Appello per un
ripensamento del progetto di nuova linea ferroviaria Torino–Lione
al Presidente del Consiglio Mario Monti
Gennaio 2012
al Presidente del Consiglio Mario Monti
Gennaio 2012
Al Presidente del Consiglio dei Ministri
On. Prof. Mario Monti
Palazzo Chigi
ROMA
On. Prof. Mario Monti
Palazzo Chigi
ROMA
Oggetto: Appello per un ripensamento
del progetto di nuova linea ferroviaria Torino – Lione, Progetto Prioritario
TEN-T N° 6, sulla base di evidenze economiche, ambientali e sociali.
Onorevole Presidente,
ci rivolgiamo a Lei e al Governo da Lei presieduto,
nella convinzione di trovare un ascolto attento e privo di pregiudizi a quanto
intendiamo esporLe sulla base della nostra esperienza e competenza
professionale ed accademica. Il problema della nuova linea ferroviaria ad alta
velocità/alta capacità Torino-Lione rappresenta per noi, ricercatori, docenti e
professionisti, una questione di metodo e di merito sulla quale non è più
possibile soprassedere, nell’interesse del Paese. Ciò è tanto più vero nella
presente difficile congiuntura economica che il suo Governo è chiamato ad
affrontare.
Sentiamo come nostro dovere riaffermare - e nel
seguito di questa lettera, argomentare - che il progetto1 della
nuova linea ferroviaria Torino-Lione, inspiegabilmente definito “strategico”,
non si giustifica dal punto di vista della domanda di trasporto merci e
passeggeri, non presenta prospettive di convenienza economica né per il
territorio attraversato né per i territori limitrofi né per il Paese, non
garantisce in alcun modo il ritorno alle casse pubbliche degli ingenti capitali
investiti (anche per la mancanza di un qualsivoglia piano finanziario), è
passibile di generare ingenti danni ambientali diretti e indiretti, e infine è
tale da generare un notevole impatto sociale sulle aree attraversate, sia per
la prevista durata dei lavori, sia per il pesante stravolgimento della vita
delle comunità locali e dei territori coinvolti.
Diminuita domanda di trasporto merci e
passeggeri
Nel decennio tra il 2000 e il 2009, prima della crisi,
il traffico complessivo di merci dei tunnel autostradali del Fréjus e del Monte
Bianco è crollato del 31%. Nel 2009 ha raggiunto il valore di 18 milioni di
tonnellate di merci trasportate, come 22 anni prima. Nello stesso periodo si è
dimezzato anche il traffico merci sulla ferrovia del Fréjus, anziché
raddoppiare come ipotizzato nel 2000 nella Dichiarazione di Modane sottoscritta
dai Governi italiano e francese. La nuova linea ferroviaria Torino-Lione, tra
l’altro, non sarebbe nemmeno ad Alta Velocità per passeggeri perché, essendo quasi
interamente in galleria, la velocità massima di esercizio sarà di 220 km/h, con
tratti a 160 e 120 km/h, come risulta dalla VIA presentata dalle Ferrovie
Italiane. Per effetto del transito di treni passeggeri e merci, l’effettiva
capacità della nuova linea ferroviaria Torino-Lione sarebbe praticamente
identica a quella della linea storica, attualmente sottoutilizzata nonostante
il suo ammodernamento terminato un anno fa e per il quale sono stati investiti
da Italia e Francia circa 400 milioni di euro.
Assenza di vantaggi economici per il Paese
Per quanto attiene gli aspetti finanziari, ci sembra
particolarmente importante sottolineare l’assenza di un effettivo ritorno del
capitale investito. In particolare:
1. Non sono noti piani finanziari di sorta
Sono emerse recentemente ipotesi di una realizzazione del progetto per fasi, che richiedono nuove analisi tecniche, economiche e progettuali. Inoltre l’assenza di un piano finanziario dell’opera, in un periodo di estrema scarsità di risorse pubbliche, rende ancora più incerto il quadro decisionale in cui si colloca, con gravi rischi di “stop and go”.
