venerdì 10 gennaio 2014

QUELLA FARINA INFERNALE

“Zero Zero Zero”: la miglior qualità di farina. Sembra polvere innocua. Invece, nell'allusione sinistra di Roberto Saviano, i tre baffetti bianchi che campeggiano sulla copertina raccontano la galoppante marcescenza del mondo e la sua danza sull'orlo dell'abisso. Non è il turbocapitalismo, e neppure il finanzcapitalismo, ma un'altra creatura infernale e angelica che li comprende e li esprime. Nelle viscere del narcocapitalismo, Saviano vede scorrere un fiume sotterraneo di ricatti e di sangue che travolge e irretisce nel suo fascino l'Occidente impaurito dalla precarietà del suo antico benessere, mentre schiaccia l'altra metà del pianeta mostrando nel volto della violenza l'unica sfida alla fame di intere popolazioni. Non sentiamo niente? Come sopportare tutto questo rumore?

Affratellando nella tragedia la Colombia, il Messico, gli Stati Uniti e il Canada, il fiume carsico riemerge dall'emisfero opposto in Russia, in Spagna e in Africa, a Rotterdam e a Napoli, a Londra e in Calabria. Se non bastano navi e aerei, sommergibili. Se non bastano valigie, doppi fondi e pannolini, per il trasporto della coca si può provare con “muli” umani, pronti a ingoiare ovuli riempiti della preziosa sostanza, a custodirli in volo nello stomaco e ad espellerli appena sbarcati a destinazione. Sempre che qualche delicato bussolotto non si spacchi durante il viaggio condannando il “mulo” ad una morte atroce per overdose.
Miliardi di dollari sono rastrellati e investiti in armi e corruzione (di governi, polizie e giornalisti) per assicurare il dominio delle cosche, il controllo capillare e spietato della distribuzione, la protezione e la spartizione dei mercati. Negoziata senza leggi o guerreggiata senza confini.
Come inceppare il micidiale meccanismo? Per il giovane scrittore napoletano la via della legalizzazione “potrebbe essere davvero la soluzione. Perchè va a colpire là dove la cocaina trova il suo terreno fertile, nella legge economica della domanda e dell'offerta. Prosciugando la richiesta, tutto ciò che sta a monte avvizzirebbe come un fiore privato dell'acqua”.
Saviano confessa la sua lucida ossessione e spera che la conoscenza di questa storia aiuti a difenderci da questa storia che ci imprigiona e che imprigiona lui nel suo esilio dorato di scrittore sotto scorta. Ha scelto ormai da anni di imboccare la strada della denuncia e dell'impegno civile: non sarebbe stato più conveniente indirizzare il suo talento verso i territori innocui della narrazione letteraria?
Saviano descrive crudeltà, tradimenti, determinazione estrema e abiezione del crimine scientificamente organizzato su scala planetaria, ma non manca di lanciare un messaggio di speranza. Questo combattimento che sembra perso in partenza, invece cammina sulle gambe di uomini e donne in carne ed ossa. Poliziotti, parrocchie, giornalisti, carabinieri, imprenditori, vigili urbani, insegnanti, operai, militanti di partito, genitori, magistrati resistono. Combattono defilati e meritano di essere riconosciuti, amati e sostenuti da vivi. Non desiderano fare gli eroi oggi per avere una dedica monumentale da morti domani. Come non sentire il loro rumore?

Mario Dellacqua

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