Il
27 dicembre 2011 il Comando della Polizia Municipale ha stanziato
3.200 euro per consolidare l'opera da tempo intrapresa per
contrastare il fenomeno dello sfruttamento della prostituzione;
Attraverso
“la
consolidata collaborazione con l’Associazione Granello di Senape”,
l'intervento di una mediatrice culturale “nella
maggior parte delle situazioni affianca gli operatori di Polizia
Municipale del Comando, sia nelle azioni su strada che in quelle di
accompagnamento delle vittime verso gli istituti”
. Risultano così più elevate le possibilità di dialogo con le
vittime del traffico malavitoso che possono in tal modo iniziare un
percorso assistito di reinserimento civile.
Il
28 dicembre, attuando un progetto del Gruppo Abele, sono stati
impegnati altri 2000 euro per la “messa
in rete delle conoscenze e delle esperienze rispetto alle buone
prassi ed all’andamento del fenomeno della tratta ed all’appoggio
allo sportello giuridico per le necessità che si presentino sulla
specifica materia”.
Saliamo
a 5.200 euro. Tuttavia, quando questi provvedimenti sono adottati per
difendere la legalità e la sicurezza collettiva nel rispetto della
persona umana, evitando le scorciatoie esclusive della repressione,
ci sentiamo di dover condividere questo impegno generoso richiesto
alla collettività.
Ma
quando,
il 27 dicembre 2011, si
versa al Gruppo Abele la somma di altri 2.000 euro per quattro serate
sul tema della violenza con la partecipazione di criminologo,
operatore sociale, psicologo e moderatore, ci sentiamo in dovere di
dire forte e chiaro che siamo in presenza di una spesa eccessiva e
inaccettabile. Specie se confrontata, ad esempio, con i duemila euro
versati alla Caritas di None nel 2011.
Insieme
con “la
necessità di sostenere temi di elevato contenuto professionale ed
etico tramite formatori professionali, noti nello scenario
nazionale“,
la Giunta dovrebbe valutare meglio e dovrebbe sapere che la
sensibilizzazione dei cittadini può essere ugualmente condotta
ricorrendo al volontariato gratuito, non a quello pagato con denaro
pubblico.
Di
questi tempi, il denaro pubblico scarseggia e il poco che rimane
dovrebbe essere investito in interventi più urgenti di sostegno alle
famiglie colpite dalla crisi economica.
(m.d.)
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