Il bilancio
della Caritas ci dice ogni anno come stiamo, in povertà e in capacità
collettiva di combatterla.
Nel 2014 la Caritas
parrocchiale di None ha distribuito tra i nonesi 959 pacchi alimentari, per
un totale di circa 10mila chilogrammi di alimenti. In parte, tali alimenti sono
stati forniti dal Banco Alimentare, il Centro di raccolta delle eccedenze
agro-alimentari statali, ove sono confluiti gli alimenti raccolti in occasione
della giornata nazionale del 29 novembre 2014 che ha visto i volontari della
Caritas collaborare con il gruppo Alpini di None al Supermercato LD e Mercatò.
Altri aiuti sono
pervenuti dai nonesi durante la quaresima di solidarietà, dai Lions di
Pinerolo, dalla Streglio e dall'azienda agricola Quaglino per la fornitura di
verdura.
Le società Dimar e Safim di Palmero che hanno permesso di fornire
settimanalmente alimenti agli assistiti e di aiutare le altre Caritas
operanti sul territorio. In tutto le offerte ammontano a 10.947 euro, tra le
quali vanno conteggiati 2mila euro donati dalla 24° Festainrosso. La
Fondazione Orso ha versato 6mila euro, mentre l'intervento del Comune ammonta a
11.950 euro.
In aiuti
economici diretti, sono stati spesi 4.909 euro. Sono poi stati investiti 5.016
euro per sostenere il progetto “Trasporto studenti”. Ancora più robusto
l'intervento nel “Progetto casa”, che supera 11mila euro e si avvale di
oltre 16mila euro di entrate legate ad una sottoscrizione permanente
organizzata nell'ambito della Parrocchia. Per pagare bollette di luce, gas e
acqua delle famiglie indigenti sono stati impegnati invece più di 12mila euro.
La Caritas si ingegna di raccogliere fondi in vari momenti della vita
comunitaria locale: il mercatino delle pulci, la giornata delle Missioni, la
raccolta al cimitero in occasione delle festività di Ognissanti, la fiera, la
vendita di manufatti “Mani e Cuore e Libri”.
Naturalmente, si
può fare di più e meglio. Ma prova tu, da solo o con un altro giro, a
raccogliere in un anno 51.532,96 euro, poi mi dici. Per il futuro, l'impegno
della Caritas è chiamato ad affrontare sempre nuove sfide per un
intervento qualificato e incisivo. Probabilmente occorrerà studiare piani di
collaborazione con il Comune per favorire non solo un'assistenza estesa ed
equilibrata, ma anche per costruire le condizioni che possono permettere alle
famiglie in difficoltà di acquisire maggiore autonomia e di raggiungere
gradualmente traguardi di emancipazione dal bisogno. Per far ciò i ceti
subalterni dovrebbero procurarsi una loro rappresentanza se vogliono prendere
la parola e avanzare proposte utili a combattere la povertà, le disuguaglianze,
le forme moderne della solitudine.
Mario Dellacqua
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