Sono emerse recentemente ipotesi di una realizzazione del progetto per fasi, che richiedono nuove analisi tecniche, economiche e progettuali. Inoltre l’assenza di un piano finanziario dell’opera, in un periodo di estrema scarsità di risorse pubbliche, rende ancora più incerto il quadro decisionale in cui si colloca, con gravi rischi di “stop and go”.
2. Il ritorno finanziario appare trascurabile,
anche con scenari molto ottimistici.
Le analisi finanziarie preliminari sembrano coerenti con gli elevati costi e il modesto traffico, cioè il grado di copertura delle spese in conto capitale è probabilmente vicino a zero. Il risultato dell’analisi costi-benefici effettuata dai promotori, e molto contestata, colloca comunque l’opera tra i progetti marginali.
Le analisi finanziarie preliminari sembrano coerenti con gli elevati costi e il modesto traffico, cioè il grado di copertura delle spese in conto capitale è probabilmente vicino a zero. Il risultato dell’analisi costi-benefici effettuata dai promotori, e molto contestata, colloca comunque l’opera tra i progetti marginali.
3. Ci sono opere con ritorni certamente più
elevati: occorre valutare le priorità
Risolvere i fenomeni di congestione estrema del traffico nelle aree metropolitane così come riabilitare e conservare il sistema ferroviario "storico" sono alternative da affrontare con urgenza, ricche di potenzialità innovativa, economicamente, ambientalmente e socialmente redditizie.
Risolvere i fenomeni di congestione estrema del traffico nelle aree metropolitane così come riabilitare e conservare il sistema ferroviario "storico" sono alternative da affrontare con urgenza, ricche di potenzialità innovativa, economicamente, ambientalmente e socialmente redditizie.
4. Il ruolo anticiclico di questo tipo di progetti
sembra trascurabile.
Le grandi opere civili presentano un’elevatissima intensità di capitale, e tempi di realizzazione molto lunghi. Altre forme di spesa pubblica presenterebbero moltiplicatori molto più significativi.
Le grandi opere civili presentano un’elevatissima intensità di capitale, e tempi di realizzazione molto lunghi. Altre forme di spesa pubblica presenterebbero moltiplicatori molto più significativi.
5. Ci sono legittimi dubbi funzionali, e quindi
economici, sul concetto di corridoio.
I corridoi europei sono tracciati semi-rettilinei, con forti significati simbolici, ma privi di supporti funzionali. Lungo tali corridoi vi possono essere tratte congestionate alternate a tratte con modesti traffici. Prevedere una continuità di investimenti per ragioni geometriche può dar luogo ad un uso molto inefficiente di risorse pubbliche, oggi drammaticamente scarse.
I corridoi europei sono tracciati semi-rettilinei, con forti significati simbolici, ma privi di supporti funzionali. Lungo tali corridoi vi possono essere tratte congestionate alternate a tratte con modesti traffici. Prevedere una continuità di investimenti per ragioni geometriche può dar luogo ad un uso molto inefficiente di risorse pubbliche, oggi drammaticamente scarse.
Bilancio energetico-ambientale nettamente
negativo.
Esiste una vasta letteratura scientifica nazionale e
internazionale, da cui si desume chiaramente che i costi energetici e il
relativo contributo all’effetto serra da parte dell’alta velocità sono
enormemente acuiti dal consumo per la costruzione e l’operatività delle
infrastrutture (binari, viadotti, gallerie) nonché dai più elevati consumi
elettrici per l’operatività dei treni, non adeguatamente compensati da flussi
di traffico sottratti ad altre modalità. Non è pertanto in alcun modo
ipotizzabile un minor contributo all’effetto serra, neanche rispetto al
traffico autostradale di merci e passeggeri. Le affermazioni in tal senso sono
basate sui soli consumi operativi (trascurando le infrastrutture) e su
assunzioni di traffico crescente (prive di fondamento, a parte alcune tratte e
orari di particolare importanza).
