Per quattro decenni la chiesa di S. Pietro nel cuore di Berlino, la più
antica della città, era scomparsa sotto l’asfalto di un anonimo parcheggio. Ora
grazie all’iniziativa di un’associazione privata, fatta propria dalla città,
sulle sua fondamenta sorgerà una chiesa unica al mondo, una chiesa per tre
religioni: cristiani, musulmani e ebrei pregheranno sotto lo stesso tetto. La
nuova chiesa non sarà un rifacimento dell’edificio neogotico che alla fine
dell’800 sbalordiva i visitatori con il campanile di 96 metri . Già dall’esterno
si dovrà vedere la sua “diversità”, la sua “apertura”. Perché, anche questo un
unicum, non sarà luogo di preghiera solo per ebrei, musulmani e cristiani ma
anche per tutti coloro che non appartengono a una religione. Berlino è una metropoli
che non crede, forse la capitale al mondo con il maggior numero di abitanti
atei o agnostici. La stima è precisa perché in Germania, se non si appartiene a
nessuna confessione religiosa, bisogna fare una dichiarazione scritta
all’Ufficio imposte e si viene esonerati dal versare le tasse ecclesiastiche, 8
per cento in più delle imposte dovute allo Stato. In questo caso si è però
esclusi dai servizi religiosi come battesimi, matrimoni e estrema unzione.
Berlino è anche la più grande città turca ad ovest dei Dardanelli. Ci vivono 250mila emigrati dal Bosforo, concentrati nel quartiere di Kreuzberg, ma sparsi anche nell’ex Berlino est. Ed è una città multiculturale. Gli stranieri sono il 13 per cento, il 6,5 per cento sono musulmani. In città ci sono un’ottantina di moschee. I protestanti sono il 21,5 per cento, i cattolici una minoranza, poco più del 9. Lo 0,6 per cento appartiene ad altre religioni. Gli ebrei sono undicimila, pochi sicuramente ma erano solo duemila quando cadde il Muro. Con la riunificazione cominciarono ad arrivare gli ebrei dall’Est, diretti in Israele. Alcuni si sono fermati, altri sono tornati. I recenti episodi di intolleranza contro gli ebrei hanno ridato voce alle accuse di un nuovo antisemitismo tedesco, ma erano in maggioranza imputabili a giovani emigrati arabi. La convivenza tra stranieri e berlinesi non è certo priva di problemi, ma in generale è più tranquilla che a Londra o a Parigi. Gli architetti dello studio Kuehn Malvezzi, che hanno vinto la gara, costruiranno un semplice cubo, alto44 metri
e rivestito dei mattoni color senape tipici del Brandeburgo. All’interno non ci
saranno simboli religiosi. Ogni comunità potrà celebrare a turno i propri riti
in tre settori separati (quelli ebraico e islamico avranno sezioni separate per
uomini e donne, come prevedono quelle religioni), mentre in un quarto potranno
incontrarsi e pregare insieme. Tutte e tre le comunità hanno dato il consenso.
Berlino confida sull’attrazione che eserciterà la nuova chiesa “aperta” nel
cuore della capitale, a pochi passi dall’Alexander Platz. «Noi speriamo che i
fedeli si mescolino, scambino le preghiere» dice il pastore Hohberg, della
comunità protestante del quartiere. Costruita nel 1600, orgogliosa del
campanile più alto di Berlino, la chiesa di S. Pietro era stata vittima della
seconda guerra mondiale. Dal campanile le Waffen SS sparavano agli artiglieri
dell’Armata rossa, l’edificio fu ridotto in rovina e poi demolito da Ulbricht
nel 1964.
Berlino è anche la più grande città turca ad ovest dei Dardanelli. Ci vivono 250mila emigrati dal Bosforo, concentrati nel quartiere di Kreuzberg, ma sparsi anche nell’ex Berlino est. Ed è una città multiculturale. Gli stranieri sono il 13 per cento, il 6,5 per cento sono musulmani. In città ci sono un’ottantina di moschee. I protestanti sono il 21,5 per cento, i cattolici una minoranza, poco più del 9. Lo 0,6 per cento appartiene ad altre religioni. Gli ebrei sono undicimila, pochi sicuramente ma erano solo duemila quando cadde il Muro. Con la riunificazione cominciarono ad arrivare gli ebrei dall’Est, diretti in Israele. Alcuni si sono fermati, altri sono tornati. I recenti episodi di intolleranza contro gli ebrei hanno ridato voce alle accuse di un nuovo antisemitismo tedesco, ma erano in maggioranza imputabili a giovani emigrati arabi. La convivenza tra stranieri e berlinesi non è certo priva di problemi, ma in generale è più tranquilla che a Londra o a Parigi. Gli architetti dello studio Kuehn Malvezzi, che hanno vinto la gara, costruiranno un semplice cubo, alto
da "la Repubblica" del 24 dicembre 2012 articolo di Vanna Vannuccini
Non sapevo che il cittadino tedesco può risparmiare l'8% di tasse qualora dichiari di non appartenere ad alcuna confessione religiosa. Che cosa accadrebbe se in Italia si introducesse una norma simile, superando le resistenze di quanti contrasterebbero - e con buone ragioni - le schedature e l'interferenza illiberale dello Stato nella coscienza individuale dei cittadini? "E cielo e terra si mostrò qual era"... Ciao Mario
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