lunedì 29 dicembre 2014

DA CARMAGNOLA IL MONDO E' IN CAMMINO



Massimo Bonfatti
Se non son pazzi non li vogliamo...
L'odissea che ha guidato Luca Scabbia lungo più di 13mila chilometri nei territori dell'ex Unione Sovietica, non si spiega con la passione spericolata per la moto. Un altro carburante etico e politico ha alimentato i ruggiti della sua Yamaha XT 1200 Superteneré: la determinazione robusta benchè solitaria di testimoniare gli irreparabili scempi che il disciolto regime sovietico ha inflitto in Ucraina e in Kazakhstan all'ambiente e alla salute collettiva di quelle popolazioni. Là, nelle aree più inquinate e radioattive della terra, malformazioni genetiche, leucemie, sterilità per metà degli uomini e delle donne, malattie nervose e cardiovascolari sono il pane quotidiano.

Luca Scabbia non ha solo sfidato alle dogane la corruzione proverbiale dei funzionari che, in cambio del via libera, chiedono se per caso “hai venti euro per le loro famiglie”. Non ha solo affrontato la truffa dei distributori che ti ingrippano la moto perchè allungano la benzina con la paraffina.  Luca Scabbia ha respirato aria che non doveva respirare e ha inalato polveri che non doveva inalare. Sulla sua pelle, per esperienza diretta, ha capito il motivo per cui le auto viaggiavano con il finestrino chiuso.
Una specie strana e moderna di religione civile nutriva la sua chilometrica missione. Per conto di “Mondo in cammino”, Scabbia voleva rendere giustizia a popolazioni cui le autorità comuniste avevano intimato di uscire di casa durante gli esperimenti nucleari al solo cinico scopo di testare gli effetti delle radiazioni sulle loro vite. Voleva fotografare le montagne che nascondono quantità di plutonio cementificato pericoloso per millenni e utile a costruire sofisticati dispositivi nucleari. Voleva preparare il terreno a relazioni diplomatiche con una rete transnazionale di gruppi ecologisti con i quali sviluppare comuni progetti di cooperazione. Voleva fare la sua parte per diffondere nell'opinione pubblica italiana e europea la motivata condanna dell'energia nucleare. Voleva coniugare diritti umani, giustizia e solidarietà nel mondo e in Italia, come dimostrano gli efficaci interventi di “Mondo in Cammino” nell'Emilia terremotata o nella Sardegna alluvionata.
Locale e globale nel pensiero e nell'azione, carmagnolese e internazionalista, utopica e concreta, “Mondo in Cammino” cerca complici per contribuire alla salvezza dell'umanità.
“Un'umanità – scrive Massimo Bonfatti, instancabile animatore dell'associazione – che saprà e potrà continuare a sperare grazie all'ostinazione e alla sfida quotidiana di persone” come quelle che in Ucraina e in Kazakhstan, a Cernobyl o a Fukushima, come a Hiroshima e a Nagasaky, sono “più forti delle bugie e delle falsità” fabbricate per tenere i popoli lontani dalle tentazioni della libertà e dal dovere della consapevolezza.

Mario Dellacqua

LUCA SCABBIA – ILARIA LONIGRO, Rotta nucleare Un progetto di Mondo in Cammino, Introduzione di Massimo Bonfatti, Carlo Spera editore, 2014, p. 87.

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