Mercoledì 22 febbraio all'angolo di via Roma 11 si sono incontrati Giuseppe Astore, Mirta Baldini, Domenico Bastino, Carla Benotti, Nadia Biscola, Mario Dellacqua, Ignazio Drago, Giovanni Garabello, Federico Rabbia, Mario Ruggieri, Nunzio Sorrentino e Mario Vruna per discutere le prospettive dell'impianto a biogas dopo l'incontro del 20 febbraio tra Nadia Biscola, Giuliano Carletti, Mario Dellacqua, Flavio Rabbia, Mario Ruggieri, Nunzio Sorrentino e il dirigente della Provincia Francesco Pavone. Da quell'incontro, non privo di reciproche punte asprigne, è scaturito tra l'altro che il parere del Comune alla Conferenza dei Servizi è stato favorevole. Non sono emersi punti di disaccordo tra i soggetti partecipanti e, anzi, notevolmente ampia è stata la base per una realizzazione concertata dell'intervento proposto. Le obiezioni del Comitato (necessità di una valutazione complessiva del carico inquinante in presenza di altri impianti già autorizzati o già funzionanti, rilascio di due autorizzazioni vincolate al medesimo progetto di teleriscaldamento) non sono state considerate rilevanti. Gli impianti già autorizzati o già funzionanti non sono stati ritenuti tali, nella loro contiguità per altro negata, da inficiare il processo autorizzativo avviato per l'iniziativa degli imprenditori agricoli nonesi. ll confronto tra i presenti è stato notevolmente influenzato dalla recente sentenza del Tar per l'impianto biogas di Carmagnola, ove il Comune ha ottenuto l'annullamento dell'autorizzazione per vizi di forma nella conduzione della Conferenza dei Servizi: la distanza minima di 2mila metri dal centro abitato era stata una richiesta del Comune inserita in una variante al Piano regolatore di cui la Provincia non ha tenuto conto. Ciò non vuol dire che l'impianto carmagnolese non si farà, ma la Conferenza dei Servizi dovrà essere rifatta (idem dicasi, tra l'altro, per le biomasse a Luserna). Ciò vuol dire però che sulla conclamata "autostrada" favorevole alle energie cosiddette rinnovabili (biogas o biomasse) la guida della Provincia si è rivelata troppo audace in qualche tornante. Alcuni punti sono stati sottolineati:
1)Due centrali, una a biomasse e una a biogas, seppur autorizzate separatamente, sono un carico di fattori inquinanti insostenibili dal nostro territorio.
2) Il teleriscaldamento è un dovere dei proponenti e una condizione che essi devono rispettare ai fini del rilascio dell'autorizzazione.
3) Il teleriscaldamento non è pertanto una conquista del Comune. Piuttosto, l'amministrazione comunale potrà conquistare buoni risultati se saprà inserire nella Convenzione condizioni economiche vantaggiose per la collettività locale, specie se si tiene conto che la legge prevede per il primo anno il diritto dell'ente locale di attingere fino al 3% del fatturato per realizzare infrastrutture utili ai cittadini.
4) Il Comune non ha, in questo spirito, il dovere di dire sì, ma di rappresentare adeguatamente gli interessi dei cittadini, specie di quelli potenzialmente danneggiabili dall'insediamento. Sarà il prosieguo dell'iter a dimostrare se e quanto queste tutele siano state tenute nella debita considerazione.
E' emerso anche il punto di vista critico di chi ritiene che avversare l'impianto solo per le formazioni odorigene sia una posizione molto debole e impercorribile.
L'incontro si è concluso con due bottiglie in meno e con l'assegnazione al portavoce dell'incarico di raccogliere in un documento le condizioni senza il rispetto delle quali l'autorizzazione alla realizzazione dell'impianto non dovrebbe essere rilasciata dalla Provincia. Il passo successivo sarà un nuovo incontro da richiedere all'amministrazione comunale, la quale non ha ancora risposta al nostro precedente documento.
Anarchico il tuttora scribacchino