Paola Bragantini |
Torino
è
una
delle
città
più
care
ed
il
Piemonte
paga
più
di
altre
Regioni
italiane
la
recessione
che
erode
occupazione
e
redditi.
“La
strategia
della
multinazionale
Fiat-Chrysler
–
scrive Adriano Serafino, sindacalista Cisl ed animatore del sito - ha
orientato
la
sua
rotta
verso
gli
Stati
Uniti
e
l’America
Latina
e
per
l’area
europea
ha
privilegiato
Polonia
e
Serbia.
Un
posto
di
lavoro
in
uno
stabilimento
Fiat
(Torino)
è
collegato
ad
almeno
altri
tre
posti
di
lavoro
nell’indotto
automotive.
Sergio
Marchionne
da
mesi
ha
preannunciato
la
necessità
di
ridimensionare
gli
stabilimenti
Fiat
in
Italia
e
con
linguaggi
diversi
ha
ripetuto
che
le
ipotesi
produttive
e
occupazionali
di
Fabbrica
Italia
non
ci
sono
più.
In
questi
primi
giorni
di
settembre
lo
stesso
amministratore
delegato
della
Fiat
si
è
stupito
del
quadro
particolarmente
negativo
dell’auto
(che
riguarda
fortemente
Torino)
affermando
in
vita
sua
di
non
aver
mai
visto
un
numero
così
basso
di
vetture
vendute
in
Italia”.
Questo
grave
quadro
economico
da
molte
settimane
ha
allarmato
l’arcivescovo
Cesare
Nosiglia
fino
ad
indurlo
a
ricorrere
(dopo
ripetuti
appelli
rivolti
al
governo,
agli
enti
locali,
alla
Fiat,
ai
sindacati)
all’ultima
istanza
di
cui
dispone
un
credente:
la
preghiera.
L’arcivescovo
di
Torino
ha
invitato,
all’inizio
di
agosto,
a
pregare
per
Mirafiori.
Nel
giorno
dell’Assunta
(15 agosto)
con
l’Omelia
pronunciata
in
Duomo
ha
sottolineato
che
se
non
si
inverte
rapidamente
la
tendenza,
si
corre
il
rischio
del
declino
per
la
città
di
Torino.
Il
Sindaco
di
Torino
Piero
Fassino,
quattro
giorni
dopo,
ha
replicato
così senza
mai
citare
l’arcivescovo:
”Non
siamo
una
città
in
declino…Se
fossimo
solo
noi
in
difficoltà,
nel
contesto
più
generale
di
un
paese
e
di
un'Europa
in
buona
salute,
allora
si
potrebbe
parlare
di
declino.
E
invece
mi
pare
che
Torino
stia
nel
range
di
una
crisi
internazionale
che
non
risparmia
nessuno.
Ecco
perché
dico
che
non
siamo
un'isola
infelice
in
mezzo
a
tante
isole
felici,
ma
siamo
uno
dei
moltissimi
territori
alle
prese
con
gli
effetti
di
una
crisi
senza
precedenti".
La
Segretaria
del
Pd
torinese,
Paola
Bragantini,
in
occasione
della
Festa
del
partito,
ha
rilasciato
un’intervista
(domenica
26 agosto,
a
Repubblica)
nella
quale
si
legge
“…Nella
polemica
con
l’arcivescovo
Nosiglia,
che
ha
invitato
a
pregare
contro
il
declino
della
città,
io
ho
scelto
di
stare
convintamente
con
Fassino.
Trovo
sbagliato
dare
l’idea
di
un
declino
che
non
c’è
o
è
qualcosa
d’altro”.
Proseguendo
con
un
certo
sussiego,
Bragantini
ha
consigliato
un
po'
sgarbatamente
all’Arcivescovo
di
“farsi
un
giro
per
Torino”
per
rendersi
“conto
che
non
è
proprio
come
lui
dice”.
Amaro
e
pungente
il
commento
di
Serafino.
“Non
so
se
l’abbia
già
fatto,
ma
sono
sicuro
che
molti
parroci,
le
strutture
della
Caritas
ed
altre
del
volontariato
cattolico,
hanno
presentato
approfonditi
rapporti
e
documentazioni
su
quanto
avviene
nel
sociale,
nel
territorio,
all’interno
delle
famiglie
che
sono
entrate
in
povertà
o
si
accingono
ad
esserne
risucchiate.
Non
si
può
dire
che
questo
è
già
degrado?
E'
perdita
di
vitalità
che
difficilmente
può
essere
recuperata,
è
distruzione
di
risorse
umane".
Adriano
Serafino
nota
poi
che
“il
rischio
del
degrado
di
Torino
può
essere
visto
o
meno
a
seconda
dei
punti
di
osservazione
che
si
scelgono.
Ad
esempio
se
scegliamo
il
punto
di
osservazione
sull’utilizzo
del
territorio
(urbanistica
che
troppo
spesso
si
trasforma
in
mera
edilizia)
le
cose
appaiono
ben
diverse
dal
rischio
degrado
( a
parte
qualche
bruttura
di
progettisti).
Se
si
scorrono
i
links
di
"Città
Futura"
di
Urban
Center
si
ritrovano
motivi
per
prendere
le
distanze
dall'Arcivescovo
affiancandosi
a
Bragantini-Fassino.
Se
invece
ci
mettiamo
in
cima
ai
dati
della
cassintegrazione,
dei
disoccupati,
dei
precari,
delle
aziende
che
chiudono,
di
quelle
strozzate
dalla
chiusura
di
fidi,
ci
avviciniamo
a
Cesare
Nosiglia
e
non
a
Piero
Fassino
che
con
le
sue
assicurazioni
pensa
di
sconfiggere
le
insidie
reali
di
declino.
Il
pessimismo
della
ragione
può
servire
a
delineare
la
cruda
realtà
che
incombe
sollecitando
così
la
volontà
di reagire
con
nuovi
piani
di
lavoro
e
programmi
adeguati.
Non
è
di
grande
utilità
riproporre
osservatori
e
tavoli
di
monitoraggio
quando
i
dati
sono
così
consolidati
come
nella
realtà
torinese."
Possiamo
solo augurarci che Paola Bragantini abbia fatto un giro per None.
Indesit e Streglio a rotoli, cartelli “vendesi” dovunque, negozi
che chiudono, centrali a biogas avviate che promettono
teleriscaldamento senza uno straccio di convenzione, sensi unici
invertiti nell'illusione di frenare così la caduta dei consumi,
centri sportivi abbandonati e in passivo vertiginoso, assunzioni
raccomandate per i nonesi nei nuovi centri commerciali che soffocano
i piccoli negozi e gli altri supermercati, povertà e furbizie per
68mila euro di buoni pasto non pagati alla mensa scolastica. Anche a
None c'è un(a) Fassino da fiancheggiare. La segretaria del Pd
torinese anche nella nostra comunità saprà trovare le smentite del
declino o le ricette per superarlo. Ne abbiamo un grande bisogno. Ma
contare balle anche a noi, no. No esorcisti. No perditempo.
Per
incentivare
una
riflessione,
invito comunque gli amici a visitare il sito www.sindacalmente.org.
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