sabato 28 luglio 2012

NOTE SPARSE DOPO LA 22° FESTAINROSSO A NONE


Alla serata del 10 luglio all'angolo di via Roma per discutere il bilancio della 22° festainrosso hanno preso parte Desirée, Gennaro, Giovanna e Jacopo Baffa, Anna Maria Bruno, Luciana Cristino, Mario Dellacqua, Ferruccio Lozito, Alessandro Lambra, Raffaele Latiana, Diego Martino, Alex, Cesare e Lello Micanti, Giuseppe Migliore, Gaetano Nacci, Andrea Palestro, Lidia Pautasso, Ezio Pennano, Fabrizio Piscitello, Steluta Popa, Sara Robella, Andrea Testa, Teresa Vigliotta, Mario Vruna.
La 22° festainrosso è stata una fatica notevole che ha messo a nudo in ciascuno resistenza, tolleranza, generosità e debolezze.  Io penso che il riconoscimento delle nostre fragilità è il possibile avvio della nostra forza collettiva. Noi non abbiamo bisogno di altruismi eccezionali, ma della collaborazione solidale di tante volontà libere. Insomma, è l'unione che fa la forza, non la delega a pochi. Vecchio messaggio sempre attuale.

Per settimane, prima, durante e dopo la festa, la nostra casa è invasa di documenti, attrezzature e denaro di tutti che si mescola con il nostro e che bisogna tenere separato. Soprattutto in circolazione aumenta la dose di elettricità e di tensioni che mettono a repentaglio il nostro equilibrio, la nostra pazienza e la nostra serenità. Ma alla distanza emerge sempre un lampo lungo di orgoglio perchè la festainrosso è un'impresa collettiva, sorretta – è vero – da un forte legame di diverse famiglie molto unite tra di loro, ma capace di trasmettere un forte spirito cooperativistico che permette di unire uomini e donne di diverse appartenenze politiche e religiose. Non siamo tutti iscritti o simpatizzanti rifondaroli e nemmeno tutti siamo elettori rifondaroli, ma siamo uniti da  una ispirazione solidaristica collaudata senza della quale la festa non avrebbe un'anima.
Non vedo in giro un altro giro o un altro ambiente politico che negli anni sia riuscito a praticare – non a dire, non a teorizzare, non a chiedere ad altri – obiettivi così concreti di solidarietà sul piano locale e internazionale (Auser, Croce Verde e Caritas a None, Mehlab e Amref in Africa, Medici senza Frontiere). Contando sulle nostre forze, siamo arrivati a 42mila e 480 euro stanziati per gli oppressi e per gli ultimi che in qualsiasi parte del mondo lottano per la dignità e l'uguaglianza contro la disoccupazione, o lo sfruttamento, o la malattia, o la miseria, o l'istruzione negata. La nostra piccola scuola di italiano per stranieri è arrivata al terzo anno dei suoi corsi all'angolo di via Roma 11. Abbiamo attivato i primi gruppi di acquisto equosolidale (solo caffè tostato nel carcere delle Vallette). Un primo esperimento di microcredito per lavoratori si è concluso con risultati positivi. Non è andato bene il progetto giovani in bottega (stage per ragazzi con artigiani locali) ma non è detto che non ci si possa riprovare. Abbiamo avviato la costruzione di un pozzo in Kenia e abbiamo adottato a distanza Kosmus. Insomma cerchiamo di legare pensiero e azione. Destiniamo con la Fondazione Orso seimila euro annui alla Caritas di None (il Comune ne ha dati duemila e ne trova altri duemila da spendere per quattro conferenze) perchè ci fidiamo di loro e perchè rifiutiamo di coltivare clientele per i nostri orticelli elettorali. E clientela vuol dire lavoro e soldi dati o promessi in cambio di silenzio, di applausi, di risposte agli ammiccamenti, di fedeltà politica o elettorale. Se devo dirla tutta, è proprio questo rifiuto costruttivo di lavorare in funzione elettorale che mi dà la forza di stare allegro nello sviluppo e nella ricerca di forme nuove e incisive di associazione politica. Forse mi illudo, ma penso di intercettare le stesse aspirazioni in altri amici e compagni. Non montiamoci la testa, ma impariamo a riconoscere i risultati raggiunti.
Sempre più spesso ci chiedono: che cosa fate in concreto per gli operai, per i giovani in cerca di lavoro, per i disoccupati? Ora noi possiamo rispondere. Noi non ci sentiamo schiacciati da tutti i mali che affliggono l'umanità, perchè l'esito sarebbe la crocifissione, il sacrificio estremo.  Volendo restare vivi, ci impegniamo (come dice don Mazzolari, senza sgridare chi non si impegna) per dare il nostro contributo. E abbiamo trovato nel nostro piccolo la formula che ci dà la persuasione liberatoria e  rassicurante di congiungere parole a fatti e di aver smesso di girare a vuoto nell'attesa della conquista del governo e dei poteri pubblici.
La nostra risorsa per il futuro è la libertà dell'adesione, la gratuità del lavoro volontario, la responsabilità personale. A questa scuola impariamo e insegniamo, in un processo ininterrotto di autoeducazione collettiva che non finisce mai.
Le cose vanno male in Italia, nel mondo e a None perchè i lavoratori accantonano l'impegno sindacale e perchè i cittadini accettano il frequente consiglio di deridere o trascurare il controllo democratico delle scelte nelle imprese e nella pubblica amministrazione. Non so neppure se un grande impegno collettivo riuscirà a invertire la tendenzaPer redistribuire la ricchezza e il lavoro, per una conversione ecologica dell'economia, per combattere le disuguaglianze, aspettare un voto o un leader equivale, secondo me, ad accettare sempre un nuovo inganno.  Solo una grande invasione popolare della politica e del sindacato, solo una nuova resistenza, un quotidiano spirito di ribellione, una capillare volontà non effimera di associazione e di partecipazione potrà fermare il declino etico-politico nel quale stiamo naufragando. Su la testa, camminiamo eretti e faremo molta strada anche se non possiamo prevedere tutti i tornanti.

