A ben guardare il termine "ostensione" ci riporta con la mente ad un cristianesimo, quello medievale, in cui il pane-corpo di Gesù Cristo era di regola contemplato e adorato e solo eccezionalmente mangiato, in cui la parola di Dio era sostanzialmente riservata a papi, vescovi, preti e monaci (e negata ai laici) e in cui la fede-pietà popolare si poteva esprimere quasi esclusivamente attraverso il culto di santi e reliquie.
Con tutto il ripetto per i tanti che parteciperanno alla nuova Ostensione della Sindone (e magari hanno lo hanno già fatto in passato) e con tutti i profondissimi significati che, volendo si possono ritrovare in quel lenzuolo e in un pellegrinaggio (o visita che sia) di questo tipo, mi sembra che con esso si finisca per percorrere una strada a dir poco secondaria (e ricca di distrazioni) nell'ambito della fede cristiana. Per tale motivo non capisco proprio l'enfasi che la chiesa torinese (e non solo) ha ancora una volta deciso di mettere su questo tipo di "evento" e mi ritrovo nuovamente a vestire i panni della pecora nera e del bastian contrario.Lo so che esiste la remota possibilità che si tratti davvero del lenzuolo che avvolse il Cristo nel suo sepolcro (e non una reliquia del 1300 come stabilito da un celebre studio pubblicato su Nature e i cui risultati vennero fatti propri all'epoca anche dal cardinal Ballestrero), lo so che può essere un simbolo teoricamente in grado di farci riflettere su passione, morte e risurrezione di Gesù Messia o che come minimo può essere considerato un reperto di grande interesse storico e umano (per i segni che porta di una morte violenta e terribile) e lo so, infine, che lo stesso papa Francesco (per certi versi necessariamente) si recherà a Torino per "venerare la Sindone" ("e onorare san Giovanni Bosco nella ricorrenza del bicentenario della sua nascita").
Ma tutto ciò non toglie il fatto che la Bibbia e soprattutto il Vangelo ci invitino esplicitamente a percorrere altre strade per metterci alla sequela di Gesù Cristo: la strada dell'ascolto della parola di Dio, della condivisione reale del pane eucaristico, della preghiera e dell'amore concreto per il nostro prossimo. Strade peraltro confermate dal Concilio Ecumenico Vaticano II e, credo, pienamente condivise dall'attuale Papa.
Eppure pochi, almeno in Italia, leggono la Bibbia mentre moltissimi partecipano alle Ostensioni.
Roberto Cerchio
Con tutto il ripetto per i tanti che parteciperanno alla nuova Ostensione della Sindone (e magari hanno lo hanno già fatto in passato) e con tutti i profondissimi significati che, volendo si possono ritrovare in quel lenzuolo e in un pellegrinaggio (o visita che sia) di questo tipo, mi sembra che con esso si finisca per percorrere una strada a dir poco secondaria (e ricca di distrazioni) nell'ambito della fede cristiana. Per tale motivo non capisco proprio l'enfasi che la chiesa torinese (e non solo) ha ancora una volta deciso di mettere su questo tipo di "evento" e mi ritrovo nuovamente a vestire i panni della pecora nera e del bastian contrario.Lo so che esiste la remota possibilità che si tratti davvero del lenzuolo che avvolse il Cristo nel suo sepolcro (e non una reliquia del 1300 come stabilito da un celebre studio pubblicato su Nature e i cui risultati vennero fatti propri all'epoca anche dal cardinal Ballestrero), lo so che può essere un simbolo teoricamente in grado di farci riflettere su passione, morte e risurrezione di Gesù Messia o che come minimo può essere considerato un reperto di grande interesse storico e umano (per i segni che porta di una morte violenta e terribile) e lo so, infine, che lo stesso papa Francesco (per certi versi necessariamente) si recherà a Torino per "venerare la Sindone" ("e onorare san Giovanni Bosco nella ricorrenza del bicentenario della sua nascita").
Ma tutto ciò non toglie il fatto che la Bibbia e soprattutto il Vangelo ci invitino esplicitamente a percorrere altre strade per metterci alla sequela di Gesù Cristo: la strada dell'ascolto della parola di Dio, della condivisione reale del pane eucaristico, della preghiera e dell'amore concreto per il nostro prossimo. Strade peraltro confermate dal Concilio Ecumenico Vaticano II e, credo, pienamente condivise dall'attuale Papa.
Eppure pochi, almeno in Italia, leggono la Bibbia mentre moltissimi partecipano alle Ostensioni.
Roberto Cerchio
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