Quando
si
è
costretti
a
fare
delle
rinunce,
anche
se
dovute
a
politiche
discutibili
come
l’ormai
ventennale
riduzione
dei
salari
con
l’appoggio
dei
maggiori
sindacati,
è
più
facile
prendersela
con
altri
soggetti.
Per
esempio
gli
immigrati.
E
allora,
invece
che
incalzare
i
rappresentanti
sindacali
responsabili
di
scelte
di
impoverimento
salariale
e
contrattuale,
è
più
facile
dire
che
la
colpa
di
tutto
è
dei
rumeni,
degli
africani
ecc.
Allora
fioccano,
talvolta
alimentati
dai
media,
esempi
di
clamorosi
favoritismi
dello
stato
verso
gli
immigrati,
mantenuti
a
nostre
spese
senza
fare
niente
se
non
furti
e
stupri.
Ma
se
spesso
i
media,
dando
risalto
a
certe
notizie,
favoriscono
questo
punto
di
vista
della
gente,
viene
da
pensare
che
l’obiettivo
sia
distogliere
l’attenzione
proprio
dal
vero
responsabile
del
nostro
impoverimento.
È
più
facile
prendersela
con
“l’estraneo”,
non
importa
la
sua
storia,
non
si
pensa
che
spesso
il
suo
essere
qui
sia
dovuto
a
decenni
di
saccheggio
delle
risorse
del
suo
paese
d’origine
operato
dall’occidente
“sviluppato”,
non
si
pensa
che
fugga
da
situazioni
intollerabili
di
povertà
o
di
guerra
che
vedono
complici
le
nostre
democratiche
società
occidentali
per
la
vendita
di
armi.
Si
vede
solo
l’aspetto,
pur
vero,
della
concorrenza
al
ribasso
nelle
condizioni
di
lavoro.
L’immigrato
lavora
per
una
paga
inferiore
e
senza
diritti
e
questo
è
spesso
rinfacciato
a
chi
rivendica
condizioni
di
lavoro
migliori.
Ma
chi
vuole
questo
sistema?
A
chi
conviene
maggiormente?
Forse
al
datore
di
lavoro
che
può
aumentare
il
profitto
abbassando
il
costo
del
lavoro?
Forse
sì.
Allora,
invece
che
“sparare
sull’immigrato”
bisogna
chiedere
l’applicazione
dei
diritti
e
una
paga
dignitosa
per
tutti.
Questo
richiede
uno
sforzo
ma
è
la
strada
giusta
se
non
vogliamo
assecondare
la
guerra
fra
poveri
che
impoverisce
tutti
e
arricchisce
solo
chi
comanda.
Alp-Cub
Pinerolo
Nessun commento:
Posta un commento