Ho parenti e amici seminati a monte e a valle del Pinerolese che mi obbligano piacevolmente a tenermi aggiornata sulla zona (una sorella abbonata all’Eco del Chisone). Ho dunque seguito con particolare interesse quanto successo a None e gli articoli dell’Eco mi hanno spinta a rimettere il naso nell’Angolo(non)Ottuso di None dove lascio e riprendo vecchi e nuovi amici.
Credo che la vicenda dei curricula di lavoro spediti in Comune e la selezione del personale effettuata in locali istituzionali debba essere riportata sul terreno delle regole che la disputa innescata dalla Sindaca del Comune di None con minacce – mai realizzate, mi consta - di querela all'animatore dell’Angolo(non)Ottuso di None ha forse offuscato.
Per quelle imperscrutabili vie della vita (anche del Signore per i credenti) i miei ultimi cinque anni di lavoro si sono svolti presso una media azienda dell’hinterland torinese come consulente per le risorse umane – capo del personale, per intenderci - compito che ho la presunzione di aver svolto egregiamente soprattutto in virtù di quel grande bagaglio di esperienza e saperi acquisita negli anni ’70 come delegata sindacale.
Non ultimo, la medesima azienda cambiò sede a metà del mio mandato e ci trovammo ad affrontare ciò che sicuramente la direzione di Mercatò ha affrontato, ossia tutte le pratiche burocratiche d’insediamento nella zona che obbliga a consuetudini di frequentazione e garbata conoscenza con funzionari e politici. Non mi stupirei che nel pour parler pre e post incontri la conversazione sia scivolata inevitabilmente sulla ricaduta occupazionale nel territorio nonese: va da sé che sia legittimo per un Sindaco richiedere che la ricaduta occupazionale interessi principalmente il proprio territorio ma le regole che sono alla base dell’ordinamento del mercato del lavoro italiano non possono essere disattese né dalla Sindaca né tanto meno dal Responsabile del Personale. La mia azienda non incorse mai in simili errori ed i punti di riferimento furono il Centro per l’Impiego di Zona e la selezione tra i curricula che pervenivano direttamente in azienda. Per questo trovo risibile la storia del capo del personale che afferma di aver effettuato i colloqui di selezione in Comune “per comodità”. Anzi! E' un'aggravante perché una figura professionale come la sua dovrebbe sapere come evitare di incorrere in commistioni con la classe politica, conoscere le procedure di assunzione, sapere che esistono agenzie territoriali –daquelle interinali ai Centri per l’Impiego- ed altrettanto essere consapevole che quella concordata con la Sindaca è un’anomalia che si presta a varie considerazioni e come tale va stigmatizzata!
Esistono nel territorio piemontese – dunque anche in quello pinerolese http://www.provincia.torino.gov.it/sportello-lavoro/centri_impiego/pinerolo - organismi preposti dove personale formato dalla Provincia di Torino (sotto cui ricadono per competenza) mette in comunicazione la domanda e l’offerta di lavoro. "I Centri per l'impiego gestiti dalla Provincia di Torino sono un esempio positivo di lavoro della pubblica amministrazione - ha affermato il ministro Fornero - un modello da esportare nelle zone d'Italia che ancora sono indietro sotto questo profilo".
Se persino la nostra Ministra del Lavoro ha avuto modo di apprezzarne il funzionamento visitando proprio quello di Pinerolo, perché la Sindaca di None ed il Capo del Personale di Mercatò non hanno pensato di utilizzare questa risorsa?
Lo stesso giornalista che ne ha scritto sull’Eco del Chisone il 23 maggio scorso http://www.ecodelchisone.it/articoli/2012-05-23/ad-agosto-arrivera-il-mercato-9578 aveva nulla da commentare riportando le parole della Sindaca quando scrisse: “In questi giorni, presso il municipio, si stanno tenendo i colloqui di assunzione: «I dipendenti del supermercato - evidenzia il sindaco Simeone - saranno esclusivamente nonesi, fatta eccezione per alcune figure professionali”? Sarebbe ‘’normale’’ se il sindaco di Pinerolo o di qualsiasi altra cittadina- dicesse e facesse altrettanto presso la sede del suo Comune?
Il direttore del Centro per l’Impiego di Pinerolo –sotto la cui competenza ricade anche il territorio di None- era a conoscenza che la Sindaca e Mercatò avevano scelto un percorso parallelo –e non ‘ufficiale’- che implicava a) il possibile ricevimento in Comune o tramite Consiglieri e/o Assessori o lei stessa dei curricula degli aspiranti al posto di lavoro?; b) addirittura la messa a disposizione di un locale presso il Municipio di None dove il Capo del Personale di Mercatò ha effettuato i colloqui di selezione?
Il dottor Renato Zambon che è molto attivo nel territorio piemontese (ex. http://www.youtube.com/watch?v=fyErWDfhjy4 ) non ha proprio nulla da obiettare su quanto accaduto a None che di fatto vanifica il ruolo ed il lavoro del Centro da lui diretto? Non pensa che, con questo precedente, i Comuni – ed i politici che li dirigono - possano diventare un’agenzia di collocamento ''ufficiale'' innescando equivoci e clientela? In questo frangente manca la sua voce: dovrebbe essere lui in primis a fare un comunicato di condanna ed agire di conseguenza perché è inaccettabile che un'istituzione preposta all’incontro della domanda e dell'offerta di lavoro venga così disinvoltamente scavalcata.Tenuto conto che chi le coordina è la Provincia di Torino (“I Centri per l'impiego sono le strutture tramite le quali le Province gestiscono ed erogano le funzioni ed i compiti relativi al collocamento della manodopera che ad esse sono stati attribuiti con il D.Lgs. 469/1997”) suggerirei di informare anche il Presidente Saitta e i funzionari che se ne occupano.
Infine, la richiesta del ‘’fuori i nomi’’ di chi si è fatto premura di raccogliere curricula di sconfortati disoccupati con il fatidico “ci penso io”. Che l’ambiente in cui si è consumata questa ‘’anomalia’’ sia una piccola città dove tutti si conoscono e dove proprio per questo risentimenti e ripicche feriscono più che altrove, è del tutto relativo. Anche in una grande città, a fronte di episodi come questo – e di ben peggiori- non sempre si trovano persone disposte a denunciare il malfatto; io non mi sento di giudicare nessuno, né colui che tace ed è fuori dalla rosa dei nomi di chi ora lavora, né colui che oggi gioisce per un sospirato lavoro. Entrambi alla sera avranno modo di guardarsi allo specchio ed incontrando il proprio sguardo sapranno l’uno trovare coraggio e l’altro vergognarsi almeno un pochino.
Tina Fronte
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