venerdì 25 gennaio 2013

Continua “l’emorragia” dell’orario della scuola “don Albera” di None

Da lunedì 21 gennaio fino al 28 febbraio 2012 sono aperte le iscrizioni all’anno scolastico 2013/2014, con la novità che, per le iscrizioni alle classi prime della scuola primaria (elementari), della scuola secondaria di primo grado (medie) e di secondo grado (superiori), il classico modulo cartaceo da compilare per le scuole statali è sostituito inderogabilmente dall’uso del personal computer (iscrizione on line) collegato tramite la rete internet ai computer del MIUR (Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca).

È un grande cambiamento che, prevedibilmente, comporterà gravi difficoltà alle famiglie che, non avendo l’attrezzatura informatica o non sapendola utilizzare, potranno utilizzare quella che metterà a disposizione la segreteria didattica della scuola, la quale dovrà anche fornire tutta l’assistenza necessaria: non essendo state predisposte nuove risorse, è facile prevedere notevoli lungaggini e difficoltà per tutti.

D’altra parte, anche chi si è accinto autonomamente all’iscrizione on line nei primi giorni ha trovato notevoli rallentamenti dei tempi di risposta dei computer del MIUR, che addirittura si sono bloccati per buona parte del 21 gennaio (sic!).

Bisognerà vigilare sul funzionamento del sistema on line e sulla sua efficacia, per evitare che insieme alla dematerializzazione delle procedure perdano corpo anche i diritti dei soggetti implicati, ovvero che tutti ricevano tutte le informazioni necessarie, che vengano tenute in debito conto le scelte e le opzioni delle famiglie, che vi sia effettiva trasparenza nelle procedure, e che non si verifichino discriminazioni.

A None, per quanto riguarda l’orario ci potranno essere novità principalmente per la scuola elementare “don Albera” e per la scuola media “Gobetti”.

Alla scuola elementare “don Albera”, sulla base degli alunni attuali della scuola dell’infanzia (materna), probabilmente si potrà costituire una sola classe prima, invece di due come sempre stato fino ad oggi, con la perdita del relativo personale scolastico.

Inoltre, nonostante la riduzione degli scolari, si ripresenta la minaccia della riduzione di orario a 27 ore settimanali per TUTTE le classi, dalla prima alla quinta: continuerebbe così l’emorragia che in pochi anni ha già ridotto l’orario della scuola “don Albera” da 30 a 28 ore, e ora ulteriormente ridotto a 27 ore.

Come l’emorragia debilita un organismo, la riduzione e compressione dell’orario mina l’efficacia educativa, didattica e pedagogica della scuola.

A questa riduzione dell’orario a 27 ore si accompagna una riduzione del numero dei rientri pomeridiani, che diventano solo due, e un accumulo delle ore al mattino dalle 08:15 alle 12:45 dal lunedì al venerdì.

Se da un lato la riduzione dei rientri e l’accumulo delle ore al mattino libera più in fretta il personale scolastico dall’incombenza delle classi e libera le famiglie dall’accompagnare gli alunni a scuola, d’altro canto si propone un ritmo educativo e didattico particolarmente elevato data l’età degli alunni, con scarsi margini di recupero: quanti vagoni perderà questo treno in corsa?

È facile prevedere che a essere diminuito sarà il monte ore di italiano e/o di matematica, che sono le materie cardini della scuola primaria, oggetto del sistema di valutazione dell’apprendimento del MIUR: secondo i discutibili orientamenti legislativi in corso di valutazione al Parlamento, a fronte di risultati scarsi, si potrebbero avere ulteriori riduzioni delle risorse destinate dal MIUR alla scuola nonese!

Vogliamo che la “don Albera” diventi una scuola fast food di serie B con sole 27 ore, in confronto alla scuola Rodari, dove l’orario, al lordo dell’intervallo mensa, è di 40 ore?

Attualmente questa probabile riduzione dell’orario non è stata ancora prospettata alle famiglie degli alunni di tutte le classi della “don Albera”.

Il CoGeNo (Comitato dei Genitori di None) sollecita l’Istituto Comprensivo e il Comune di None a intervenire in tutti i modi e a tutti i livelli affinché sia scongiurata tale perdita di ore scuola, sia con l’assegnazione di un organico congruo da parte del MIUR, sia con le assegnazioni di fondi dagli Enti territoriali, Regione Piemonte in primis, come ottenuto negli anni recenti.

Analogamente la scuola media “Gobetti” ha visto ridurre le ore richieste dalle famiglie da 36 a 30 ore settimanali: è proprio trascurabile la perdita di 6 ore ogni settimana? – quanto costerebbe alle famiglie pagare la formazione fornita da queste ore ulteriori di scuola?

La scuola non è un parcheggio dove si sta in attesa che trascorra l’orario necessario per assolvere l’obbligo scolastico.

Crediamo profondamente in una scuola pubblica, laica e inclusiva. Crediamo che la scuola debba essere tutelata e curata con attenzione, anche in quanto primo luogo di formazione dei cittadini di domani.

Nonostante la crisi economica e l’instabilità politica, continuiamo a ritenere fondamentale che ciascuno faccia la sua parte per salvaguardare e migliorare la scuola: l’istituzione più importante per il nostro sviluppo civile, culturale ed economico.

Una parte fondamentale la possono svolgere le famiglie e gli alunni, che devono diventare attori consapevoli, attenti e partecipi alle scelte didattiche, educative e pedagogiche.

Le famiglie e gli alunni devono reclamare con forza e in tutti i modi una scuola efficiente e di qualità, assieme alla larga parte del personale scolastico a cui ciò sta a cuore.

Anche nel campo scolastico è tempo di cambiare marcia per superare la crisi che stiamo patendo, per dare ai nostri ragazzi un futuro diverso.

Perché questo futuro passa dalla scuola e dalla sua capacità di essere volano di crescita economica e motore di democrazia nel nostro Paese
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Nunzio SORRENTINO
CoGeNo – Comitato dei Genitori di None

1 commento:

  1. Se può interessare la mia opinione, temo che Istituto Comprensivo e Comune abbiano poche possibilità di incidere per fermare le restrizioni in corso. Ci vorrebbe una ribellione civile generale che presuppone una grande unità dei lavoratori della scuola e dei loro sindacati, ancora troppo frammentati. Per quanto riguarda l'intervento dei genitori nelle scelte didattiche ed educative, la mia esperienza dice che essi sono stati molto deboli o prevalentemente rivolti a rivendicazioni protettive della tranquillità dei loro figli, quando importunati da insegnanti che propongono ai giovani di masticare un po' di pane duro.
    Mario Dellacqua

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