Franco Gheddo e Alberto Tridente sulla Marmolada. (1961)
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La sua storia di importante sindacalista, soprattutto negli anni in cui i diritti dei lavoratori erano negati e si dovettero costruire dal nulla, dice tanto ma non tutto della sua umanità e della sua dedizione a confrontarsi ed impegnarsi con gli altri e per gli altri; della sua amicizia che metteva a disposizione soprattutto di chiunque avesse bisogno di sostegno; del suo ottimismo che rifletteva tanto la sua origine di povero e
di operaio, quanto il suo convincimento che l’impegno sindacale e la solidarietà cristiana sono riferimenti decisivi per il possibile riscatto sociale e per la resistenza ad ogni sofferenza.
Per questo Alberto continuerà a vivere nel ricordo e nel cuore dei tanti che gli hanno voluto bene.
Non l’ho mai frequentato e non posso quindi dirlo di averlo conosciuto personalmente.
RispondiEliminaMa c’è un ricordo vivissimo ed un debito nei suoi confronti, a cui devo la scintilla che da ragazzo mi fece avvicinare all’impegno o per lo meno ad un interesse attivo nella politica.
1989, campagna elettorale per le elezioni europee, un sabato sera e un dibattuto a Torino organizzato dal Gruppo Abele, le Acli e altre associazioni cattoliche impegnate per la Pace (il muro sarebbe caduto qualche meso dopo…..) e per l’ambiente. Era una delle mie prime votazioni, ero curioso di capirne un po’ di più, i temi mi interessavano e non conoscevo nessuno.
Ricordo Don Ciotti e Mimmo Lucà a fare da moderatori, insieme ad una serie di canditati di quasi tutti i partiti (mancavano i socialisti….) che si erano resi disponibili a discutere dei temi cari all’associazionismo cattolico, tra cui una giovane Livia Turco per il partito comunista.
Ma fu Alberto Tridente che mi emozionò, e fu per la passione che mise nelle sue parole, che diventava ai miei occhi credibilità umana e fiducia nella nettezza delle posizioni che esprimeva, semplici ma documentate, chiare ma non semplicistiche, comprensibili e coinvolgenti anche per un ragazzo che voleva solo capirne qualcosa di più.
Io che alla mia prima esperienza da elettore, avevo votato la Democrazia Cristiana, quella volta votai per lui e per Democrazia Proletaria.
Non mi sono mai pentito di quella scelta.
Giuseppe Astore