezza. Il titolare della tabaccheria svaligiata chiede
più turni di notte e, se ciò non fosse possibile, suggerisce una riduzione
delle tasse per pagare una vigilanza privata notturna con le risorse
risparmiate. Proposte non condivise dal Sindaco. Non realizzabile neanche
l’ipotesi di lasciare un agente di servizio fisso davanti ai monitor che
raccoglie immagini di videosorveglianza: “I
costi sulla collettività peserebbero di più rispetto al reale beneficio conseguito“.
Eppure, a maggio 2014 nel Programma di Solidarietà e
Progresso si leggeva: “Siamo il Comune con il sistema di videosorveglianza
più completo ed articolato del Pinerolese: 35 telecamere, dalle panoramiche ai
rilevatori di targhe. Questo sistema di controllo, insieme all’opera
indispensabile degli operatori della Polizia Municipale, ha fatto sì che in
questi anni il fenomeno della prostituzione nella zona di San Dalmazzo
sia stato notevolmente ridimensionato.
Continueremo ad investire
nella videosorveglianza degli spazi pubblici e delle vie di accesso alla città,
perché questa ha garantito, dati alla mano, una diminuzione considerevole della
microcriminalità ed ha permesso di consegnare i colpevoli dei reati alla
giustizia”.
Ora scopriamo (cosa già nota) che senza l’operatore
presente 24 ore su 24 il sistema non è così efficiente. L’Amministrazione Comunale
lancia l’idea di un progetto di Sorveglianza di Vicinato. “Si
tratta di mettere in piedi, partendo dai cittadini una rete di comunicazione
attiva avvalendosi anche delle nuove tecnologie”
Speriamo che queste nuove
tecnologie non comportino troppe spese per l’Ente.
Cosa è la sorveglianza di vicinato? Con il nome di Neighbourhood
watch si fa riferimento ad una serie di programmi volti a promuovere il
coinvolgimento dei cittadini nelle attività di controllo e prevenzione di
fenomeni criminali o devianti all’interno di un’area urbana ben definita.
Originariamente nati negli Stati Uniti tra la fine degli
anni ’60 e l’inizio dei ’70 come strumento di contrasto al diffondersi dei
furti in abitazione, questi programmi si sono poi diffusi ed evoluti divenendo
una costante in molti paesi anglosassoni e del Nord Europa.
In
Italia il progetto inizia ad avere una diffusione a partire dal 2008 in
Lombardia ed è conosciuto come Controllo
di Vicinato. Il principio che sta alla base del progetto è semplice: una
comunità solidale e attenta è anche una comunità più sicura, grazie al supporto
e alla diretta collaborazione con le
Forze dell’Ordine.
Centrale
è pertanto il coinvolgimento dei cittadini: a loro viene insegnato come
eliminare le proprie vulnerabilità ambientali e comportamentali, nonché a
prestare attenzione a ciò che avviene nel loro quartiere e a segnalare alla
Forze dell’Ordine, attraverso dei coordinatori dei gruppi di Controllo del
Vicinato, eventuali “situazioni anomale”: per esempio strani movimenti
di automobili, presenze sospette ecc. Il progetto non ha niente a che fare con
le ronde di qualsiasi tipo e i cittadini che partecipano non pensano di
sostituirsi alla Forze dell’ordine. Devono solo stare più attenti a ciò che
accade attorno a loro.
Le
aree in cui si sono formati i gruppi di Controllo del Vicinato vengono
segnalate da appositi cartelli, che sono già un primo deterrente per i
malintenzionati, e l’atmosfera di collaborazione e solidarietà che si diffonde
tra gli abitanti contribuisce a ricreare quel senso di comunità che ad aggi
sembra perso.
Sinora
il Controllo di Vicinato si è sviluppato in Lombardia, in Veneto, in Emilia.
Sta avendo una buona diffusione in Provincia di Lucca. Nella nostra regione,
dopo l’interesse manifestato – ma il processo non venne portato a termine – da
Casale Monferrato, la prima adesione di un ente locale è stata quella di
Casorzo in Provincia di Asti ed è notizia di pochi giorni quella del Comune di
San Mauro Torinese.
In
sostanza, si tratta di far diventare sistema quello che, probabilmente, molti
fanno già spontaneamente (ad esempio togliere la posta al vicino quando è
assente da casa per troppo tempo, naturalmente d’intesa con lui, oppure
affacciarsi alla finestra quando si sente suonare un allarme, oppure ancora se
si vede una persona sospetta o un’auto girare prenderne nota e avvertire le
forze dell’ordine).
Si
tratta di un'esperienza dalla quale è troppo attendersi miracoli, ma è
un'esperienza concreta da studiare seriamente in vista di una sua possibile
applicazione anche a None.
COMUNICATO N. 38, 24 Marzo 2015
Dall'angolo
di via Roma 11 Loredana Brussino
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