Il 28 febbraio la Scuola di Lingue internazionali “Language
connection” di Carmagnola ha chiesto al Comune la disponibilità di
un locale per poter realizzare un breve corso di inglese a favore di
un gruppo di alunni della scuola primaria Don Paolo Albera di None,
richiesto dalle famiglie dei ragazzi medesimi. Il corso è stato
inizialmente proposto quale integrazione sperimentale da realizzare
durante il tempo di “dopo scuola” svolto nei giorni di lunedì
presso la Don Albera, gestito dalla Cooperativa “Vita” su
incarico di questa Amministrazione.
Purtroppo, l’Istituto Comprensivo “non ha potuto concedere la
disponibilità di altre aule all’interno del plesso scolastico
nell’orario già dedicato al dopo scuola”. D'altra parte,
“nell’orario richiesto dai genitori per lo svolgimento del corso
di inglese in questione, i locali della biblioteca comunale non sono
disponibili in quanto non rientrano nell’orario di apertura della
struttura”.
Come fare? Era più che “valida l’iniziativa scaturita dal
desiderio delle famiglie di qualificare in modo più proficuo il
tempo che i ragazzi della scuola Don Albera passano a scuola nei
giorni di lunedì, senza svolgere delle lezioni scolastiche vere e
proprie”.
Per consentire ai dieci alunni della scuola Don Albera, lo
svolgimento delle 11 lezioni sperimentali previste dal corso di
inglese, l'Amministrazione ha deciso di concedere “in via del tutto
eccezionale l’utilizzo di una sala comunale” al primo piano della
sede municipale.
Per l’utilizzo della saletta verranno applicate le medesime
tariffe già stabilite per l’utilizzo del locale mansardato situato
nell’edificio della biblioteca comunale. La responsabilità della
custodia dei minori sarà affidata all’insegnante incaricato dalla
medesima scuola.
Per quanto dettata dall'emergenza, la soluzione appare
soddisfacente per gli allievi del corso. Probabilmente, se la
richiesta fosse arrivata prima del 28 febbraio scorso,
l'Amministrazione avrebbe valutato con maggiore cautela la decisione
di assegnare all'Associazione degli Alpini l'alloggio del custode
della Scuola Media “Ada Gobetti”. Gli alpini sono meritevoli
dell'ottimo trattamento che è stato riservato al loro gruppo, ma
rinunciare alla disponibilità di locali scolastici appare piuttosto
imprudente, specie di questi tempi. Non era più previdente riservare
alla scuola e al Comune almeno una parte dei locali lasciati liberi
dall'abbandono del custode?
Non sappiamo se del provvedimento sia stato investito il Consiglio
d'Istituto o la Consulta delle Associazioni: organismi che su questa
materia avrebbero il diritto e il dovere di far sentire la loro voce
per evitare il paradosso di locali scolastici che vengono a mancare
quando sono appena stati dati all'esterno come se fossero in esubero
e non si sapesse che cosa farne.
Aspettiamo di conoscere da una delibera i criteri adottati per la
concessione dei locali: perché quella destinazione e perché quella
associazione? Le nostre ricerche non sono riuscite a ritrovare
sull'albo pretorio on line del Comune alcuna determina o delibera
sull'argomento. L'insegna del gruppo Ana è però già visibile sulle
pareti dell'edificio di via Padre Angelico. Gli alpini hanno già
eseguito alcuni lavori di adattamento dei locali alle loro necessità.
La vicenda meriterebbe un sereno chiarimento.
Loredana
Brussino e Mario Dellacqua
Bisogna fare i complimenti alla Giunta che il 28 febbraio ha ricevuto la richiesta (prot. n. 2310) e alle 9,45 dello stesso giorno si è riunita per deliberare la concessione dei locali comunali all'Istituto richiedente. In tre quarti d'ora la richiesta è stata letta, accolta e tradotta in delibera. Una prova di efficienza e di collegialità strabiliante.
RispondiEliminaMario Dellacqua