Scuola, lavoro, casa: un'emergenza che esplode. Chi la sente?
La Concessione del Servizio di Refezione Scolastica ed Aziendale per il triennio 2011-2013 stabilisce le modalità di gestione della riscossione delle tariffe e dei successivi recuperi delle quote rimaste inevase.
Il 25 giugno scorso, un'allarmante delibera della Giunta, registra purtroppo “un progressivo e massiccio aumento delle morosità” e la Soc. Serist, titolare dell'appalto, ha più volte segnalato le gravi difficoltà incontrate nell'ordinaria corretta gestione del servizio. I buoni non pagati “hanno superato – dice la Serist - ogni possibile previsione rispetto al trend storico verificato negli ultimi anni”. La situazione debitoria di alcune famiglie non solo non è migliorata ma, anzi, si è progressivamente aggravata.
Dopo aver tentato ripetutamente il recupero e proposto forme agevolative di pagamento (piani di rientro ecc…), la Serist ha incontrato, nello scorso mese di aprile, l’Amministrazione in presenza di un Legale, comunicando l'accumulo di somme non pagate per morosità per circa € 68.000,00 (in parte relative al periodo fino al 31.12.2010). Al momento attuale il debito ammonta a circa 79.000 euro e “da ultimo si è aggiunto un costante calo dei pasti erogati”. La società responsabile del servizio mensa scolastico si vede pertanto costretta a rivedere le attuali forme di pagamento e a introdurre modalità diverse di acquisto - anticipato - del buono pasto.
La Giunta si è sentita pertanto a sua volta obbligata ad accogliere “la richiesta di dar corso alla vendita anticipata del buono pasto” che, pertanto, dal prossimo anno scolastico diventerà “presupposto indispensabile per avere accesso alla mensa”.
Il contratto è prorogato nella sua validità fino al 31 dicembre 2013, proprio “per consentire il recupero dei crediti in un periodo più ampio, con la possibilità per le famiglie in difficoltà di avvalersi di piani di rientro con rate di minore entità in un lasso di tempo più lungo”.
Si tratta di un problema di gravità inaudita per None e, quale che sia il giudizio sulla compagine che attualmente amministra il Comune, di molto difficile soluzione. In questi frangenti, pieno sostegno a chi è in comprovate difficoltà, ma stangate a tutti gli altri. Si sono attivati tutti i controlli contro gli abusi nelle esenzioni da parte dei soliti furbi? Come mai si è permesso l'accumularsi di un debito così ingente senza che nessuno dicesse niente e intervenisse prima?
In ogni caso, questi fenomeni non sono più un segno. Sono la prova. La crisi economica sta sfilacciando e strappando violentemente i tessuti che tengono coesa la comunità locale. Ce ne possiamo rendere conto, se non siamo ciechi o irresponsabili, osservando il proliferare di soggetti dediti al gioco d'azzardo, alle scommesse sportive, ai cartelli che invitano a vendere oro, ai mendicanti che stazionano davanti alle chiese o alle panetterie, alla comparsa impressionante sui balconi di cartelli con la scritta “vendesi”. E, se acuminiamo lo sguardo sociale, anche l'assenza di una squadra di calcio è il segno di un arretramento sociale. Poi c'è quel che che c'è, anche se non si vede. Alludo ai casi di morosità degli inquilini che, non potendo pagare l'affitto, contano sulla paziente generosità dei piccoli proprietari: in un numero crescente di casi non solo non riscuotono l'affitto, ma addirittura si sobbarcano l'onere delle spese generali del condominio. I servizi messi a disposizione dal Comune e dal Cisa vengono presi quotidianamente d'assalto da una folla di nuovi poveri che rompono gli indugi e chiedono assistenza a istituzioni impossibilitate a intervenire dovunque a causa del taglio delle risorse che subiscono. La Caritas registra un notevole incremento delle richieste di interventi di assistenza.
