Giovanni Garabello |
Vorrei
intervenire
brevemente
per
ringraziare
gli
organizzatori
di
questo
convegno.
Mi
hanno
dato
una
bellissima
opportunità
di
ritornare
a
riflettere
sulla
figura
di
don
Milani
che
aveva
caratterizzato
negli
anni
settanta
la
mia
formazione,
sia
come
credente,
sia
come
militante
politico.
Allora
nelle
ACLI
di
Torino
si
viveva
un
clima
“ rivoluzionario”
che
ci
vedeva
schierati
al
fianco
degli
ultimi
e
sempre
pronti
a
condannare
ogni
ingiustizia.
Ricordo
con
nostalgia
la
Cooperativa
di
cultura
“Don
Milani”,
nata
presso
la
sede
delle
ACLI
in
via
Perrone
e
che
ogni
anno
portavamo
a
None
in
occasione
delle
feste
natalizie.
Allora
suonavo
la
chitarra
non
solo
per
cantare
i
canti
delle
messe
“Beat”
o
dei
giovani,
come
venivano
chiamate.
Si
cantavano
anche
i
“canti
della
protesta”
e
quelli
del
movimento
operaio.
Ritornare
a
riflettere
ora,
ricordando
il
messaggio
di
don
Milani
a
quaranta
anni
dalla
sua
scomparsa
nella
mia
attuale
veste
di
amministratore
locale,
non
può
che
interrogarmi
su
come
vivo
oggi
questa
mia
responsabilità
nei
confronti
dei
miei
concittadini
alla
luce
dell’insegnamento
del
priore
di
Barbiana.
Nascono
quindi
spontanee
alcune
domande.
Quanta
disponibilità
do
all’ascolto
e
al
confronto
con
chi
vive
situazioni
di
difficoltà
o
di
emarginazione?
Il
mio
impegno
va
nella
direzione
di
garantire
piena
cittadinanza
alle
persone,
di
tutelare
l’equità
nella
distribuzione
delle
risorse,
di
promuovere
la
giustizia,
di
schierarsi
dalla
parte
degli
ultimi?...
Certo
è
difficile
andare
controcorrente!
“A
chi
la
mandiamo
oggi
quella
lettera?”
Penso
che
questa
lettera
dovremmo
mandarcela
reciprocamente.
Ognuno
di
noi
nel
proprio
ruolo
di
genitore,
insegnante
o
amministratore
ricopre
una
responsabilità
di
educatore
e
formatore
di
individui
e
di
coscienze.
Ricordarci
che
l’educazione
è
sempre
un
educarci
percorrendo
insieme
un
cammino
di
crescita
nell’ascolto,
nel
confronto,
vuol
dire
fare
emergere
i
valori
nascosti
che
stanno
dentro
di
noi.
Ecco
quindi
emergere
il
rapporto
stretto
che
esiste
tra
educazione
e
giustizia,
condizione
primaria
per
garantire
a
tutti
la
possibilità
di
costruirsi
la
propria
vita,
la
propria
libertà.
La
strada
che
don
Milani
ha
tracciato
è
una
strada
dura,
difficile
da
percorrere.
Ma
la
ritengo
fondamentale
per
chi
vuole
impegnarsi
nella
politica
e
nel
sociale:
luoghi
dove
occorrono
sempre
più
testimonianze
di
critica
costruttiva
e
pratica
della
giustizia,
costruendo
speranza
tra
la
gente
che
si
incontra
ogni
giorno.
Giovanni
Garabello
27 ottobre
2007
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