Il senatore Marino, il cittadino Ruggieri e un bottiglione di vino |
Il
politico che rinuncia all'obiettivo fisso della perequazione sociale
rinuncia al suo ruolo – dice il sen. Marino – che gli impone di
non essere l'esecutore neutro degli impulsi del mercato.
I
tagli lineari, poi, fanno cassa, ma non distinguono fra sprechi da
colpire e servizi essenziali alla persona da tutelare. I tagli
lineari non producono razionalizzazione come pensava il ministro
Tremonti quando decise di “affamare
la bestia”
per educarla a risparmiare: semplicemente scaricano sui soggetti più
deboli l'onere e il costo dei risparmi stabiliti dalle restrizioni
governative. Don Milani diceva che non si possono fare parti uguali
tra disuguali...
Per
Nadia Biscola, troppe tasse sui ceti medi produttivi soffocano
l'economia. Occorre dare fiato alle imprese se c'è spazio per
agevolazioni fiscali. Vanno escluse le imposte sui patrimoni. Deve
essere più severa la lotta per l'efficienza del pubblico impiego
dove si annidano sacche di parassitismo e di assistenzialismo
clientelare. E va contenuta l'emigrazione: essa porta in Italia
soggetti che usufruiscono dei nostri servizi ma non pagano tasse
perchè lavorano in nero e gran parte del poco reddito che producono
va ai paesi di provenienza. La ritrovata competitività delle imprese
creerà un circolo virtuoso capace di tradursi in una ricaduta
positiva sull'occupazione.
Alla
scuola di pensiero liberale e liberista preferita da Biscola si
contrappone chi dice che la tutela dei patrimoni e l'agevolazione
delle imprese non ha fatto sgocciolare alcun beneficio occupazionale,
risultante da investimenti produttivi. L'effetto
San Matteo (a
chi più ha, più sarà dato) non ha dato posti di lavoro, ma ha
favorito speculazione finanziaria e accumulazione improduttiva di
risorse sottratte ai salari.
C'è
una controdeduzione di Biscola:non si sta parlando di grandi imprese,
ma di artigiani e piccoli imprenditori che lavorano 10-12 ore al
fianco dei loro lavoratori e a produzione ultimata hanno da fare i
conti con una burocrazia vessatoria e vorace.
Il
senatore Mauro Marino condivide la necessità di distinguere fra
agevolazione selettiva delle innovazioni e finanziamenti a pioggia.
Ma per far questo, commenta Mario Ruggieri, occorre un governo capace
di fare una politica industriale: cosa del tutto sconosciuta da anni,
anzi osteggiata come una forma di interferenza statale nella libertà
delle imprese.
Il
dibattito, qui sommariamente riportato, non si è esaurito e ha
sollevato un notevole interesse tra i partecipanti, specie per il
clima sereno e nello stesso tempo non reticente che ha caratterizzato
ogni intervento.
Mario
Dellacqua
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