Stiamo entrando in una spirale infernale. Andiamo verso tempi che ci obbligheranno a severi cambiamenti se non vorremo lasciarci travolgere dalla furia di una lotta distruttiva di tutti contro tutti, nella quale il penultimo spera di salvarsi schiacciando l'ultimo. Alla fine, si instaurerebbe quello che Ernesto Guevara (o monsignor Bettazzi? fa lo stesso) chiamava il regime della libera volpe nel libero pollaio.
Ho l'impressione che None non abbia conquistato questa consapevolezza e che preferisca accontentarsi di vedere ancora calma la superficie di un mare che invece prepara tempesta. Mi auguro di sbagliare. E mi auguro che tutti insieme (Comune, forze politiche, associazioni di categoria, volontariato) sapremo individuare le misure necessarie a fronteggiare le molteplici emergenze salvaguardando i principi della solidarietà, della coesione sociale, dell'uguaglianza e della Costituzione repubblicana. C' è qualcosa di più urgente?
Mario Dellacqua
L' attesa e questi tempi non so se potessero essere piu' brevi,
RispondiEliminama da quanto avevo capito in varie riunioni sul tema mensa non si voleva che alcuni ragazzi non avessero accesso alla mensa
come e' successo in alcuni paesi, e di cui se ne e' parlato anche sui
giornali.
Immaginiamo all'ora di pranzo tutti vanno a magiare e qualcuno rimane
in classe, con chi? come spiegarlo ai bambini? (Tua mamma non paga per
cui rimani in classe!!) Cosa succederà prossimo anno scolastico con i
buoni mensa? Vedremo ...
- Alcune famiglie hanno dovuto insistere con preside per portarli a
casa da scuola per mangiare. Iscritti al tempo pieno sperando di
lavorare: con tutta questa cassa integrazione le persone volevano
andare a prendere i figli a scuola per mangiare a casa. Il preside
'giustamente' sostiene che quelle sono ore di assenza , poiche' la mensa
e' tempo scuola...ma in tempo di crisi dovremmo trovare qualche modo
per chiudere un occhio, qualche modalità di flessibilità....Riconoscenza a queste famiglie che hanno insistito e speriamo fatto da apri pista, per evitare di essere tra quelli che non pagavano.
- l' impossibilità di mangiare a casa, e' stata
anche uno dei motivi per aver fatto saltare ancora il tempo prolungato alle scuole
medie... Questo mi ha fatto e fa "inc.." moltissimo, ma il preside da un lato ha
ragione, ed è sicuramente secondo la legge. Ma ciò ha fatto sì
che le famiglie si trovino con servizi in meno. Vale il discorso della flessibilità se ammissibile o meno in questi casi.
- il tema della mensa e il non mangiare a scuola, ci fa
tornare indietro , e quindi privilegiare i tempi scuola che forniscono
anche meno ore di lezione e non solo la mensa in meno (questo discorso
e' lungo e macchinoso....). Il tempo prolungato alle medie tolta la
mensa prevede 32 ore, contro le 30 di tempo ordinario. La Don Paolo
albera, moduli (27 - per quest'anno ancora 28 ore) contro le 30 della
Rodari (40 con la mensa).
A disposizione per approfondimenti su questo tema perch' lungo e complesso. Il tempo prolungato è stata una conquista dei genitori delle precedenti generazioni e ora a causa della crisi ci troviamo a tornare indietro. Non è solo questione di baby sitteraggio la scuola e dove piazzarli il maggior numero di ore, ma credere nel modello educativo della scuola e del tempo pieno o comunque di un orario piu' ricco e con maggiori opportunità per tutti.
- I furbetti non saprei come e se si
possono beccare... ma conviene ribadirlo. Credo che comunque anche i parametri di povertà saranno ritoccati poichè comuni, cisa ecc... non ce la fanno a fare fronte a tutte le richieste.
" Come mai si è permesso l'accumularsi di un debito così ingente senza
che nessuno dicesse niente e intervenisse prima con adeguati
provvedimenti? " --> Mi rimane il dubbio se ci si poteva arrivare con un anno di anticipo...
