Mi
sembra di avere il diritto di far sommessamente notare che nel pur
lontano 1984, per un blocco stradale a sostegno dei lavoratori
dell’Indesit, insieme con altri quattro amici dipendenti degli
stabilimenti di None già allora in crisi, sono stato condannato a
dieci mesi con la condizionale.
Il
blocco stradale durò un’ora e mezza o due ore e consisteva in un
volantinaggio agli automobilisti di passaggio che effettivamente
rallentò davvero il traffico. Le forze dell’ordine intervennero
con efficiente celerità. Ci presero per la collottola, ci caricarono
sul loro mezzo e poi ci scaricarono perché quel mezzo fu circondato
dai lavoratori in sciopero che chiesero e ottennero la nostra
liberazione.
Ma
i carabinieri avevano le nostre generalità. La giustizia fece il suo
corso e ci dettero quel che ci meritavamo.
Ora,
le lotte sociali possono anche comportare momenti di rottura della
legalità. Come ci ricorda ogni tanto Gianni Alasia, le assemblee di
fabbrica erano violazione di domicilio prima di entrare nei contratti
e nello Statuto dei
Lavoratori. Tuttavia,
se si sceglie consapevolmente di sfidare la legalità infrangendola
con gesti esemplari e dimostrativi, secondo me bisogna saperne
sopportare le conseguenze sulla propria persona e bisogna saperne
assumere la responsabilità.
Racconto
il fatterello personale non per sollecitare ora sui forconi
(che orribile
termine!) una risarcitoria repressione fatta di manganelli,
tintinnare di manette, processi e condanne. Semplicemente, vorrei
condividere una riflessione che ho maturato fin dal luglio 1979 con i
blocchi stradali dei metalmeccanici in lotta per il rinnovo del loro
contratto nazionale. La riflessione è questa: l’incisività e
l’efficacia delle lotte sociali non si misura con i danni inflitti
all’utenza, ma con il consenso e le alleanze sociali che si
riescono a costruire attorno ad obiettivi democraticamente condivisi
(con comprensibile fatica) di equità sociale, di riforma fiscale
progressiva, di riduzione dei privilegi e degli sprechi, di
istruzione e di lavoro per i giovani, di salute e serenità per gli
anziani.
Mario
Dellacqua
10
dicembre 2013
Nessun commento:
Posta un commento