Durante la serata sono intervenuti Gennaro Baffa, Raffaele Latiana, Ferruccio Lozito, Gaetano Nacci, Ezio Pennano, Andrea Palestro, Steluta Popa, Teresa Vigliotta. Ho preso qualche appunto. Ezio Pennano ha detto che il messaggio cristiano non chiede a nessuno sacrificio estremo, ma solo consapevolezza di avere dei doveri verso i fratelli. Gennaro Baffa ha detto che anche quest'anno Carlin Graziano ci ha aiutato potentemente mettendo a disposizione i suoi mezzi e consentendo così una riduzione delle spese. Andrea Palestro ha detto che bisogna ponderare meglio il prossimo anno la scelta della data: comunque il calo delle presenze non è solo dovuto alla crisi, ma è parallelo al calo dei voti rifondaroli e al crollo della fiducia nel sistema dei partiti, anche quelli di una sinistra indebolita dalla sua frammentazione. Pertanto la festa va ripensata. Raffaele Latiana ha detto che bisogna distribuire meglio le responsabilità e ciò vuol dire anche togliere un po' di potere a chi ne ha sin qui tenuto troppo. Gaetano Nacci è contento di aver dato il suo contributo per la prima volta e ha dichiarato di condividere la proposta di manifesto sulle assunzioni in via di elaborazione da giorni. Anzi, in caso di querela è disposto a sottoscriverne il contenuto. Dello stesso parere è Teresa Vigliotta: ormai quelli che difendono i valori costituzionali e i diritti dei più deboli in questa società sono considerati come mosche bianche. Ferruccio Lozito ha detto che è miserevole contrapporre i lavoratori e dividerli sulla base della residenza. Steluta Popa è rimasta sorpresa: per qualsiasi festa mettono un cartello che ti inciampi , ma quando ci sono in ballo le assunzioni vale il passaparola che non dà a tutti le stesse opportunità.  Nel testo di manifesto proposto, Giuseppe Migliore ha chiesto di separare la notizia sulla destinazione dei fondi dopo la festa, dalla polemica con il Sindaco: i cittadini non ci devono sostenere o disapprovare nella polemica Mercatò perchè siamo bravi nella beneficenza con la festa, ma per la bontà dei contenuti e dei principi che esprimiamo quando contestiamo il potere costituito. Contrario Fabrizio Piscitello: la destinazione dei fondi della festa e la lotta contro le raccomandazioni e le promesse facili sono parte di un'unica ispirazione. Quindi il testo del comunicato deve essere unico. Si è arrivati alla votazione e a maggioranza si è deciso di fare due comunicati distinti. E' prevalsa la posizione Migliore. Messo in minoranza, ho cominciato a tracannare Chardonnay. 
L'assemblea ha approvato all'unanimità la decisione di devolvere 400 euro ad Amref, Mehlab e Auser: una cifra totale di 1200 euro consentita dal modesto attivo rilevato quest'anno.
Chiedo scusa se ho dimenticato qualcosa che qualche partecipante alla serata può oggi ritenere importante. Avevo bevuto e sono tuttora stanco.
Ciao e un abbraccio a tutti e a tutte.

L'anarchico sempre scribacchino.

Nessun commento:

Posta un commento