La recente titolazione della ex chiesa di Sant'Anna in via Santarosa ha suscitato sorpresa e sollevato interrogativi di cui è forse auspicabile tenere conto per il futuro.
La titolazione di vie, piazze o edifici pubblici è infatti l'indicatore pubblico del grado di consapevolezza che una comunità ha maturato per la storia nazionale, ma costituisce anche un'occasione potenzialmente educativa per offrire alla cittadinanza - in particolare ai giovani - una gerarchia di valori capace di illuminare la storia locale, i suoi piccoli e grandi eventi, le sue svolte, i suoi drammi e le sue conquiste, i suoi personaggi più rappresentativi ed esemplari per impegno civico, meriti sociali, artistici, religiosi e scientifici.
Le titolazioni rivelano il grado di rispetto e di gratitudine per gli uomini e le donne che hanno investito nel bene comune la loro esistenza quotidiana e, perciò, sono un potente e delicato strumento di formazione dell'identità e di promozione della “personalità” di un popolo.
Chi, di volta in volta, è chiamato
ad
assumere
la
responsabilità di dirigere le istituzioni, rivela nella toponomastica e nella scelta delle titolazioni il suo legame con le radici della collettività locale, ma stabilisce anche i nessi che intende suggerire fra venerazione del passato, ansie per il presente e aspirazioni proiettate nel futuro.
Per tale ragione, titolazioni e toponomastica rischiano di diventare campo di battaglia per confronti e giudizi con strette parentele nelle contese politiche di attualità accanita ma provvisoria. Per sottrarle alle improvvisazioni delle contingenze e delle opportunità, le titolazioni richiedono cautela e ponderazione. Esse devono poter contare
sul
retroterra
plurale
di
meditazioni
il
più
possibile
condivise,
suffragate
da
ricerche,
documentazione storica, testimonianze e consultazioni circolari delle memorie e delle molteplici sensibilità presenti nella comunità locale.
La costituzione di una Commissione comunale per le titolazioni, se composta da una rappresentanza mista delle istituzioni e della società civile (mondo della scuola, volontariato, anziani, comunità parrocchiale), potrebbe aiutare la maturazione di scelte serenamente dibattute e perciò sempre meglio apprezzate dalla cittadinanza.
Spero
che l'Amministrazione comunale voglia esaminare la proposta.
Mario
Dellacqua
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