Impianto biogas di Piossaco - foto di Carla Benotti |
Mai più biogas con vista sulle abitazioni
Le nuove regole del Comune: niente insediamenti nelle aree di pregio, strade adeguate e distanza adeguata dalle case.
Da ieri è diventato più complicato installare una centrale biogas in territorio del Comune di Ferrara. Con un orientamento di giunta approvato in mattinata, infatti, e proposto congiuntamente dagli assessore Rossella Zadro e Roberta Fusari, sono state definite alcune linee guida alle quali dovranno attenersi i tecnici comunali alle Conferenze dei servizi convocate dalla Provincia per le autorizzazioni di nuove centrali, oltre che naturalmente per le richieste presentate direttamente agli sportelli di Palazzo Municipale. L’orientamento estende in sostanza alle biogas le limitazioni già imposte l’anno scorso agli impianti fotovoltaici: divieti per insediamenti in fette di territorio non vocate, per questioni ambientali o culturali; presenza capillare d’infrastrutture stradali, che devono sopportare il passaggio di decine di camion da 400 quintali pieni di derivati di mais, base per ricavare il biogas che poi bruciando produce energia elettrica; rinvio al Regolamento urbanistico edilizio per le regole di collocazione degli impianti.
Il Rue, che in questi giorni è in fase di esposizione in commissione urbanistica del consiglio comunale, dovrebbe fornire indicazioni precise, come il divieto d’insediarsi a meno di un chilometro da centri abitati e a meno di 300 metri dalle case sparse. Queste ultime limitazioni hanno ottenuto qualche giorno fa il “bollo” di legittimità da parte di una sentenza del Tar Piemonte, che ha accolto il ricorso di un Comune torinese contro la concessione da parte della Provincia di Torino di un’autorizzazione ad una centrale biogas, in deroga appunto ai divieti contenuti addirittura nel Psc comunale. Ferrara utilizzerà appunto lo strumento del Rue ma si tratta di una corsa contro il tempo per tentare di arginare l’ondata di nuove richieste d’insediamento, prevista almeno fino a giugno. Il business del biogas, infatti, resterà estremamente conveniente (fino a 15 milioni di euro per ogni impianto, secondo alcuni calcoli) in presenza degli attuali ecoincentivi, che andranno solo alle centrali accese entro il 31 dicembre 2012. Il progetto deve essere evidentemente approvato prima dell’estate, per poterne usufruire. La Provincia si limita a recepire le indicazioni dei Comuni, che però si sentono “scoperti” in caso di ricorsi al Tar, in assenza di precise indicazioni nei loro strumenti urbanistici.
C’è da dire che molti problemi di odori sgradevoli possono essere risolti semplicemente coprendo i vasconi di digestato, che in caso contrario sprigionano ammoniaca e altre sostanze odorigene in notevoli quantità. La portata inquinante degli impianti in se è abbastanza modesta, come ha avuto modo di sottolineare anche Aldo De Togni (Asl) all’assemblea di Masi Torello e, più di recente, all’incontro dei comitati toscani. Le nuove regole comunali saranno illustrare la prossima settimana in commissione comunale. (s.c.)
29 febbraio 2012
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