Un amico mi fa notare che questa domanda è gratuitamente polemica e consiglia prudenza in una situazione sufficientemente complessa. In questo caso non era mia intenzione essere polemico. E' possibilissimo che Sindaco e Giunta siano intervenuti a suo tempo senza dire niente. Il problema però va affrontato e a me sembra enorme. Difficile non sentirsi coinvolti, tanto più che anche altri Comuni sono interessati dallo stesso fenomeno. Ciao mario
RispondiEliminaScuola, lavoro, casa: un'emergenza che esplode. Chi la sente?
RispondiEliminaPer affrontare correttamente questa problematica credo sia necessario partire dall'Accordo di programma
PER L’ADOZIONE DEL PIANO DI ZONA
DEI COMUNI DI NICHELINO – VINOVO – NONE – CANDIOLO
IN ATTUAZIONE DELLA LEGGE 8 NOVEMBRE 2000 N° 328
E DELLA LEGGE REGIONALE 8 GENNAIO 2004 N° 1.
Andate sul sito del CISA 12 e leggetevelo per capire di cosa si parla.
Sicuramente una mole di lavoro non indifferente affrontare tutti questi impegni siglati a suo tempo dalle varie amministrazioni chiamate in causa... ma come mai oggi tutto questo risulta aria fritta?
Ci troviamo a None con un Centro Diurno per Anziani realizzato presso la Residenza San Giovanni fermo senza utenti e mai inaugurato e inauguriamo invece una "nuova realtà di servizi Sociali" Ex Chiesa di S. Anna senza conoscerne la potenziale utenza e con il solo merito di aver avuto una cospicua donazione da un privato?
Forse della programmazione, delle scelte operative (fatte dalla sinistra (?) ), del lavoro di studi e di ricerca sulle varie problematicità presenti sul territorio fatti nei Piani di Zona ci siamo solo riempiti la bocca per poi alla fine non crederci e relegare il tutto alle mere "opportunità" nascenti.
E' vero che non sono più in amministrazione e quindi rischio per qualcuno di essere polemico ma proviamo una volta tanto ad informarci e passare il nostro tempo a capire prima di sparare sentenze e impegnarci concretamente per una cittadinanza attiva e non populista.( In risposta a F. R.)
Giovanni Garabello
Mi scusi, ma come si fa a intervenire “a suo tempo senza dire niente”? Perchè accumulare un simile debito, se è vero che una parte risale a prima del 2010? Non si tratta di gratuita polemica, bensì porsi la prima e più ragionevole domanda e poi considerare i fatti che sono preoccupanti per più motivi. Il governo cittadino non conosce la situazione dei suoi abitanti? Quando molte famiglie richiedono di far pranzare a casa i figli non è sempre perchè il cibo non è buono e cuor di mamma preferisce il suo rgù a quello della mensa. Un campanello d'allarme non è suonato nelle loro testoline?
RispondiEliminaDa anonimo ad anonimo (per ora)
Parlo con un minimo di cognizione di causa in quanto ho partecipato ai lavori della commissione Mensa: in effetti la decisione presa in ultima istanza penso sia stata adottata come estrema ratio.
RispondiEliminaPrima di questo sono stati fatti dal Comune e dalla ditta tutta una serie di passaggi tra cui la convocazione delle persone con morosità, la sottoscrizione di piani di rientro, la dilazione dei pagamenti, gli sconti per chi ne aveva veramente bisogno ed altro (non elenco tutti i dettagli per ovvi motivi), l’attività prosegue da mesi sottotraccia per evitare anche imbarazzi alle famiglie che veramente hanno bisogno.
Alla fine dell'iter mi auguro siano rimasti i veri padroni dell'Italia ovvero "i furbi" che in alcuni casi hanno avuto atteggiamenti non condivisibili. Non mi stupirei se proprio costoro scateneranno polemiche invocando ingiustizie e soprusi.
Queste mie non esauriscono l’argomento ma vorrei che non si innescasse una polemica non dovuta, se vogliamo essere credibili dobbiamo essere critici quando serve ma sempre lucidi.
