Grandi centri commerciali che schiacciano i piccoli esercizi, alti affitti, tasse soffocanti, banche sempre più restrittive nei crediti, viabilità da rivedere ma contrastata ad ogni modifica, pochi parcheggi, visioni approssimate dell'arredo urbano da riqualificare, consumatori che non spendono a None, crollo verticale della massa salariale circolante a causa della desertificazione industriale: un groviglio di ostacoli e di interessi contrastanti congiurano verso la paralisi di un settore che Federico Ciaffi ha definito addirittura “l'anima di None, perchè sono le piccole botteghe e gli artigiani il cuore pulsante di una comunità viva e fatta di relazioni sociali quotidiane, di buon vicinato, di collaborazione”.
E' bene ascoltare tutte le voci, anche quelle
più critiche, senza dimenticare che è complicato risalire da lì ad un programma
incisivo di provvedimenti coerenti ed approvati da tutti. Ma tutto e subito non
si può avere. Qualcosa ogni giorno nella direzione giusta lo possiamo costruire
con la comprensione reciproca e l'impegno collettivo. La semplicità difficile a
farsi per gruppi sociali abituati alla competizione, quando si vede bene, al
contrario, che la cooperazione è l'arma vincente sulla via della modernità.
“Se vogliamo fare concorrenza ai cinesi – mi dice un
commerciante tra i più aperti al dialogo - è meglio che andiamo a dormire.
Se vogliamo salvarci e progredire dobbiamo puntare sulla qualità e sulla
tracciabilità dei prodotti. I clienti hanno il diritto di scegliere anche il
prezzo più basso, se vogliono. Devono però essere messi nelle condizioni di
sapere che questo prodotto costa meno perchè viene dal Belgio o dalla Polonia,
ma non ha le medesime garanzie di qualità e di genuinità. Io sono anche
d'accordo che mi scoppino con una multa se non ho in testa il cappello giusto o
se non ho gli indumenti prescritti, ma allora per favore si combattano con il
dovuto rigore i reati di truffa ai danni del consumatore, la concorrenza
sleale, la contraffazione. Dopo tutto, quella sulla tracciabilità è una
normativa europea.
Queste e altre cose la gente deve saperle e
cominciare a capirle un poco alla volta. Ci sono delle distorsioni enormi nei
consumi che assomigliano a colossali prese in giro. A None ci saranno diecimila
telefonini, non so quanti mila tablet o smartphone che costano
centinaia di euro e poi le stesse famiglie si arrabattano pur di risparmiare un
euro a costo di acquistare prodotti a prezzi stracciati ma a scapito di qualità
e genuinità. E sono pure contente e convinte di aver comprato a buon patto. Ma
guardano che cosa mangiano nel piatto?”
Durante una riunione di agricoltori, coltivatori
e allevatori si interrogavano sul medesimo argomento. “Il nostro territorio
vanta prodotti di eccellenza, ma non riusciamo a sottoporli all'attenzione del
consumatore, frastornato, blandito e disorientato dalle offerte della grande
distribuzione”. Come valorizzare la filiera corta e il chilometro zero (che
pure va di gran moda) con manifestazioni di richiamo provinciale e regionale,
appare il problema più grande per uscire dall'isolamento delle lamentele
impotenti e inefficaci. La nuova amministrazione potrà aiutare, sostenere e
indirizzare, ma riuscirà a combinare ben poco se non potrà contare su una
coalizione tra gli esponenti più ardimentosi e solidali del mondo del
commercio, dell'artigianato e dell'agricoltura. Si potrebbe cominciare, e non
si comincerà mai se si aspetta che tutti rispondano all'invito.
Mario Dellacqua
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