Il
filosofo Felix Adler all'inizio del XX
secolo proponeva una fiscalità che avrebbe lasciato all'individuo “tutto ciò
che può veramente servire alla realizzazione di una vita umana” e che gli
avrebbe tolto “ciò che è destinato allo sfoggio, alla superbia, al potere”
(..)
Per
finanziare lo sforzo bellico del primo conflitto mondiale, i progressisti
propongono di tassare nella misura del 100% i redditi superiori ai 100mila
dollari (..) Il tasso di imposizione superiore sui redditi che superano il
milione di dollari passa dal 7% nel 1914 al 77% nel 1918 (..) Negli anni '20
democratici e repubblicani si battono per ottenere una riduzione delle tasse
sugli alti redditi. Nel 1925 il tasso di imposizione massimo è del 25%.
(..)
Nel giugno 1935, il Presidente Franklin Delano Roosevelt introduce una tassa
del 79% sui redditi superiori a 5 milioni di dollari. (..) Nel 1944, il
Congresso fissa il tasso d'imposizione dei redditi superiori a 200mila dollari
a un livello ineguagliato: il 94%.
Nel
corso dei due decenni successivi il tasso di imposizione superiore si aggira
attorno al 90%, prima di scendere a meno 70% durante la presidenza di Lyndon
Johnson (1963-1969). Con Ronald Reagan, il tasso si riduce ancora per arrivare
al 50% nel 1981, poi al 28% nel 1988. Oggi è al 35%. Ed è già troppo secondo
alcuni. Ma, fortunatamente per i più ricchi, la maggior parte dei redditi da
loro dichiarati proviene dai guadagni da capitale, dai profitti realizzati
grazie all'acquisto e alla vendita di azioni, obbligazioni e altri attivi, i
quali sono tassati nella misura del 15%.
SAM PIZZIGATI, Stabilire
un tetto per i redditi, Le Monde diplomatique, n.2, febbraio 2012.
Sam Pizzigati è ricercatore
associato all'Institute for Policy Studies (Washington DC).
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