
“Appena
prima dell'estate mi sono recata in visita al progetto sul campo e ho
potuto raccogliere le cartoline a cui gli alunni delle scuole si sono
dedicati negli ultimi mesi per mandare un messaggio speciale a chi,
come lei, li sostiene ancora con tanto affetto e calore.
I
messaggi sono stati scritti con il prezioso aiuto dei loro
insegnanti, nei casi in cui i più piccoli non erano in grado di
scrivere in inglese. Proprio gli insegnanti ci hanno tenuto a dirmi
che dietro queste frasi c'è un grande entusiasmo dei bambini
desiderosi di comunicare con i loro amici lontani.
La
vita scolastica nel distretto di Malindi continua con molta forza di
volontà, nonostante le difficoltà che lei conosce: per fortuna la
siccità dello scorso anno ha dato tregua alle regioni costiere, e
sono felice di dirle che l'enorme supporto di voi sostenitori
continua a permetterci di cambiare realmente la vita di migliaia di
bambini e adolescenti.
Purtroppo,
però, in molte scuole del Kenya persistono ancora problemi
gravissimi. I colleghi africani mi hanno accompagnata a Magarini,
distretto poco distante da malindi, dove moltissime persone vivono
ancora in condizioni di assoluta povertà. Mancano infrastrutture
scolastiche e sanitarie. Gli adulti più fortunati si dedicano a
lavori stagionali. I più sfortunati sono costretti a lasciare le
loro case senza la certezza di migliori condizioni in un altro luogo.
Inutile
dirlo, i bambini qui non hanno diritti. Possono avere l'amore delle
loro famiglie, ma con un'alimentazione che supera appena la soglia
della sopravvivenza crescono malnutriti: ho visto moltissimi ragazzi
di 12 o 13 anni che sembravano averne soltanto 8. E' una costante in
queste regioni. Non hanno luoghi sicuri dove crescere, porre le basi
per diventare grandi e liberarsi dalla condizione di povertà che li
segna dalla nascita.
E'
da qui che nasce l'esigenza di estendere a Magarini il programma di
sotegno a distanza. Sono ripartita da Malindi lasciando ai miei
colleghi una promessa che avrei fatto di tutto per trovare nuovi
sostenitori per i bambini di queste comunità, e che i nostri
sostenitori in Italia mi avrebbero aiutato a mantenerla, per il loro
coinvolgimento nel progetto, per la fiducia nel lavoro che da tanti
anni portiamo avanti insieme. Per questo motivo le rivolgo un
appello. Abbiamo tanto bisogno di un piccolo aiuto che non le costerà
nulla: attraverso il semplice passaparola potrà aiutarci a sostenere
nuovi bambini, ad attrezzare nuove scuole e a dotarle di tutto il
necessario”.
Irene CARFI
Coordinatrice Sostegno a distanza
AMREF ITALIA
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