lunedì 24 marzo 2014

A CHI PIU' HA, PIU' SARA' DATO?

Il senatore Marino, il cittadino Ruggieri e un bottiglione di vino
All'incontro del 14 marzo tra il senatore PD Mauro Marino, Giovanni Garabello e Nadia Biscola non sono mancate alcune convergenze. Il gettito fiscale deve rimanere invariato ed anzi deve aumentare attraverso una lotta all'evasione fiscale incisiva: non propagandistica, non spettacolare, non episodica. Ma il peso fiscale deve essere radicalmente redistribuito nel segno dell'equità tra tutti i ceti sociali, applicando il principio costituzionale della progressività nei prelievi sul reddito. Bori Marrucchi dice che in Italia la lotta all'evasione non si fa perchè si perderebbero i voti di troppa gente.

Il politico che rinuncia all'obiettivo fisso della perequazione sociale rinuncia al suo ruolo – dice il sen. Marino – che gli impone di non essere l'esecutore neutro degli impulsi del mercato.

I tagli lineari, poi, fanno cassa, ma non distinguono fra sprechi da colpire e servizi essenziali alla persona da tutelare. I tagli lineari non producono razionalizzazione come pensava il ministro Tremonti quando decise di “affamare la bestia” per educarla a risparmiare: semplicemente scaricano sui soggetti più deboli l'onere e il costo dei risparmi stabiliti dalle restrizioni governative. Don Milani diceva che non si possono fare parti uguali tra disuguali...

Per Nadia Biscola, troppe tasse sui ceti medi produttivi soffocano l'economia. Occorre dare fiato alle imprese se c'è spazio per agevolazioni fiscali. Vanno escluse le imposte sui patrimoni. Deve essere più severa la lotta per l'efficienza del pubblico impiego dove si annidano sacche di parassitismo e di assistenzialismo clientelare. E va contenuta l'emigrazione: essa porta in Italia soggetti che usufruiscono dei nostri servizi ma non pagano tasse perchè lavorano in nero e gran parte del poco reddito che producono va ai paesi di provenienza. La ritrovata competitività delle imprese creerà un circolo virtuoso capace di tradursi in una ricaduta positiva sull'occupazione.

Alla scuola di pensiero liberale e liberista preferita da Biscola si contrappone chi dice che la tutela dei patrimoni e l'agevolazione delle imprese non ha fatto sgocciolare alcun beneficio occupazionale, risultante da investimenti produttivi. L'effetto San Matteo (a chi più ha, più sarà dato) non ha dato posti di lavoro, ma ha favorito speculazione finanziaria e accumulazione improduttiva di risorse sottratte ai salari.

C'è una controdeduzione di Biscola:non si sta parlando di grandi imprese, ma di artigiani e piccoli imprenditori che lavorano 10-12 ore al fianco dei loro lavoratori e a produzione ultimata hanno da fare i conti con una burocrazia vessatoria e vorace.

Il senatore Mauro Marino condivide la necessità di distinguere fra agevolazione selettiva delle innovazioni e finanziamenti a pioggia. Ma per far questo, commenta Mario Ruggieri, occorre un governo capace di fare una politica industriale: cosa del tutto sconosciuta da anni, anzi osteggiata come una forma di interferenza statale nella libertà delle imprese.

Il dibattito, qui sommariamente riportato, non si è esaurito e ha sollevato un notevole interesse tra i partecipanti, specie per il clima sereno e nello stesso tempo non reticente che ha caratterizzato ogni intervento.

Mario Dellacqua

Nessun commento:

Posta un commento