Sono genitore di un utente della mensa scolastica di None, nonché promotrice insieme ad altri genitori della richiesta avanzata al Comune ed alla Serist – qualche mese fa – di adeguare il sistema di pagamento delle rette a modelli più “moderni” (bonifico, RID, ecc…): oggi rimango sconcertata nell’apprendere che non solo questi modelli non sono stati adottati, ma addirittura siamo tornati indietro di quindici anni!!
RispondiEliminaMi chiedo se con un bacino di utenza di circa 500 ragazzi , non si potesse trovare una soluzione più appropriata che non andasse a danneggiare quella fetta “maggioritaria” di utenti paganti. Se l’esternalizzazione del servizio comportava in capo alla Serist anche l’onere di recuperare il credito, perché sono stati preparati circa 16.500 pasti prima di prendere provvedimenti?
La lettera che alcune famiglie nonesi stanno ricevendo in questi giorni da parte del legale a cui Serist ha dato mandato per il recupero del credito, mi lascia perplessa: l’Amministrazione comunale l’avrà valutata prima che venisse trasmessa? Ne ho vista una che chiedeva il pagamento di una somma di circa €. 100,00 a fronte di un utilizzo del servizio nel periodo compreso tra gennaio 2011 e maggio 2012: non è possibile circoscrivere il periodo con più precisione? Inoltre, dopo una serie di ipotesi minacciose, la lettera si chiude con la frase di rito: “nel caso in cui avesse già provveduto al pagamento La prego di non voler tenere in considerazione la presente che dovrà ritenersi priva di effetti”. Quindi? Aria fritta…
Ora, le domande che mi sorgono spontanee, sono:
1) Chi gestirà la raccolta dei buoni pasto? Il personale della Serist (magari con ulteriore aggravio del costo del buono)? Gli operatori scolastici, che sono già ridotti ai minimi termini e dovrebbero essere clonati per assicurare la loro presenza ad ogni plesso?
2) Quando i figli delle famiglie paganti e non, arriveranno a scuola senza il buono pasto che cosa succederà? Verranno lasciati senza pranzo? Una possibile soluzione sembra l’abbia trovata sempre il legale della Serist : “… Serist per il prossimo anno scolastico 2012/2013 provvederà a richiedere all’Istituto scolastico ogni più opportuno provvedimento, ivi compreso l’eventuale trasferimento del minore presso altra sede senza obbligo di refezione.” (L’Amministrazione comunale avrà valutato anche questa frase, prima che venisse trasmessa ai suoi cittadini?).
3) La successiva gestione dei buoni pasto quale livello di complessità e margine di errore comporterà? Come farò a dimostrare che mio figlio quel tal giorno ha portato il buono pasto quando qualcuno mi dirà il contrario? Mah!!
Sono sicura che l’Amministrazione Comunale conosca i nominativi di coloro che non pagano e sia in grado di valutare (per buona parte) quanti siano i “soliti furbi” e quanti invece si trovino seriamente in difficoltà: certamente si tratta di fare un lavoro complesso e molto delicato ma non è certo facendo sentire i ragazzi dei “diversi” o utilizzando sistemi arcaici che si risolverà il problema.
Antonella Tuninetti
Il servizio di assistenza e di sorveglianza degli alunni durante la pausa mensa presso la Scuola
RispondiEliminaElementare Don Albera era affidato a seguito di trattativa privata alla Cooperativa
VITA di Saluggia, al costo orario di € 14,60, oltre IVA 4%. Scaduto il precedente affidamento, si rende necessario procedere al nuovo incarico per i prossimi anni scolastici 2012/13 – 2013/14: due ore al giorno di assistenza per quattro giorni la settimana, con l’impiego di un
numero di operatori nel rapporto 1/25 alunni e così – presumibilmente - di quattro
operatori che lavoreranno in assenza degli insegnanti della scuola.
L’onere complessivo delle spese sarà sostenuto in parte dalle famiglie e per una parte dal Comune. Lo stabilisce una deliberazione della Giunta comunale del 25 giugno.