Risorse sottratte al benessere del Paese
Molto spesso in passato è stato sostenuto
che alcuni grandi progetti tecnologici erano altamente remunerativi e
assolutamente sicuri; la realtà ha purtroppo dimostrato il contrario. Gli
investimenti per grandi opere non giustificate da una effettiva domanda, lungi
dal creare occupazione e crescita, sottraggono capitali e risorse
all’innovazione tecnologica, alla competitività delle piccole e medie imprese
che sostengono il tessuto economico nazionale, alla creazione di nuove
opportunità lavorative e alla diminuzione del carico fiscale. La nuova linea
ferroviaria Torino-Lione, con un costo totale del tunnel transfrontaliero di
base e tratte nazionali, previsto intorno ai 20 miliardi di euro (e una
prevedibile lievitazione fino a 30 miliardi e forse anche di più, per
l’inevitabile adeguamento dei prezzi già avvenuto negli altri tratti di Alta
Velocità realizzati), penalizzerebbe l’economia italiana con un contributo al
debito pubblico dello stesso ordine all’entità della stessa manovra economica
che il Suo Governo ha messo in atto per fronteggiare la grave crisi economica e
finanziaria che il Paese attraversa. è legittimo domandarsi come e a quali
condizioni potranno essere reperite le ingenti risorse necessarie a questa
faraonica opera, e quale sarà il ruolo del capitale pubblico. Alcune stime
fanno pensare che grandi opere come TAV e ponte sullo stretto di Messina in
realtà nascondano ingenti rischi per il rapporto debito/PIL del nostro Paese,
costituendo sacche di debito nascosto, la cui copertura viene attribuita a
capitale privato, di fatto garantito dall’intervento pubblico.
Sostenibilità e democrazia
La sostenibilità dell’economia e della
vita sociale non si limita unicamente al patrimonio naturale che diamo in
eredità alle generazioni future, ma coinvolge anche le conquiste economiche e
le istituzioni sociali, l’espressione democratica della volontà dei cittadini e
la risoluzione pacifica dei conflitti. In questo senso, l’applicazione di
misure di sorveglianza di tipo militare dei cantieri della nuova linea
ferroviaria Torino-Lione ci sembra un’anomalia che Le chiediamo vivamente di
rimuovere al più presto, anche per dimostrare all’Unione Europea la capacità
dell’Italia di instaurare un vero dialogo con i cittadini, basato su
valutazioni trasparenti e documentabili, così come previsto dalla Convenzione
di Århus2.
Per queste ragioni, Le chiediamo rispettosamente di
rimettere in discussione in modo trasparente ed oggettivo le necessità
dell’opera.
Non ci sembra privo di fondamento affermare che
l’attuale congiuntura economica e finanziaria giustifichi ampiamente un
eventuale ripensamento e consentirebbe al Paese di uscire con dignità da un
progetto inutile, costoso e non privo di importanti conseguenze ambientali,
anche per evitare di iniziare a realizzare un’opera che potrebbe essere
completata solo assorbendo ingenti risorse da altri settori prioritari per la
vita del Paese.
Con viva cordialità e rispettosa attesa,
Sergio Ulgiati, Università Parthenope, Napoli
Ivan Cicconi, Esperto di infrastrutture e appalti pubblici
Luca Mercalli, Società Meteorologica Italiana
Marco Ponti, Politecnico di Milano
Ivan Cicconi, Esperto di infrastrutture e appalti pubblici
Luca Mercalli, Società Meteorologica Italiana
Marco Ponti, Politecnico di Milano
Riferimenti bibliografici: cfr. http://www.lalica.net/Appello_a_Monti
1 L'accordo del 2001 tra Italia e Francia, ratificato con Legge 27
settembre 2002, n. 228, prevede all'art. 1 che "I Governi italiano e
francese si impegnano (…) a costruire (…) le opere (…) necessarie alla
realizzazione di un nuovo collegamento ferroviario merci-viaggiatori tra Torino
e Lione la cui entrata in servizio dovrebbe avere luogo alla data di
saturazione delle opere esistenti." Non ostante la prudenza contenuta in
questo articolo, i Governi italiani succedutisi hanno fatto a gara per
dimostrare che la data di saturazione della linea storica era dietro l'angolo.
I fatti hanno dimostrato il contrario, ma – inspiegabilmente - non vi sono
segnali di ripensamento da parte dei decisori politici.
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