La concessione
avrà una
durata di sei anni
e comporta l'approvazione di tariffe che
saranno oggetto
dell’offerta
economica (ribasso) da
parte dei concorrenti,
tariffe elaborate
tenendo conto degli
incrementi dei costi
delle utenze e delle
variazioni ISTAT intervenute
dalla data della precedente
Convenzione a tutt’oggi.
Ascoltata la
relazione dell’Assessore
Garrone, la Giunta
ha ritenuto di approvare
la bozza di Convenzione
contenente le norme
per la gestione in
concessione degli Impianti
Sportivi nel periodo compreso fra il primo
settembre 2012 e il 31 agosto 2018.
Si procederà
all’affidamento della
concessione a mezzo
di pubblica selezione
da divulgare con apposito
bando da parte del
Responsabile del Servizio, a favore
dell’associazione o dell'ente che
avrà presentato l’offerta
complessivamente
più vantaggiosa.
Non si poteva
divulgare prima il bando senza aspettare di arrivare un mese prima della
scadenza della convenzione? Le domande vanno presentate entro il 23 luglio e la
delibera risale al 7 giugno, ma è stata pubblicata solo il 3 luglio. Gli
interessati a partecipare alla gara dovranno bruciare le tappe, se non sapevano
nulla prima. I tempi sono dunque molto stretti per la presentazione dei
progetti destinati a gestire un complesso sportivo per il quale diverse
amministrazioni si sono impegnate con gran dispendio di energie economiche e di
tensioni. Ora che c'è l'impianto sportivo, non c'è più la società di calcio che
aveva fondato il suo futuro sulla fusione di due precedenti esperienze segnate
da notevole rivalità sportiva e non solo. La fusione non ebbe successo e il
gruppo dirigente, estenuato dalle polemiche, logorato da anni di fatiche e di
lenti abbandoni non trovò forza interna e interlocutori pubblici in grado di
conservare alla società nonese la gestione degli impianti, affidata ad apporti
esterni perchè la preoccupazione prevalente, per non dire esclusiva, era quella
di “sbolognare” fuori del bilancio comunale i costi di gestione. Una sconfitta per
tutti, dalla quale non ci siamo ancora ripresi.
Abbiamo gli impianti
ma le famiglie, i giovani, gli sportivi non sono in grado di esprimere il
volontariato e l'imprenditorialità necessaria alla vita di una società sportiva
che di questi tempi richiede crescenti disponibilità finanziarie e impone
difficoltà gestionali sempre più pesanti. I genitori preferiscono meno grane e
portano i loro figli a giocare “all'estero”: Castagnole o Airasca. E' molto
forte il rischio che anche per i prossimi sei anni gli impianti sportivi
dovranno importare da fuori un'équipe disposta a curarsene. Purtroppo, non si
vede alcun fermento nella direzione opposta al declino in corso. E' partita una
scuola calcio, ma i risultati sono ancora troppo timidi. Per arrivare a formare
una società locale occorrono più solide risorse umane e economiche.
(m.d.)
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